I sospetti delle autorità sul responsabile della morte di Davide Fabbri, ucciso nel bolognese nei giorni scorsi, mirano anche verso Igor Vaclavic. Sarebbe questo il nome dell’ex militare russo che ha attirato le attenzioni degli investigatori. L’uomo, sui 41 anni, è un volto noto della provincia di Ferrara da almeno dieci anni, ma non è l’unico sospettato. Gli inquirenti non escludono infatti nessuna pista, compresa quella che il killer potrebbe essersi nascosto nei casolari delle campagne. Questo particolare, sottolinea Il Corriere di Bologna, sarebbe confermato dalla poca distanza fra Riccardina di Budrio e i luoghi in cui sono state fatte le recenti rapine in provincia di Ferrara. Il dubbio, quindi, è che il killer conosca alla perfezione la zona e che possa aver individuato un posssibile nascondiglio. Rimane tuttavia ancora da chiarire se l’assassino di Davide Fabbri sia fuggito a piedi oppure in bicicletta, a causa delle dicotomie fra le diverse testimonianze raccolte. [Aggiornamento a cura di Morgan K. Barraco]
Ci sono importanti novità sul caso di Davide Fabbri, il barista ucciso a Budrio in maniera selvaggia sabato sera scorso: si tratta di un ex militare dell’est Europa, armato e vestito con tuta mimetica, è il ricercato per la rapina e l’omicidio del 52enne barista davanti agli occhi sotto choc della moglie. Ricercato dalla Procura di Ferrara per alcune rapine commesse in passato con modalità molto simili a quella avvenuta due giorni fa bel Bolognese: ora è ricercato in tutta Italia per l’assassinio del barista, anche se ovviamente non ci sono ancora le certezze al 100% che possa trattarsi dello stesso uomo ex militare che ha rapinato dell’arma una guardia giurata nei giorni scorsi in provincia di Ferrara. Non è invece escluso che l’uomo fuggito possa essersi rivolto ad un complice in un secondo momento, dato che al momento sappiamo che all’interno del bar rapinato a Budrio vi era un unico malvivente in azione. Intanto la foto del ricercato è a disposizione di tutte le auto delle forze dell’ordine dell’Emilia, provando così una stretta si spera decisiva per trovare l’assassino del barista Davide Fabbri. (agg. di Niccolò Magnani)
Mentre continuano le indagini sulla morte del barista ucciso a Bologna dopo essersi opposto al tentativo di rapina, sulla saracinesca del locale campeggia il cartello “Chiuso per lutto”. Al suo fianco, come rivela il quotidiano La Repubblica nell’edizione online bolognese, nella passate ore è apparso anche un altro biglietto. Si tratta di una sorta di lettera “anonima” scritta da un amico della vittima, il 52enne Davide Fabbri. “Ciao Davide, per me sei stato un amico importante e dopo 30 anni posso dire di aver conosciuto una persona speciale, unica, anche da ex ladro”, si legge nella missiva disperata affissa alla saracinesca del bar tabaccheria dove si è consumata la tragedia. Chi scrive preferisce non firmarsi ma nonostante questo continua a non darsi pace per quanto accaduto: “Comunque ti ho voluto un bene immenso. Avrei voluto essere lì quella maledetta sera per difendere te e la tua famiglia. Ma purtroppo non è accaduto. Anche se da ladro avrei fatto di tutto per difendere una persona speciale come te. Amico mio non ti dimenticherò mai” (Clicca qui per vedere la foto). Intanto prosegue la caccia all’uomo e dalle ultime notizie pare che la persona ricercata sia dell’Est Europa e non è escluso che possa essere un ex militare. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Budrio è sotto shock per il fatto di cronaca che ha visto protagonista Davide Fabbri, barista ucciso da un rapinatore mentre cercava di opporsi al tentativo di rapina. Ora è caccia all’assassino che non si esclude possa essere anche lui rimasto ferito durante la colluttazione. La vittima 52enne ha fatto di tutto per disarmare il malvivente, che però lo ha freddato con un colpo di pistola al petto e che gli ha trafitto il cuore. Secondo la descrizione dei testimoni – due clienti e la moglie della vittima – l’assassino è alto 1,75, robusto e quasi certamente straniero dell’Est e con addosso una mimetica. Con sé, come rivela Il Resto del Carlino, portava una doppietta a pallini da cacciatore ed una pistola argentata usata per uccidere. La descrizione sembra combaciare perfettamente con quella di una guardia giurata di Consandolo, nel Ferrarese, derubato lo scorso giovedì della sua Smith & Wesson cromata. Il vigilante, convocato dai Carabinieri, dopo aver visionato il video della rapina di Budrio avrebbe asserito: “Sì, dal filmato che mi hanno mostrato mi sembrava proprio lui, poi ho visto il luccichio della pistola. La mia pistola, quella argentata che quel bandito mi ha rubato. E la mimetica, la statura, la corporatura robusta”. Dal suo racconto è poi emerso un altro particolare importante ai fini delle indagini: la notte in cui è stato aggredito e immobilizzato al fine di sottrargli l’arma, il suo aggressore parlava al telefono con un complice. Ora gli inquirenti continuano le ricerche dello spietato killer, descritto come pericoloso e pronto a tutto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Uno sguardo che la moglie di Davide Fabbri, il barista ucciso in una frazione di Budrio, in provincia di Bologna, non dimenticherà mai più. La donna si è infatti vista puntare la pistola dal rapinatore, subito dopo che quest’ultimo ha freddato la vittima con un colpo al cuore. “Non ho visto un barlume di pietà per nessuno di noi”, rivela, aggiungendo che spera che presto le autorità acciuffino il rapinatore. La comunità di Riccardina intanto è ancora scossa dal dolore, soprattutto perchè Davide Fabbri e la moglie, una coppia senza figli, sono sempre stati ammirati da tutti. Durante la fiaccolata organizzata ieri per sostenere la famiglia della vittima, lo zio ha sottolinato come fossero “gente per bene”. Si scatenano nel frattempo anche le polemiche sul fronte politico, corroborate dalle parole di Matteo Salvini, che nel suo profilo Facebook ha ribadito di ritenere valida la legittima difesa in caso di reato. Un punto a cui si unisce anche Giorgia Meloni, che in un post ha ribadito come la lotta a favore della sicurezza continuerà ad essere il punto fondamentale del programma dei Fratelli d’Italia. Nelle prossime ore ci potrebbero essere ulteriori sviluppi sulla morte di Davide Fabbri, soprattutto per l’arma del delitto usata dal rapinatore. Esiste qualche possibilità, rivela La Repubblica, che si tratti dell’arma d’ordinanza sottratta alcuni giorni prima ad una guardia giurata del ferrarese. Nella notte fra il 29 ed il 30 marzo, infatti, una guardia della Securpol è stata aggredita da un uomo che aveva come unico obbiettivo di sottrargli la pistola, una Smith&Wesson “argentata”.