Gli interrogativi sulla misteriosa fine di Maria Chindamo, ad oggi sono numerosi ed ancora privi di una risposta. A contribuire a fornire una mano importante rispetto al giallo potrebbe essere l’amica di Maria, la quale era in casa dell’imprenditrice e che è rimasta con i suoi figli. Forse prima di uscire con l’intento di recarsi all’appuntamento di lavoro, proprio nella tenuta di famiglia, Maria Chindamo potrebbe averle detto qualcosa di importante? La trasmissione Chi l’ha visto ha provato a mettersi telefonicamente in contatto con la donna, senza tuttavia ottenere alcuna risposta. L’amica della scomparsa, infatti, avrebbe riagganciato il telefono senza fornire alcuna informazione utile, come mai? E’ chiaro che la paura per questo misterioso fatto di cronaca resta ancora molta, eppure l’unica certezza è che l’agguato contro la donna sarebbe stato realizzato con cura, sin nei minimi dettagli.
Chi ha aggredito e poi sequestrato la donna, sapeva ad esempio che ogni volta che Maria si trovava nei pressi delle sue proprietà doveva scendere dall’auto per aprire manualmente il cancello. “E’ probabile che chi ha studiato tutte le mosse possa aver tenuto conto anche di questo. Che Maria si doveva fermare per forza davanti al cancello”, ha dichiarato il fratello Vincenzo, in prima linea affinché possa essere fatta luce sulla misteriosa sparizione dell’amata sorella. Ad occuparsi del controverso caso sarà questa sera anche la trasmissione Quarto Grado che indagherà sugli ultimi importanti sviluppi.
Avrebbe compiuto 45 anni lo scorso 7 giugno, eppure di lei, imprenditrice agricola calabrese e madre di tre figli, si sono perse tragicamente le tracce da oltre un anno. La trasmissione Quarto Grado tornerà ad occuparsene nella nuova puntata in onda questa sera, seguendo gli sviluppi della vicenda che, soprattutto nelle ultime settimane, ha visto riaccendere i riflettori con maggiore determinazione. Per gli inquirenti e per la famiglia, Maria è stata uccisa, ma da chi e soprattutto perché? E’ questo il principale quesito attorno al quale ruoterebbe l’intero giallo. Era il 6 maggio 2016 quando, alle 7:00 del mattino, la donna lasciò la sua abitazione per recarsi presso la tenuta di famiglia per un appuntamento di lavoro. Qui qualcuno l’attendeva e proprio davanti al cancello, nonostante il rischio di essere visto dagli operai, aggredì Maria e la fece sparire per sempre. Il fratello della vittima, Vincenzo, alla trasmissione Chi l’ha visto ha rivelato: “Non era una sua abitudine uscire la mattina presto perché non faceva la giornata lavorativa nella campagna”.
Eppure, quella mattina di oltre un anno fa accade qualcosa di inaspettato. Maria arriva intorno alle 7:15 davanti alla sua tenuta, qui viene immediatamente aggredita, sbattuta sul volante. Prova a scappare ma viene malmenata con violenza anche all’esterno della sua auto. I segni della furia sono stati più volte resi noti: tracce di sangue sul muretto, sulla portiera dell’auto e sul cofano. Restano solo quelle però, poiché Maria Chindamo fu portata via, probabilmente uccisa come sostengono gli inquirenti. Da allora, ha avuto inizio il grande mistero attorno alla sua misteriosa fine.
Il fratello di Maria Chindamo ricevette la telefonata che annunciava che qualcosa di brutto era avvenuto a scapito della giovane imprenditrice solo alle 7:26. Sono trascorsi appena pochi minuti dalla violenta aggressione. “Io dubito che qualcuno possa fare casualmente queste cose senza organizzarsi bene”, ha commentato Vincenzo riferendosi alle tappe iniziali di quello che si configura sempre di più come un triste omicidio. Le domande attorno al giallo sono numerose ed oggi tormentano i familiari della vittima: se veramente è stata rapita, chi sapeva che la mattina del 6 maggio, poco dopo le 7.00 sarebbe giunta sul posto di lavoro? Maria ne aveva forse parlato con i suoi operai? Anche secondo la madre, solo gli operai avrebbero potuto conoscere i movimenti della Chindamo per la giornata di venerdì. “Loro è logico che lo sapevano”, ha commentato al programma di Rai 3. Uno di loro, Alessandro, si trovava al di là del cancello della tenuta mentre Maria Chindamo veniva rapita, eppure ha più volte ribadito di non aver visto nessuno. L’uomo ancora oggi continua a ripetere la medesima versione: era a bordo del suo trattore e non avrebbe visto né sentito nessuno proprio a causa della distanza e del rumore.
“Ho visto la macchina e sono arrivato a piedi, ho preso subito il telefono e chiamato Vincenzo Chindamo”, ha riferito l’operaio. Lui sapeva che quella mattina Maria sarebbe arrivata, ma ha anche ammesso di non aver mai saputo l’ora esatta: “A me ha solo detto ‘domani mattina ci vediamo’, senza dirmi l’orario preciso”. Il secondo operaio è un italiano, non un dipendente di Maria Chindamo ma quella mattina avrebbe dovuto portare un attrezzo agricolo. L’uomo, dunque, avrebbe potuto incrociare gli aggressori della donna, ma ciò non avvenne poiché ha asserito di essere giunto con un po’ di ritardo all’incontro in campagna. Un ritardo strano ma che lo avrebbe in parte agevolato in quanto ha evitato di trasformarlo in uno scomodo testimone. Cercato dalla trasmissione Chi l’ha visto, però, sarebbe stato impossibile parlare con lui. Tutto, dunque, potrebbe ruotare proprio attorno all’ora in cui Maria giunse al lavoro. Qualcuno forse le chiese di anticipare alle 7:00 un possibile incontro? E’ stata vittima di una trappola, giunta in campagna quando nessuno o quasi avrebbe potuto vederla?