La situazione in Cile per la Chiesa cattolica è ormai devastante, a causa di quello che è attualmente il più grande scandalo pedofilia coperto dalle autorità ecclesiastiche per decenni. Lo scandalo ha portato alla dimissione di 30 vescovi mentre il papa ha accolto quelle di monsignor Juan Barros, inizialmente difeso dallo stesso Bergoglio, che poi ha ammesso le sue responsabilità nell’aver coperto per anni un noto sacerdote che abusava di minori, padre Karadima. Il papa ha accettato anche le dimissioni dell’arcivescovo Christian Caro Cordero e del vescovo Gonzalo Duarte Garcia de Cortazar: dei 30 vescovi dimissionari dunque ne ha accettate solo tre.
LA CHIESA COLLABORA
Intanto la polizia cilena due giorni fa ha effettuato un raid negli uffici ecclesiastici della città di Rancagua, allo scopo di ottenere documenti e materiali inerenti allo scandalo. In quella città e nella zona ci sarebbero 14 sacerdoti accusati di abusi sui minori. L’arcivescovo di Santiago, il cardinale Ricardo Ezzati, ha dato la sua massima e completa collaborazione alle forze di polizia e si è dichiarato disposto a collaborare con la giustizia civile. E’ un segno che ormai lo scandalo non si può più coprire: o la Chiesa collabora aiutando a individuare tutti i religiosi pedofili, o rischia di scomparire dal Cile, esattamente come successo in Irlanda.