Anche in questa prima domenica di Marzo il Santo Padre ha celebrato l’Angelus in Piazza San Pietro, poco prima dell’inizio ufficiale di un periodo di profondo e vissuto ritiro di preghiera che coinvolgerà non soltanto Papa Francesco ma anche i suoi collaboratori della Curia. La scelta del Pontefice per la località preposta agli esercizi spirituali, che i suoi precedessori (il Papa emerito Benedetto XVI e prima di lui Giovanni Paolo II) avevano sempre svolto rigorosamente nel Vaticano, è caduta sulla Casa dei Paolini del Divino Amore, ad Ariccia. Il ritiro spirituale del Santo Padre si concluderà venerdì 10 Marzo; cinque giorni nei quali il Pontefice sospenderà ogni tipo di udienza pubblica e privata per dedicarsi interamente a una comunione con lo Spirito Santo. Il ritiro spirituale di Papa Francesco e della sua cerchia di fedelissimi segna l’inizio del periodo della quaresima, iniziato ufficialmente con il Mercoledì delle Ceneri e che si concluderà a Pasqua, il 16 Aprile. E proprio sulla quaresima, la sua importanza e il suo significato intrinseco al messaggio della religione cattolica si è soffermato il Sommo Pontefice nel corso dell’Angelus odierno. Papa Francesco, durante il suo intervento dal balcone in Piazza San Pietro, ha augurato ai fedeli un periodo quaresimale fruttuoso, che accompagni a una più profonda comprensione di sé, degli altri e del significato della Fede nella propria esistenza.
La quaresima, ha proseguito Papa Francesco, deve essere intesa dai fedeli Cattolici come “un cammino di conversione, di lotta contro il male con le armi della preghiera, del digiuno e delle opere di carità”. Argomenti che il Santo Padre aveva già discusso con dovizia di particolari nella giornata di ieri, durante l’omelia a Santa Marta, in cui fra l’altro si era espresso con schiettezza riguardo l’importanza di vivere il digiuno quaresimale non solo come una facciata, ma con sincero spirito di pentimento ed espiazione per i propri peccati e quelli dell’umanità; ancora una volta il Pontefice ha puntato il dito contro l’arroganza, la superbia e l’ipocrisia, invitando a una solidarietà e a uno spirito di fratellanza più partecipi, semplici e meno enfatici. Durante l’Angelus odierno, Papa Francesco è anche tornato su un altro argomento molto caro al suo pontificato, ovvero la resistenza contro le tentazioni, sia del peccato (che si identifica con la figura di Satana) come di un’era moderna sempre più orientata a un individualismo gretto e impersonale, che snatura l’uomo dalla sua comunione più intima con il Divino. E’, sostiene Papa Francesco, il significato della triplice tentazione che Satana rivolge a Gesù per assicurare la supremazia delle forze del male e delle sue false promesse di ricchezza, gloria e potere. Una tentazione a cui Gesù risponde tracciando la via che i fedeli devono seguire nel corso della Quaresima, ossia rifacendosi interamente alla Parola di Dio, al messaggio contenuto nella Bibbia.
Sull’importanza di leggere regolarmente i passi della Bibbia, e di cercare risposte agli interrogativi che affliggono l’animo umano proprio nei suoi versetti, il Papa si era già soffermato in più occasioni; del resto il ritorno a una preghiera raccolta, a un catechismo delle piccole cose e della semplicità, ma anche a un ricorso più frequente della preghiera per affrontare gli ostacoli e le difficoltà della vita, è stato una caratteristica del pontificato di Francesco fin dai suoi esordi. Ricordiamo che proprio il Santo Padre negli anni scorsi aveva contribuito a diffondere la preghiera della Misericordia di Suor Faustina Kowalska, e nel 2014 distribuito in Piazza San Pietro – e durante le sue visite religiose a chiese e istituti religiosi della Capitale – dei Vangeli tascabili che i fedeli potessero portare sempre con sé. Anche durante l’Angelus di oggi, Domenica 5 Marzo, il Pontefice è tornato fra l’altro a parlare di questo argomento, ricordando ai presenti quanto sia importante leggere regolarmente il messaggio divino contenuto nella Bibbia e nei Vangeli; “Non dimenticate”, ha invocato il Santo Padre “cosa succederebbe se trattassimo la Bibbia come trattiamo il nostro telefono cellulare”. Una Bibbia equiparata a telefonini e tablet in un paragone certamente polemico, ma che vuole da un lato sottolineare la vuota importanza che viene attribuita a questi dispositivi, sempre più parte integrante della nostra vita al punto da aver sostituito in molti casi i rapporti interpersonali di uguaglianza e fraternità che sono i cardini del Cattolicesimo, e dall’altro come la parola di Dio contenuta nella Bibbia e nei Vangeli sia comunque sempre attuale e possa raggiungere il cuore dei fedeli anche in era tecnologica, avallandosi di qualsiasi strumento per guidarli a “seguire le orme di Cristo” nel periodo quaresimale che conduce alla Pasqua.