Quel carabiniere deve marcire in carcere: sono le durissime parole della madre di Davide Bifolco, il ragazzo di 17 anni rimasto ucciso per errore da parte di un carabiniere durante uno stop stradale. Centinaia di persone sono scese in strada oggi per protestare contro l’accaduto e molte di esse al momento si sono recate sulla tangenziale della città campana bloccando il traffico. Durante il corteo la madre di Davide che insieme ad altre madri era in testa ha avuto anche un malore ma poi si è ripresa. Non da meno il fratello della vittima che alle telecamere ha urlato la sua rabbia nei confronti del carabiniere: lasciatecelo a noi per dieci minuti, ha detto, quel carabiniere deve pagarla, i delinquenti sono lori, ha detto ancora. Gli slogan erano tutti improntati su questo tenore: lo Stato ci uccide , carabiniere infame.
Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris ha espresso personalmente il suo cordoglio per la morte di Davide Bifolco, il 17enne del rione Traiano per non essersi fermato allo stop dei carabinieri: il ragazzo è stato ferito (accidentalmente?) mortalmente. Dunque, il primo cittadino partenopeo hha telefonato alla madre di Davide Bifolco per esprimere il suo cordoglio e la sua vicinanza, impegnandosi “in prima persona, in qualità di primo cittadino, affinché sia fatta piena luce su quanto accaduto”. Il sindaco di Napoli incontrerà, nei prossimi giorni, i familiari del ragazzo. Lo rende noto l’ufficio stampa del sindaco di Napoli.
In provincia di Napoli, nel rione di Traiano, ha perso la vita il diciassettenne Davide Bifolco, colpito da un proiettile partito accidentalmente dalla pistola di un carabiniere 22enne, mentre era alla guida del suo scooter con a bordo altre due ragazzi. Mentre il militare è stato accusato di omicidio, il leader della Lega Nord Matteo Salvini è intervenuto così a riguardo della vicenda, commentando su Twitter “La morte, soprattutto se di un giovane, è sempre una tragedia; ma fermarsi all’alt dei carabinieri è un obbligo”.
Nel rione Traiano, a Napoli, esattamente nel punto in cui ha perso la vita il 17enne Davide Bifolco a causa di un proiettile accidentalmente sparato da un’arma di un carabiniere durante un inseguimento sul suo scooter, si stanno pian piano accumulando mazzi di fiori. In quel luogo si è recato anche il parroco della comunità, padre Lorenzo Manca, che ha affermato “Non c’è da stupirsi che accadano cose del genere”, proprio perché “il rione è così densamente popolato” e inoltre, aggiunge il parroco, in questo luogo “lo Stato non lo vedono”. Padre Lorenzo Manca è stato inoltre vicino ai familiari della giovane vittima.
“Prego per i ragazzi, per i genitori, per tutti perchési faccia tutto il possibile per evitare queste situazioni dolorose che veramente fanno lacrimare il cuore”. Sono queste le parole di Crescenzio Sepe, cardinale di Napoli, commentano l’assurda morte di Davide Bifolco, il ragazzo di 17 anni ucciso da un carabiniere nel corso di un inseguimento a Napoli. “Sono vicino – ha affermato l’arcivescovo – ed esprimo tutta la solidarietà ai familiari e a tutti e offro la mia preghiera, soprattutto, affinché il Signore dia forza e coraggio per sostenere una prova così difficile”.
Dopo che è stata avviata l’indagine per omicidio colposo in seguito all’uccisione del 17enne napoletano, ad opera di un carabiniere; e in seguito alle dichiarazioni del procuratore Nunzio Fragliasso, si è chiarito chi fosse il reale ricercato dalle forze dell’ordine. Infatti, sullo scooter che la polizia stava inseguendo c’erano altri due ragazzi oltre a Davide Bifolco, ucciso da un colpo di proiettile partito accidentalmente dalla pistola del militare 22enne: si trattava di Salvature Triunfo, un 18enne con precedenti reati di danneggiamento, che è trattenuto in caserma e di un altro ragazzo, ancora latitante. Proprio quest’ultimo era ricercato dalla polizia, perché evaso dagli arresti domiciliari il febbraio scorso.
È indagato per omicidio colposo il carabiniere che ha aperto il fuoco ieri notte uccidendo Davide Bifolco, il ragazzo di 17 anni che ha perso la vita dopo un inseguimento nel rione Traiano a Napoli. Il procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso ha fatto sapere che è stata avviata una indagine “diretta a ricostruire l’accaduto senza trascurare alcuna ipotesi”, anche se l’iscrizione nel registro degli indagati è comunque “un atto dovuto anche a garanzia dello stesso”. Fragliasso ha quindi aggiunto che, allo stato delle attuali acquisizioni investigative, si può “senz’altro affermare che è stato esploso un solo colpo d’arma da fuoco dal militare e che l’evento si è verificato in occasione di un inseguimento finalizzato alla cattura di un soggetto ricercato dalle forze dell’ordine in esecuzione di un provvedimento restrittivo, che era in compagnia del giovane deceduto”.
“Ho visto prendere la mira. Dopo l’uccisione lo hanno anche ammanettato”. E’ questa la versione fornita da un testimone del tragico episodio avvenuto ieri notte in cui ha perso la vita Davide Bifolco, il ragazzo di 17 anni ucciso a Napoli da un colpo di pistola sparato da un carabiniere. Il video, pubblicato dal sito videoinformazioni.it, è stato riportato dal Corriere della Sera. “Stavamo percorrendo un viale quando ad un certo punto una macchina dei carabinieri è andata contro lo scooter di Davide – ha raccontato sempre al Corriere della Sera un amico della giovane vittima, Enrico – È iniziato l’inseguimento, è stata puntata la pistola e Davide è stato ucciso. Poi l’hanno ammanettato come il peggior dei criminali, nonostante fosse già stato colpito”.
Davide Bifolco, il ragazzo di 17 anni ucciso a Napoli da un carabiniere, non si sarebbe fermato all’alt dei militari “perché guidava uno scooter non suo, non era assicurato e non aveva il patentino”. Lo ha detto il fratello della vittima, Tommaso. “La mia famiglia non aveva soldi per comprare un motorino a Davide – ha aggiunto – Forse si è spaventato, forse voleva evitare il sequestro del mezzo e per questo non si è fermato davanti alle forze dell’ordine”. Anche la mamma del giovane ucciso ha raccontato gli ultimi momenti di vita del figlio: “Ieri sera è venuto da me, aveva freddo e mi ha chiesto un cappellino. Mi ha detto: ‘Mamma, faccio l’ultimo giro col motorino e torno a casa’. Poi, mi sono venuti a chiamare, volevano i documenti. Sono scesa in strada e ho visto Davide a terra. Ho cercato di muoverlo, l’ho preso per il braccio, ma non si muoveva più. Era già morto”. “Se ha il coraggio – ha concluso la madre – quel carabiniere deve uccidere anche me, perchè mi ha ucciso mio figlio”.
“Non è caduto durante l’inseguimento, è stato speronato e ucciso”. A parlare, tra le lacrime, è il fratello del diciassettenne ucciso questa notte da un colpo di pistola sparato da un carabiniere dopo un inseguimento nel rione Traiano, a Napoli. “È stato un omicidio, non s’inventassero scuse. È stato un omicidio”, ha detto ancora il ragazzo. Continuano intanto le proteste di alcune persone che in queste ore sono scese in strada per manifestare la propria rabbia dopo il tragico episodio: un’auto della polizia è stata completamente distrutta, mentre altre sono state danneggiate. Tantissimi parenti e amici del giovane hanno raggiunto l’ospedale San Paolo, dove si trova la salma su cui verrà presto effettuata l’autopsia.
Un ragazzo di 17 anni è morto a Napoli, ucciso da un colpo di pistola sparato, sembra accidentalmente, da un carabiniere. E’ accaduto questa notte nel rione Traiano, quartiere di Soccavo, dove il giovane stava viaggiando con altre due persone a bordo di un motorino. All’alt dei militari del Nucleo Radiomobile di Napoli, i ragazzi non si sono fermati ed è iniziato l’inseguimento: arrivati in via Cinthia, il conducente dello scooter ha perso il controllo del mezzo dopo aver urtato un’aiuola e i tre sono caduti a terra. Uno di loro è fuggito a piedi riuscendo a far perdere le sue tracce. Secondo una prima ricostruzione, sembra che uno dei carabinieri stesse bloccando gli altri due ragazzi quando accidentalmente è partito un colpo di pistola che ha raggiunto il diciassettenne. Immediato il trasporto all’ospedale San Paolo, dove però è morto poco dopo. La notizia ha scatenato la rabbia dei residenti, che hanno completamente distrutto un’auto della polizia e danneggiata un’altra. Gli inquirenti stanno adesso raccogliendo le testimonianze per tentare di ricostruire la dinamica dei fatti.
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