Caso limite che la dice lunga della realtà carceraria italiana. Un detenuto rinchiuso nel carcere fiorentino di Sollicciano è stato scarcerato in anticipo e riceverà anche un risarcimento perché la sua cella violava la Convenzione europea per i diritti dell’uomo. L’uomo aveva presentato ricorso e ha ottenuto il riconoscimento di “detenzione inumana e degradante”, in violazione di quello che stabilisce l’Europa per la detenzione, nella fattispecie l’articolo 3 della Convenzione che recita: “nessuno può essere sottoposto a tortura né a trattamenti inumani o degradanti”. Il detenuto si trovava incarcerato per reati legati alla droga: ha detto che non aveva libertà di movimento in una cella dove si trovavano in tre in neanche dodici metri quadri, con infiltrazioni d’acqua, umidità di inverno e caldo torrido d’estate fino a 50 gradi di temperatura. Secondo la Convenzione europea lo spazio minimo deve essere almeno di quattro metri quadri calpestabili a detenuto. Il detenuto lamentava invece oltre allo spazio “escrementi di piccione, muffe alle pareti e sui materassi, presenza di scarafaggi e ragni, assenza di acqua calda, meno di 4 ore di passeggio al giorno, pessimo cibo portato in cella”. Adesso gli sono stati scontati 40 giorni di carcere e devoluto un risarcimento pari a 3840 euro. Si aspettano ora altre centinaia di ricorsi.