Domani 10 gennaio parte il processo sull’omicidio di Sarah Scazzi, il processo più atteso dell’anno, nella speranza si possa far finalmente luce su uno dei casi più dolorosi e tragici della cronaca recente italiana. Quello cioè dell’omicidio della piccola Sarah Scazzi, ragazzina di 13 anni, scomparsa il 26 agosto del 2010 e ritrovata cadavere in un pozzo di campagna dopo che lo zio aveva rivelato di averci gettato il corpo. Lo zio, Michele Misseri, che si è sempre auto incolpato dell’uccisione di Sarah, ma che da mesi è stato scarcerato mentre in galera sono finite la figlia Sabrina e la moglie Cosima, accusate di essere invece loro le artefici della morte, in un caso di gelosia puerile e incontrollata. Proprio Sabrina è la protagonista del processo che si apre domani con grandissimo interesse mediatico: è lei infatti che secondo l’accusa avrebbe ucciso la cugina, perché gelosa delle attenzioni che rivolgeva verso un ragazzo per cui anche lei provava interesse. La madre Cosima invece l’avrebbe aiutata nel portare a termine il mortale progetto, mentre lo zio sarebbe stato obbligato dalle due donne a far sparire il corpo. Sia Sabrina che Cosima si sono sempre dichiarate innocenti. E proprio Sabrina in vista dell’apertura del dibattimento, domani presso il tribunale di Taranto, avverte di non voler telecamere, fotografi e giornalisti in aula. Non voglio fare la parte della tigre in gabbia ha detto, non vuole passare per la grande assassina che la stampa avrebbe già deciso essere. Sabrina ha paura. Teme di essere condannata all’ergastolo, ma continua a dichiararsi innocente. Combatterò fino alla fine, ha però aggiunto. Nel corso del processo è prevista la presenza di ben trecento testimoni: li guarderà tutti uno a uno, ha detto la ragazza, per prendere ogni dettaglio di una storia che definisce assurda. Sarah, commenta, per lei era come una sorella, non avrebbe mai potuto ucciderla. Nel frattempo il padre Michele Misseri ribadisce la sua colpevolezza aggiungendo che se non verrà finalmente creduto, potrebbe arrivare a gesti estremi come il suicidio. “Se Sabrina e Cosima non escono di prigione io la faccio finita” ha infatti detto l’uomo che ha promesso di essere presente in aula e di far sentire la sua opinione sui fatti. Il quale spiega tutto il fatto con queste parole alquanto bizzarre: “Nella mia vita sono stato sempre bravo, quello era un periodo particolare”.
Aggiungendo che quella mattina era nervoso: la moglie non gli cucinava più, Sabrina gli cucinava ma sembrava seccata, lui dormiva sulla sdraio, il trattore non partiva; poi è arrivata Sarah e l’uomo dice di essere stato nervoso “quindi ho fatto una cosa brutta”. Un caso davvero intricato quello che verrà esaminato ufficialmente a partire da domani.