L’uccisione di Andrey Karlov ha sortito l’effetto di unire almeno su un tema, la condanna del vile attentato realizzato da Mert Altintas, le superpotenze americane e russe. Se da una parte Putin ha promesso ripercussioni per i criminali che hanno assassinato il suo diplomatico, dall’altra è la Casa Bianca in una nota a manifestare il proprio sdegno per l’esecuzione di Karlov:”Questo odioso attacco ad un membro del corpo diplomatico è inaccettabile, e noi stiamo con la Russia e con la Turchia nella nostra determinazione di fronteggiare il terrorismo in tutte le sue forme”. In attesa di sostituire Obama a Washington anche Donald Trump, come riportato da Rai News, ha espresso vicinanza ai familiari dell’ambasciatore russo sottolineando che la sua uccisione rappresenta “una violazione di tutte le regole civili e debba essere universalmente condannato”.
Paradossalmente dopo l’attentato di Ankara contro l’ambasciatore russo rischia di rafforzare invece che indebolire e separare i rapporti tra Russia e Turchia: pare così dopo l’esito del incontro tripolare con anche l’Iran oggi sul tema centrale della Siria e del suo futuro. In piazza Smolenskaia, dove troneggia il grattacielo staliniano che ospita il Ministero degli Esteri, il Ministro russo, Sergei Lavrov, e il suo omologo turco, Mevlut Cavusoglu, hanno aggiunto i propri fiori a quelli di centinaia di cittadini: «Come hanno già detto i nostri presidenti, questa tragedia spinge tutti noi a combattere il terrorismo con ancora maggiore decisione, e conferisce ulteriore importanza all’incontro odierno», sono le parole del ministro Lavrov. Rapporto rafforzati proprio sul futuro della Siria, ovvero il motivo additato dall’attentatore islamista mentre uccideva l’ambasciatore Karlov. Fa eco anche Cavosoglu, affermando «in Russia come anche in Turchia è stato chiaramente compreso che lo scopo degli attentatori era di danneggiare le relazioni russo-turche e i successi che abbiamo conseguito negli ultimi tempi».
La salma di Andrey Karlov, l’ambasciatore russo ucciso ad Ankara da Mert Altintas nel corso di un attentato, ha lasciato poche ore fa la Turchia per rientrare in Russia. Come riferito da Afp, il corpo del diplomatico è stato caricato su un aereo inviato dal Cremlino all’interno di una bara avvolta da una bandiera russa. Prima di lasciare Ankara a Karlov è stata tributata una cerimonia all’aeroporto di Esenboga alla quale hanno preso parte anche la vedova dell’ambasciatore e alcuni ministri turchi. A trasportare la salma dell’ambasciatore di Mosca sull’aereo sono stati sei soldati della guardia d’onore turca. Un ulteriore gesto di rispetto nei confronti della Russia che conferma la volontà da parte della Turchia di proseguire nell’operazione di disgelo dei rapporti tra il presidente Erdogan e Vladimir Putin.
La strage di Ankara con l’attentato contro l’ambasciatore russo ucciso in maniera brutale davanti ai fotografi sta dividendo sempre di più l’opinione pubblica in Turchia, come noto non particolarmente liberissimi dalla morsa del potere del Presidente. Da un lato alcuni media anti-regime rimbalzano la notizia che l’assassino turco ex poliziotto potesse aver fatto parte della scorta di Erdogan nel recente passato. Altri invece, praticamente la maggioranza dei media schierati con il Governo, riportano di possibili legami con la rete del nemico numero 1 di Erdogan, Fetullah Gulen: «L’emittente “Haberturk” ha fatto notare che Altintas avrebbe ottenuto alcuni mesi di congedo dopo il fallito golpe. Il giovane agente il 15 luglio si trovava in servizio nella provincia sud-orientale di Diyarbakir, ma è giunto ad Ankara il 16 luglio dopo aver ottenuto un permesso di assenza dal lavoro. Altintas sarebbe dunque rimasto nella sua casa nel quartiere Demetevler nella capitale turca. Il responsabile della forze di sicurezza che ha firmato il permesso dell’assassino di Karlov, sarebbe Kahraman Sezer, arrestato dopo il fallito golpe per legami con il movimento di Gulen», riporta Agenzia Nova.
La memoria dell’ambasciatore russo Andrey Karlov, ucciso ieri ad Ankara in un attentato, è stata omaggiata dai cittadini turchi con alcuni fiori: stando a quanto riportato da RIA Novosti, sono stati lasciati fuori la sede diplomatica russa nella capitale turca. Gli abitanti di Ankara hanno quindi sfidato le misure di sicurezza, rese ancor più rigide dall’attentato, per deporre mazzi di fuori. Il perimetro dell’ambasciata comunque è strettamente sorvegliato dalla polizia turca che ha interdetto al traffico la strada di fronte all’edificio. Tutte le persone che intendono recarsi all’ambasciata russa sono controllate meticolosamente dalla polizia: il corrispondente dell’agenzia di stampa di Mosca ha riferito che la polizia turca controlla i documenti di chi vuole avvicinarsi. Una fonte della sicurezza russa ha confermato la partenza di funzionari russi con un volo speciale per Ankara: parteciperà alle indagini sull’attentato.
Dopo l’uccisione ad Ankara dell’ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov, per mano dell’attentatore Mert Altintas, ecco arrivare il messaggio di vicinanza ai familiari della vittima e all’intera popolazione russa da parte di Papa Francesco. In un telegramma inviato a Vladimir Putin, presidente della Russia, dal Segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, il Santo Padre ha assicurato all’inquilino del Cremlino e al suo popolo “le sue preghiere e la sua vicinanza in questo momento”. Come riportato dalla versione online de La Stampa, il Pontefice si è detto “addolorato” per l’assassinio del diplomatico russo. Il Segretario di Stato Vaticano ha sottolineato che “Sua Santità invia le condoglianze a tutti coloro che piangono la sua perdita, e in modo particolare ai membri della famiglia”.
Un membro importante del governo di Turchia ha parlato questa mattina per commentare l’orrendo attentato contro l’ambasciatore russo Andrej Karlov: il ministro degli esteri Mevlut Cavosoglu ha infatti affermato come l’attentato aveva un unico obiettivo, «quello di danneggiare i rapporti russo-turchi e compromettere i successi che abbiamo raggiunto in Siria con sforzi congiunti negli ultimi tempi». Una politica estera che di colpo viene colpita proprio quando da anni non si arrivava ad un fronte comune tra Ankara e Mosca: « Per questo faremo tutto il possibile per stabilire tutte le circostanze di questo crimine e identificare coloro che vi sono coinvolti. I responsabili avranno la punizione che meritano. Il ministro turco ha infine fatto sapere che la via di Ankara in cui sorge l’ambasciata russa sarà intitolata ad Andrey Karlov», conclude il ministro degli esteri.
Il Cremlino ha deciso di inviare ad Ankara 18 dei suoi investigatori per comprendere i contorni dell’attentato subito dall’ambasciatore russo in Turchia Andrey Karlov ad opera dell’agente Mert Altintas. A riferirlo è l’agenzia Ria Novosti, precisando che gli 007 russi hanno raggiunto la capitale turca a bordo di un volo speciale. Compito degli esperti di Mosca, come riferisce Rai News, sarà non solo accertare la matrice dell’attentato, ma soprattutto com’è stato possibile che al 22enne poliziotto fosse affidata la sicurezza del diplomatico russo. Nel frattempo, in un’intervista rilasciata alla Cnn, il giornalista Abdulkadir Selvi, del quotidiano turco Hurriyet, ha dichiarato di aver ascoltato Mert Altintas pochi minuti prima degli spari nell’atto di intonare l’inno del gruppo qaedista Al Nusra (attualmente Fateah al Sham). Secondo la testimonianza di Selvi, l’attentatore avrebbe cantato ad alta voce e in lingua araba. Il gruppo Fateah al Sham, al quale Altintas sarebbe stato affiliato, è uno di quelli che ha combattuto fino all’ultimo in Siria per opporsi all’avanzata delle truppe lealiste del presidente Assad nella parte orientale di Aleppo.
Isis e Al Qaeda in rete esaltano l’omicidio dell’ambasciatore russo, dando adito ancora una volta alla scelta di natura fondamentalista islamista alla base dell’attentato di Ankara: subito dopo l’atroce esecuzione in diretta praticamente, il sito di intelligence Usa “Site” gestito dalla direttrice Rita Katz ha pubblicato notevole materiale dei vari account vicini a Isis e Al Qaeda e si assiste subito alla celebrazione dell’opera di Mert Altintas. Ancora non si sa se l’omicida, diplomato alla accademia di polizia di Smirne, fosse realmente in contatto con qualche gruppo di terroristi islamisti, ma di certo la scelta di colpire il popolo russo nel suo rapporto con la Turchia (da cui si è sviluppata la stretta finale in Siria contro i ribelli anti-Assad) ha fatto “piacere” e non poco ai gruppi di terrorismo internazionale. «Possa Allah accogliere questo eroe che non è rimasto a guardare mentre i musulmani di Aleppo e Shaam vengono massacrati», si vede tra i vari messaggi che circolano in rete negli account twitter molto vicini a Isis e Al Qaeda.
Se oggi sui giornali di tutto il mondo campeggiano le foto di Mert Altintas, l’attentatore che ha ucciso l’ambasciatore russo ad Ankara, Andrey Karlov, è merito del sangue freddo di Burhan Ozbilici, il fotografo della Associated Press che ieri si è trovato a pochi passi di distanza dal killer e ha continuato a scattare. Il fotografo, come riporta l’Ansa, ammette di non aver compreso immediatamente di essere in pericolo:”L’evento sembrava una cosa di routine, l’inaugurazione di una mostra di fotografie sulla Russia. Così quando un uomo in abito scuro e cravatta ha estratto una pistola sono rimasto sbalordito e ho pensato che fosse una trovata teatrale”. Quando però l’ambasciatore russo in Turchia è crollato a terra, Ozbilici ha capito che era in corso un vero attentato:”Mi sono stati necessari solo pochi istanti per capire ciò che era successo – continua il racconto del fotografo -. Mi sono mosso indietro e sulla sinistra mentre l’uomo armato gesticolava con la sua pistola in mano verso le persone che si erano riparate nella parte destra della sala”. Il fotografo di Ap ammette:”Ovviamente avevo paura e capivo il pericolo se l’uomo si fosse rivolto verso di me. Ma sono avanzato un po’ e l’ho fotografato mentre si rivolgeva al suo pubblico disperato e prigioniero. Ecco cosa ho pensato: sono qui. Anche se rimango ferito, o ucciso, sono un giornalista. Devo fare il mio lavoro. Potevo fuggire senza scattare neanche una foto… ma non avrei saputo cosa rispondere se mi avessero chiesto ‘Perché non hai fotografato?'”.
Sono numerose le ipotesi d’origine dell’attentato di Ankara: il terrorista islamista che ha agito “per la Siria” uccidendo l’ambasciatore russo in Turchia potrebbe far parte della rete del imam Fetullah Gulen; o meglio, le indagini della polizia turca assieme agli investigatori che arrivano dalla Russia cercherebbero di analizzare i possibili legami con l’imam nemico giurato di Erdogan a cui viene imputato il fallito golpe dello scorso 15 luglio 2016. Erdogan, non va nascosto, ha preso negli ultimi mesi questo “pretesto” per poter effettuare arresti di massa ed epurazioni e per questo motivo quanto filtra dalla Turchia va preso assolutamente con le pinze. Secondo i media locali infatti, la scuola di polizia in cui l’aggressore Mert Alintas si è diplomato è sotto il controllo di ufficiali di polizia gulenisti. L’aiuto degli investigatori russi probabilmente potrà dare un aurea di maggiore “imparzialità”, quantomeno rispetto alle questioni squisitamente di potere all’interno della Turchia: trovare i responsabili e l’origine reale dell’attentato, questo l’obiettivo numero uno al momento.
Dopo l’uccisione dell’ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov, ad opera del 22enne Mert Altintas, è già tempo di domandarsi chi ha ispirato questo vile attentato ad Ankara. A gettare delle ombre su Fetullah Gulen, il santone che a detta di molti sarebbe anche il mandante del colpo di stato fallito a luglio in Turchia, è stato proprio il primo cittadino di Ankara, il sindaco Melih Gegchek. Come riportato da SkyTg24, però, altre fonti danno l’attentatore molto vicino al gruppo terrorista Fateh al-Sham: una tesi, questa, che farebbe di fatto decadere la ricostruzione di chi crede che quello di ieri all’ambasciatore russo sia stato un attentato volto a creare tensioni tra la Russia e la Turchia. Nel frattempo alcune indiscrezioni sostengono che Altintas avrebbe fatto parte, per un breve periodo, della scorta del presidente turco Recep Tayyip Erdogan; l’agente si era diplomato 2 anni fa all’accademia di polizia di Smirne.
Non solo è stato raggiunto e ucciso il terrorista che ieri ha ucciso l’ambasciatore russo in Turchia: la polizia di Ankara ha infatti questa mattina scovato e arrestato l’intera famiglia del poliziotto-terrorista Mert Altintas. In tutto sono sei le persone fermate dalle forze speciali turche in seguito all’attentato che ieri ad Ankara ha riacceso il fronte turbolento tra Turchia e Russia, con un Putin infuriato per quanto accaduto alla mostra fotografica dedicata al rapporto proprio tra i due Paesi. L’emittente Ntv spiega che sono stati arrestati il padre, la madre e la sorella, oltre a tre altri sospetti, dell’assassino Mevlut Mert Altintas, l’ex poliziotto turco islamista che ha voluto vendicare la guerra in Siria in quel modo atroce. Intanto, come ricorda l’Ansa, nelle indagini in corso ad Ankara sono arrivate delle delegazioni russe per poter partecipare attivamente: « Se la matrice terroristica dell’omicidio sembra data per scontata, di non secondaria importanza sarà l’indagine sulla dinamica, sulla preparazione del delitto, sul killer e su come questo sia stato scelto per garantire, in teoria, la sicurezza del diplomatico all’inaugurazione di una mostra fotografica, ritrovandosi in una situazione perfetta per compiere l’attacco», riportano le fonti di TgCom24.
Sono ore di terrore ad Ankara dopo l’uccisione dell’ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov, freddato dal poliziotto 22enne Mert Altintas mentre introduceva una mostra fotografica. Come riportato dall’agenzia di stampa Anadolu, infatti, un altro uomo è stato arrestato davanti all’ambasciata americana ad Ankara dopo aver sparato in aria 8-9 colpi con il proprio fucile. Il presunto attentatore, ha spiegato la cancelleria statunitense, ha aperto il fuoco quando in Italia era l’1:50 di notte davanti all’ingresso principale dell’ambasciata, ma è stato neutralizzato dagli uomini della sicurezza americana che sono riusciti ad arrestarlo. L’ambasciata americana ha successivamente annunciato che tutte le sue rappresentanze diplomatiche in Turchia oggi resteranno chiuse per ragioni di sicurezza. Le autorità locali hanno identificato l’uomo che ha seminato il terrore per le vie di Ankara come Sahin S.
L’attentato di Ankara dove ieri è stato ucciso l’ambasciatore russo ha scosso il mondo, se poi si aggiunge il secondo attentato di giornata a Berlino (anzi, il terzo considerando la strage avvenuta in Giordania) il mondo e l’Europa si scoprono ancora una volta sotto la morsa del terrorismo fondamentalista molto probabilmente islamista. Di sicuro quando avvenuto ad Ankara con l’assassinio dell’ambasciatore russo Andrej Karlov è da derubricare come un attacco diretto all’Europa, alla Russia, agli Usa, alle potenze insomma che nel Medio Oriente vengono viste come invasori e responsabili della guerra in Siria come in tante altre realtà mediorientali. Ma un punto molto interessante che ben in pochi hanno sottolineato a dovere nei primi momenti concitati dell’attentato è la località in cui si è tenuta la strage: il poliziotto islamista Mert Altintas ha sparato e ucciso l’ambasciatore russo mentre questi stava introducendo una mostra fotografica dal titolo “La Russia attraverso gli occhi dei turchi”, raggiunto alla schiena da una serie ravvicinata di spari. Una mostra sul legame, il rapporto e il dialogo tra due culture spesso ostili e in guerra tra loro: viene colpito quel tentativo di avvicinarsi, quel tentativo timido di pace tra due superpotenze con due leader ingombranti come Erdogan e Putin. Insomma, un attentato simbolico che di più è difficile trovare: tutto questo trova una ferma e immediata condanna da parte dell’Italia con il neo ministro degli Esteri Angelino Alfano che dalla Farnesina scrive «Esprimo profondo sdegno e la più forte condanna per l’uccisione dell’ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov. Questa tragedia ci rafforza ulteriormente nella convinzione di dover dare massima priorità alla lotta contro il terrorismo in un quadro di intensa cooperazione con tutti i partner internazionali».
Mert Altintas, l’attentatore che ha ucciso ad Ankara l’ambasciatore russo Andrey Karlov, lavorava nei reparti anti-sommossa della polizia: lo sostiene il quotidiano Yeni Safak, che ha riportato nuove indiscrezioni sull’uomo che ha seminato il panico durante una mostra fotografica. Intanto l’agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu fa sapere che il leader turco Recep Tayyip Erdogan ha avuto un colloquio telefonico con il presidente russo Vladimir Putin dopo l’uccisione dell’ambasciatore. Si è alzato un coro di condanna nel frattempo: la Siria di Bashar al-Assad, ad esempio, ha espresso solidarietà al governo e popolo russo. «La Repubblica araba siriana condanna nei termini più forti il vile attacco terroristico che ha portato alla morte dell’ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov» scrive l’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana. Una fonte del ministero degli Esteri, invece, spiega che l’attentato «conferma ancora una volta quanto sia urgente dedicare tutti gli sforzi per combattere il terrorismo».
L’uomo che ha ucciso Andrey Karlov nell’attentato ad Ankara si chiama Mert Altintas: lo sostengono diversi organi di stampa, tra cui il quotidiano Sabah. Il 21enne, nato a Soke, nella provincia di Aydin, si era diplomato nel 2014 all’accademia Rustu Unsal di Smirne ed era un agente di polizia. Le indiscrezioni sono state poi confermate dal sindaco Melih Gokcek. «Finché i nostri fratelli non saranno al sicuro, nemmeno voi potrete godervi la sicurezza» avrebbe urlato l’attentatore dopo aver sparato all’ambasciatore russo, aggiungendo poi: «Chiunque abbia un ruolo in una simile oppressione la pagherà, uno alla volta. Solo la morte mi condurrà via da qui». La Russia intanto piange la morte di un ambasciatore che stava cercando di ricucire i rapporti con la Turchia. Questo attentato, però, li renderà ancor più tesi. Karlov aveva intrapreso la carriera diplomatica nel 1976 e per quasi 30 anni ha lavorato in Corea del Nord, dove è stato ambasciatore dal 2001 al 2006. Poi è stato nominato vice direttore generale per gli Affari Consolari al ministero degli Esteri. Dal 2013 guidava l’ambasciata di Mosca in Turchia.
L’attentato di Ankara che ha portato all’omicidio di un ambasciatore russo ha rievocato alla memoria un fatto storico sicuramente molto importante e significativo che però non fa presagire nulla di positivo. Si parla infatti dell’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914 che diede vita alla Prima Guerra Mondiale. Il giovanissimo Gavrilo Princip infatti fu protagonista di un altro attentato in cui rimase senza vita l’arciduca Francesco Ferdinando. Quest’ultimo era l’erede al trono d’Austria-Ungheria, ma non era da solo perchè fu uccisa anche sua moglie Sofia. I due erano in visita ufficiale a Sarajevo in un giorno di festa per la Serbia e cioè per celebrare San Vito. Situazioni che vengono ribadite e chairite anche da Bill Kristol su Twitter, clicca qui per il post.
Emergono nuovi particolari in merito all’attentato avvenuto ad Ankara, nel quale l’ambasciatore russo Andrey Karlov è stato ucciso. Stando alle prime informazioni trapelate, l’attentatore, che è stato ucciso in seguito ad un blitz delle forze dell’ordine, è un islamista radicale di circa 25 anni. L’uomo si sarebbe introdotto all’interno dell’edificio che ospitava la mostra fotografica a cui stava presenziando il diplomatico mostrando un documento della polizia, quindi si sarebbe presentato come una delle guardie del corpo dell’ambasciatore russo. «Noi moriamo ad Aleppo, tu muori qui» avrebbe urlato l’attentatore prima di sparare ad Andrey Karlov. L’attentatore avrebbe poi urlato altre frasi: «Non dimenticatevi di Aleppo, non dimenticatevi della Siria» e «Allah Akbar». Sul posto è arrivato il ministro dell’Interno turco Suleyman Soylu. Il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, John Kirby, in merito all’uccisione di Andrey Karlov ha dichiarato: «Condanniamo l’attacco, da dovunque sia arrivato. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con lui e la sua famiglia».
Attentato ad Ankara, dove un uomo ha sparato ad Andrey Karlov, ambasciatore russo in Turchia. Il diplomatico è stato seriamente ferito ed è stato trasportato in gravi condizioni in ospedale, dove però è arrivato in condizioni critiche e, infatti, stando a quanto riportato da Reuters sarebbe morto. L’ambasciatore sarebbe stato attaccato da alcuni colpi di arma da fuoco ad una mostra fotografica ad Ankara. Fonti dell’ambasciata, citate dai media locali, hanno precisato che Karlov stava tenendo un discorso alla mostra “La Russia vista dai turchi” quando è stato colpito. Il portavoce Dmtri Peskov ha assicurato che il presidente russo Vladimir Putin è stato informato dell’attentato. Sono emersi i primi particolari relativi all’attentato: stando alle prime ricostruzioni, l’aggressore ha prima sparato in aria, poi ha preso di mira Andrey Karlov urlando «Vendetta per Aleppo», la città siriana presa dalle forze governative grazie al contributo militare della Russia, contro cui da giorni si susseguono manifestazioni di protesta in Turchia. Ntv cita tre persone colpite, i cui corpi sono a terra.
L’omicidio di Andrey Karlov, morto in un’aggressione a mano armata, è di matrice radicale islamica? Ne è certa l’ambasciata russa. Intanto la zona dell’attacco è stata chiusa al traffico ed è sotto stretta sorveglianza dalle forze di sicurezza. Con un blitz la polizia turca ha poi ucciso l’aggressore. L’attentato ad Ankara arriva alla vigilia dell’incontro sulla Siria che si terrà a Mosca tra il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu e i suoi omologhi russo e iraniano. Si complicano ulteriormente i rapporti tra la Russia e la Turchia dopo mesi particolarmente difficili: la crisi diplomatica che dura da mesi si è aperta con l’abbattimento di un jet russo in Turchia il 24 novembre 2015. C’era stata una schiarita lo scorso giugno con le scuse di Erdogan a Putin per l’abbattimento, ma ora bisognerà capire come reagirà la Russia all’attentato che ha portato alla morte del suo ambasciatore in Turchia.
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Clicca qui per la diretta video sugli sviluppi dell’attentato ad Ankara sul canale russo RT.