, alias Igor Vaclavic, ha un complice che lo sta proteggendo e nascondendo in un luogo sicuro. Lo sostengono i magistrati che stanno conducendo l’inchiesta sul killer di Budrio e Portomaggiore. Per questo ora non può più essere considerato un fuggitivo, bensì un latitante. Anziché vivere ancora alla macchia, Igor Vaclavic ora sarebbe nascosto tra “mura amiche”. Come riportato da Repubblica, non è detto che conoscesse direttamente la prima vittima, Davide Fabbri, ma probabilmente ha usato un complice. Per questo si ritiene che esista un basista, costretto a nascondere Igor Vaclavic per non essere coinvolto in un’indagine che potrebbe costargli caro. Qualcuno che ha interesse che non venga catturato potrebbe averlo “accolto”. Non si esclude che venga anche ricattato da Norbert Feher.
I carabinieri hanno quindi cambiato metodo di ricerca e rimodulato le forze in campo. Il contingente di militari per i rastrellamenti è stato ridotto, il grosso dell’attività è nelle mani dei reparti investigativi. Sul posto ci sono “solo” una quarantina di uomini pronti ad agire nel momento in cui dovesse essere avvistato. (agg. di Silvana Palazzo)
Le ricerche mirate a catturare definitivamente Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, proseguono da oltre due mesi senza particolare fortuna. C’è chi dubita in modo sempre più determinato che il serbo 36enne non sia più neppure in Italia, ma le indagini intanto proseguono senza sosta, ponendo gli inquirenti di fronte a tutta una serie di interrogativi. Uno di questi è quello che sta tormentando chi indaga e che inevitabilmente è stato posto a Maria Sirica, moglie della prima vittima di Igor Vaclavic. Nella mattina di giovedì, come racconta il quotidiano Il Resto del Carlino, la donna, coniuge del barista di Budrio Davide Fabbri, è stata sottoposta ad un’audizione nella Caserma di Bologna al cospetto del pm Marco Forte. Dopo un leggero malore ma che fortunatamente non ha richiesto l’intervento di un’ambulanza, è stato il momento delle domande, a partire dal quesito primario che da oltre due mesi tormenta gli inquirenti: perché Igor scelse proprio il bar di Budrio per compiere la sua rapina poi tramutatasi in delitto?
Cosa lo avrebbe spinto quel primo aprile, a recarsi presso un bar piuttosto isolato i cui incassi sarebbero stati chiaramente modesti? Domande, queste, alle quali la vedova di Davide Fabbri non ha saputo rispondere. La donna ha però ammesso al magistrato di non aver mai visto Norbert Feher prima dell’agguato nel bar e dell’assassinio del marito.
Ma le domande non si esauriscono qui, in quanto gli inquirenti hanno preso in esame anche due elementi ben precisi e che susciterebbero nuovi dubbi. Il primo avrebbe a che fare con le armi della vittima. Il barista di Budrio ucciso da Igor Vaclavic, infatti, era in possesso di un fucile da caccia e di due pistole legalmente detenute e denunciate e che l’uomo custodiva nell’appartamento nel quale viveva con la moglie, proprio sopra il bar poi diventato la scena del terribile omicidio. A tal proposito Maria ha chiarito che il marito era in possesso di un porto d’armi per uso sportivo e che era solito andare al poligono a sparare di tanto in tanto. Le armi, così come i proiettili, sono stati sequestrati ed attualmente al vaglio dei carabinieri.
Il secondo elemento che attanaglia le forze dell’ordine che indagano sul delitto di Davide Fabbri commesso da Igor Vaclavic, ha a che fare con il giallo degli orologi. Il riferimento è alla collezione di Fabbri contenente una decina di oggetti, tra orologi di pregio e pendole, queste ultime antiche ma non particolarmente di valore. Qual è la provenienza di questa collezione di orologi? La vedova Fabbri ha replicato asserendo che il marito era riuscito negli anni a comprare parte dei pezzi nei vari mercatini. La domanda, a questo punto, resta sempre la medesima: cosa avrebbe spinto Igor Vaclavic a scegliere proprio quel bar? Potrebbero essere gli orologi la chiave del giallo?
Gli inquirenti starebbero seguendo anche questa pista ponendo l’attenzione sulla possibilità che qualche badante conosciuto dalla coppia potesse aver riferito a Feher dell’esistenza degli orologi. Ma non si esclude neppure l’ipotesi che Igor possa aver avuto qualche dissidio con eventuali ricettatori prima che quegli orologi finissero legittimamente nelle mani del barista di Budrio ucciso. Al momento, chiaramente, si parla ancora di dubbi, sospetti, semplici ipotesi ma che fanno ben intendere come il lavoro degli inquirenti, a dispetto delle polemiche in atto, non si sia ancora fermato.