Salvatore Parolisi condannato all’ergastolo: sono state rese note le motivazioni della pesante condanna nei confronti del caporale accusato di aver ucciso la moglie. Un caso, quello della morte di Melania Rea, che ha interessato l’Italia intera per lunghissimi mesi, pieno di colpi di scena e di misteriose motivazioni tipiche di una cronaca rosa di terza mano (amanti, tradimenti e quant’altro) risoltosi purtroppo nel modo peggiore trasformandosi in cronaca nera. Una donna giovane e bella, madre di una bambina piccolissima, massacrata in un bosco durante una gita con la famiglia e quasi fin da subito un solo sospettato, il marito Salvatore Parolisi noto per le sue storie d’amore con le soldatesse che addestrava in caserma. Per tutti, aveva ucciso la moglie perché non riusciva a divorziare per vigliaccheria, così era stata letta la pensante sentenza all’ergastolo. Adesso invece la pubblicazione dei motivi per cui è stato scelto per lui il carcere a vita cambiano ancora una volta tutte le carte in tavola dando una lettura inedita delle motivazioni che lo avrebbero spinto (lui si è sempre dichiarato innocente) a compiere l’orrendo crimine. Non il tentativo di nascondere i suoi tradimenti, che peraltro la moglie Melania conosceva, o di trovare il modo di liberarsi della moglie per vivere la sua vita con l’amante. I due sembra non avessero di questi problemi: il Parolisi avrebbe ucciso la moglie perché questa gli aveva negato un rapporto sessuale, quel giorno nel bosco. Nella coppia, Melania era la persona che comandava, la figura dominante. Quel giorno avrebbe per l’ennesima volta umiliato il marito con parole pesanti il quale avrebbe reagito in maniera mortale. Tutti particolari questi resi noti oggi dal quotidiano Il Tempo che sembra aver potuto conoscere le motivazioni ufficiali dei giudici: dunque Salvatore Parolisi in un certo senso era vittima della moglie, un frustrato che è esploso con una reazione appunto da frustrato. Un colpo di scena in una vicenda già di per sé morbosa e intricata. Secondo il giudice, vedendo la moglie che espletava un bisogno fisico si sarebbe eccitato e avrebbe cercato di avere con lei un rapporto sessuale. Lei però avrebbe insultato il marito il quale secondo il giudice Tommolini “ha reagito all’ennesima umiliazione, sferrando i primi colpi”.
Secondo il giudice poi la pena dell’ergastolo viene giustificata con il fatto che il Parolisi non si sarebbe mai pentito di quanto fatto inscenando una ricostruzione artificiosa dei fatti. Una rabbia dunque a lungo covata quella che quel pomeriggio avrebbe fatto esplodere il caporal maggiore. Se davvero così, un finale davvero penoso per una triste storia.