Cosa si nasconde davvero dietro la misteriosa scomparsa di Roberta Ragusa? La risposta potrebbe essere svelata il prossimo 21 dicembre, in occasione della sentenza al termine del processo a carico del marito indagato, Antonio Logli. A fornire una spiegazione a quanto accaduto, nonché a rivelare un possibile movente è stata la criminologa Roberta Bruzzone, che sulle pagine del settimanale Giallo di recente ha commentato il caso. L’esperta ha sottolineato il profilo della vittima, quasi certamente uccisa e fatta sparire, definendola come una donna e moglie delusa e tradita. “Ma soprattutto moglie “scomoda” per il marito fedifrago sotto il profilo patrimoniale”, ha aggiunto la Bruzzone. Non è un caso se proprio l’amante e ora compagna di Antonio Logli, Sara Calzolaio, confermò che Roberta aveva deciso di chiedere il divorzio dal marito e questo avrebbe portato Logli a subire dei guai economici non indifferenti. “Questo scenario, secondo gli inquirenti, si chiama movente”, ha chiosato Roberta Bruzzone.
Il giallo attorno alla scomparsa di Roberta Ragusa, la donna e mamma di Gello di San Giuliano Terme, potrebbe finalmente portare alla luce la verità su quanto accaduto la notte tra il 13 ed il 14 gennaio di quattro anni fa. Antonio Logli, marito della donna e unico imputato nel processo per omicidio e distruzione di cadavere, il prossimo 21 dicembre ascolterà la sentenza con la quale sarà condannato o, al contrario, prosciolto dal giudice Elsa Iadaresta. Nel frattempo, gli interrogativi sul corpo di Roberta Ragusa si rincorrono, interessando in particolare il legale dell’associazione Penelope, l’avvocato Nicodemo Gentile, costituitosi parte civile nel processo ad Antonio Logli. Gentile è convinto che solo “Logli sa cosa è successo quella sera” e pertanto sarebbe anche l’unico a permettere di ritrovare ciò che resta della povera Roberta. Ma dove potrebbe essere il corpo? L’avvocato non ne avrebbe idea: “Quel segmento della vicenda ci sfugge assolutamente, mentre per quanto riguarda la scena omicidiaria qualcosa si può ipotizzare, almeno da parte mia e dal carteggio processuale per quanto riguarda invece il corpo e quindi l’occultamento del cadavere e la sua distruzione non ci sono elementi che ci possono fare ipotizzare nulla”, ha commentato in una recente intervista rilasciata al portale L’Osservatore d’Italia.
Sta per iniziare una settimana decisiva in merito al giallo sulla scomparsa di Roberta Ragusa e che tiene l’Italia con il fiato sospeso da quasi cinque anni. Il prossimo venerdì 21 dicembre, infatti, si concluderà il processo lampo a carico di Antonio Logli, marito della donna della quale si persero le tracce nella notte tra il 13 ed il 14 gennaio 2012. L’uomo dovrà rispondere delle pesanti accuse di omicidio e distruzione di cadavere e dopo anni di attesa, proprio nei prossimi giorni il giudice Elsa Iadaresta pronuncerà l’attesa sentenza. Si tratterà di una seconda assoluzione in favore di Logli, o questa volta potrebbe aggiungere l’auspicata (per la pubblica accusa e per i parenti di Roberta Ragusa) condanna? In quest’ultimo caso, Antonio Logli rischia 20 anni di reclusione: l’accusa ha chiesto nell’udienza dello scorso 2 dicembre 30 anni, ovvero il massimo della pena, ma grazie al rito abbreviato l’imputato potrebbe usufruire di un importante sconto di pena con una sostanziale riduzione degli anni di reclusione previsti. In attesa di conoscere il destino del presunto assassino di Roberta Ragusa, il portale L’Osservatore d’Italia ha voluto intervistare l’avvocato Nicodemo Gentile, legale dell’associazione Penelope e parte civile nel processo a carico di Antonio Logli. Gentile, in vista della sentenza, non avrebbe alcun dubbio: il giudice deciderà per la condanna a carico dell’imputato. Quello che sta per concludersi, ricordiamolo, è un processo squisitamente indiziario, ma questo non significa che potrebbe giocare esclusivamente a favore di Logli, come ampiamente dimostrato da altri casi, a partire dalla recente condanna a 27 anni di carcere a carico di Padre Graziano, ritenuto l’assassino di Guerrina Piscaglia. Anche in questo caso, il giudice è giunto alla sua conclusione in assenza di un corpo e della cosiddetta “prova regina”. L’avvocato Gentile, tuttavia, ha ribadito come a sua detta, a carico del marito di Roberta Ragusa ci sarebbero più elementi “capaci di dimostrare la sua responsabilità” rispetto “ad elementi che ne dovrebbero poi far sancire la sua estraneità ai fatti”. Cosa ne pensa l’avvocato Gentile dell’assenza del corpo della vittima? Nella passata udienza, a tal proposito, ha fatto molto discutere la teoria bizzarra sostenuta dalla difesa di Antonio Logli, secondo la quale Roberta Ragusa sarebbe viva e si sarebbe spostata in Sicilia, dove però potrebbe essere bisognosa di aiuto. L’avvocato di parte civile non avrebbe dubbi sulla tragica fine della donna e sul fatto che le ricerche in merito al suo corpo siano state eseguite in modo meticoloso e preciso: “Non sempre si riesce a trovare un cadavere e purtroppo in questo caso l’elemento fortuna gioca il suo ruolo e a mio avviso soltanto con un contributo del Logli –Logli sa cosa è successo quella sera- si potrebbe ritrovare qualche resto di Roberta”, ha chiosato. A questo punto non resta che attendere il prossimo 21 dicembre, auspicando nella chiusura del caso ma soprattutto nella verità in merito alla triste fine di Roberta Ragusa.