37 anni ed una “carriera” da latitante di 12. Marco Di Lauro è uno dei cinque criminali più pericolosi d’Italia e puà contare su 60 uomini impegnati nella sua protezione, oltre che di svariati milioni di euro guadagnati dal suo clan grazie all’attività di spaccio a Secondigliano. Ad inseguirlo ci sono le autorità e la Guardia di Finanza, a cui si aggiungono i reparti speciali ed infine persino l’Interpol, da quando la sua foto è stata diramata nel mondo nel 2006. Scomparso nel nulla?
Marco Di Lauro è conosciuto come “Il Fantasma” proprio per la sua capacità di mimetizzarsi, indossare parrucche e mutare sembianze, il tutto senza rinunciare ad una vita abbiente, fatta di donne e centinaia di migliaia di euro spesi per la bonifica dei suoi rifugi. Eppure secondo i suoi ex affiliati oggi pentiti, sottolinea Il Corriere del Mezzogiorno, Marco Di Lauro potrebbe in realtà trovarsi proprio a Secondigliano. Un’eventualità che non si discosta dalle storie di tanti boss del suo calibro, così attaccati al proprio rione da scegliere di non abbandonarlo nemmeno durante la latitanza.
Secondo le testimonianze di tre pentiti in particolare, Rosario Guarino, detto Joe Banana, Mario Pacciarelli, ‘O mostro, e Antonio Accurso, conosciuto come Totonno, il boss di Secondigliano è molto attento a seminare le proprie tracce. I tre avrebbero incontrato Marco Di Lauro due volte, nel 2011 e nel 2014. In quell’occasione hanno visto con i loro occhi come il boss sposti continuamente auto, indossi parrucche femminili e si mimetizzi fra donne sedendosi semplicemente sui sedili posteriori.
Boss o stratega? Secondo le rivelazioni dei pentiti Di Lauro sarebbe entrato in scena in un momento particolare, ovvero quando i clan della Vanella Grassi cercano di prendere il potere al fianco degli scissionisti e condannano a morte i Di Lauro. Eppure quattro anni dopo tutto cambia, e Marco Di Lauro riesce ad insinuarsi fra i Vanella e ad evitare l’omicidio del fratello Raffaele, capace di stringere accordi vantaggiosi persino con i propri nemici. Il tutto per cacciare dal rione “quelli del Lotto T/B”, sottolinea Esposito, e che comporta allo stesso tempo 25 morti in appena un anno e mezzo.