La storia di Marzia Mocera sta facendo il giro del mondo anche perché si tratta di un caso davvero molto particolare per fortuna con un lieto fine. La donna ha scoperto di essere malata di leucemia durante la gravidanza ed è stata attuata per lei una monoterapia innovativa chemio free che ha permesso alla donna e al neonato di farcela. Di questo ha parlato anche il docente di Ematologia e Direttore dell’UO di Ematologia del Policlinico Sergio Siragusa. Ecco le sue parole a Il Giornale di Sicilia: “L’eccezionale risultato ottenuto è quello che arriva da una interazione vera tra diversi settori specialistici. Mostra che nei nostri ospedali possiamo gestire dei pazienti anche molto complessi. Dimostra che c’è un’ematologia che funziona, una ematologia che non è solo quella del Policlinico di Palermo ma proprio di tutta Italia“. Di certo l’eccellenza medica italiana ancora una volta dimostra di poter garantire la salute ai cittadini che possono superare anche problemi considerati da alcuni davvero insormontabili. (agg. di Matteo Fantozzi)
PRIMO CASO IN ITALIA
Primo caso in Italia di terapia salva vita chemio-free. Ma di cosa si tratta esattamente? Lo hanno spiegato al quotidiano Il Mattino alcuni dei medici coinvolti nello straordinario caso che ha salvato la vita di Marzia e del bambino che portava in grembo, nato in ottima salute con parto cesareo. La usuale terapia salvavita che si applica in casi come questo di leucemia, in pratica tumore, uccide rapidamente all’inizio le cellule leucemiche, ma così facendo determina il rilascio di sostanze molto tossiche. E’ stato invece impiegato un protocollo di monoterapia chemio-free: “L’obiettivo è stato quello di consentire alla paziente di portare avanti la gravidanza fino ad una età gestazionale tale da avere un parto sicuro con feto maturo. Fortunatamente la paziente ha risposto veramente bene alla terapia, con progressiva normalizzazione dei parametri ematologici e risoluzione delle complicanze emorragiche. Non solo, ma la paziente è andata in remissione molecolare” (Agg. Paolo Vites)
TERAPIA CHEMIO-FREE
Al sesto mese di gravidanza ha scoperto di essere malata di leucemia ad uno stadio avanzato. La soluzione sembrava essere un aborto terapeutico, in grado di poterle salvare la vita. Marzia ed Emanuele però, il loro bambino lo volevano e così, d’accordo con i medici hanno provato a tentare l’impossibile e ne sono usciti vincenti. “È un miracolo – dice la neo-mamma stringendo al petto il suo neonato – nessuno può immaginare quello che ho provato quando mi hanno detto che avevo la leucemia”, racconta raggiunta da Repubblica. “Siamo profondamente soddisfatti per questo importantissimo risultato ottenuto con uno straordinario lavoro di ricerca e di assistenza – ha dichiarato Fabrizio Micari, rettore dell’Università di Palermo – Il Policlinico universitario si conferma sempre più come polo di eccellenza sanitaria e come punto di riferimento, non solo per la Sicilia, ma come è dimostrato dalla particolarità di diversi casi che negli ultimi tempi sono stati curati in maniera eccezionale ed innovativa, anche a livello nazionale”. A seguire anche l’intervista di Marzia Mocera. (Aggiornamento di Valentina Gambino)
LA TERRIBILE SCOPERTA DI MARZIA
Quando ha scoperto di avere la leucemia era al sesto mese di gravidanza. Marzia Mocera, 31enne palermitana, sembrava non avere alternative. Le uniche due strade erano l’aborto terapeutico e quindi la chemioterapia. Né lei né suo marito Emanuele volevano perdere il bambino, quindi hanno detto sì alla proposta dei medici del Policlinico universitario Giaccone, che hanno prospettato la possibilità di seguire una terapia innovativa che però non era mai stata sperimentata in Italia. Marzia ha risposto molto bene alla cura e il 23 aprile è nato Andrea. Ora sia la mamma che il bimbo stanno bene. La neo-mamma parla di «un miracolo». Una cosa comunque è certa: «Nessuno può immaginare quello che ho provato quando mi hanno detto che avevo la leucemia». La terapia salvavita a cui si è sottoposta è “chemio-free”. «Fortunatamente la paziente ha risposto veramente bene al trattamento, con progressiva normalizzazione dei parametri e risoluzione delle complicanze», hanno spiegato i medici in conferenza stampa.
PALERMO, MARZIA MOCERA E LA TERAPIA CHEMIO-FREE
Marzia Mocera si è presentata in ospedale quando ha notato petecchie emorragiche cutanee agli arti inferiori, presto propagate in tutto il corpo. Lo ha raccontato Renato Venezia, docente di Ginecologia, che ha spiegato il caso della paziente. «Una consulenza con i colleghi dell’ematologia ha poi permesso la diagnosi di leucemia». La 31enne ha deciso quindi di portare avanti la gravidanza. È stato dunque deciso di iniziare la terapia salvavita (solo con acido retinoico) e terapia di supporto per il rischio emorragico, infettivo e da lisi tumorale e maturazione (sindrome da differenzazione). La gravidanza è andata avanti senza complicanze ostetriche fino alla 35,4 settimana, «quando si è deciso di procedere al taglio cesareo in quanto era già stata raggiunta un maturità fetale soddisfacente». Il 23 aprile è nato il bambino, di 2,310 chili e in perfette condizioni di salute. «Non ha necessitato di cure intensive neonatali», ha precisato Venezia. La madre, quindi, ora può intraprendere le terapie tradizionali.