Si è conclusa con un lieto fine la vicenda, che ha dell’assurdo, di Xhevahir Gjuta detto Jimmy, il sub l’albanese di 26 anni che era scomparso in mare, durante un’immersione a Punta Ala, a marzo scorso. In realtà il sub ha solo fatto finta di sparire, e per quattro mesi ha vissuto nell’ombra. Jimmy, cameraman di Teletirreno, il 14 marzo 2013 ha deciso di sparire.
Era stato suo cugino, con cui viveva a Grosseto, a denunciarne la scomparsa, e da quel momento, per 10 giorni, Polizia, Carabinieri e Guardia Costiera si erano impegnati per cercarlo sfidando anche le difficili condizioni del mare. L’auto del ragazzo era stata trovata all’imbocco di un sentiero che porta a una spiaggia con scogli e in riva al mare erano stati trovati gli abiti del sub, aprendo nuovi possibili scenari oltre alla morte in mare: forse Jimmy si era avviato a piedi o aveva preso un passaggio da alcuni amici.
“Quando suo cugino dette l’allarme ai carabinieri e cominciarono le ricerche, tutta la città pensò al peggio. Jimmy si era immerso a Punta Ala. Probabilmente era morto proprio lì”, scrive Il Tirreno ricostruendo l’intera vicenda. Ma la realtà è un’altra Jimmy ha solo finto di sparire in mare: il ragazzo, senza documenti e senza identità, è scappato a Milano e per quattro mesi ha vissuto per strada.
Perché? “C’erano troppe cose che avrebbe voluto cambiare della sua vita: c’era un matrimonio fissato il 15 aprile in Albania, c’era una vita lontana dalla sua terra d’origine, in Maremma, c’era il lavoro e c’erano tante responsabilità che insieme hanno probabilmente creato quel corto circuito che lo ha spinto a scappare“. In Albania ancora oggi le famiglie promettono i propri figli al miglior partito, e forse il ragazzo non si sentiva pronto a un passo del genere con una ragazza che chissà da quanto non vedeva. Sabato scorso Jimmy, forse stanco della vita per strada, è riapparso a Grosseto dove ha fatto visita a un’amica. Poi si è presentato ai carabinieri di Punta Ala e ha raccontato, tra le lacrime, tutto quello che gli era successo durante questi quattro mesi, facendo del tutto per non farsi rintracciare da polizia e parenti, compresa la sua fidanzata. Il ragazzo voleva solo allontanarsi da una vita che non sentiva più su, non aveva intenzione di inscenare la sua morte. Ma ogni gesto ha delle conseguenze e ora il sub dovrà chiedere scusa a coloro che per dieci giorni hanno sfidato i marosi per cercarlo e con quelli che lo hanno pianto pensando che fosse stato inghiottito dal mare.