La denuncia è di quelle gravissime e ovviamente andrà verificata con tutte le dovizie del caso dagli inquirenti, ma le ultime che arrivano sul conto di Don Andrea Contin, il prete del Padovano accusato di violenza e favoreggiamento della prostituzione, sono davvero inquietanti. A parlare è la presunta amante del parroco un tempo responsabile della canonica di San Lazzaro che tratteggia un profilo di Don Contin con ben poche scusanti. Sul Gazzettino di oggi si trovano le varie dichiarazioni che la donna, oggi 50enne ed ex parrocchiana di San Lazzaro, ha rilasciato di fronte agli inquirenti quando ha denunciato Don Contin: «sembrò avere uno sguardo particolare nei miei confronti», spiega la donna che racconta come la Diocesi aveva mandato Don Contin dopo l’esperienza traumatica col precedente parroco che si era spretato dopo aver confessato di aver avuto un figlio. «Nel febbraio/marzo 2011 ci fu il primo rapporto sessuale in canonica che non fu dolce ma marcatamente aggressivo – racconta nella denuncia -. Nonostante ciò mi sentivo sempre più innamorata e felice per le sue tante attenzioni». I racconti delle esperienze sessuali specifiche ve le risparmiamo, ma purtroppo non possiamo tacere sui racconti “allargati” fatti dalla presunta amante di Don Contin: «Aveva sempre con sé una valigetta con vibratori, maschere, capi in pelle già visibilmente usati da altre donne. Aveva postato le mie foto nuda sul sito per coppie “Sexycommunity” e anche sul sito “La moglie offerta”. Mi chiamava “schiava”, mi comprò una ciotola per animali e un guinzaglio», si legge con orrore nelle pagine pubblicate dal Gazzettino. Le ultime accuse sono gravissime e ovviamente vanno tutte ancora verificate: la donna racconta di aver dovuto subire rapporti con uomini di colore, altre parrocchiane e ragazzini che frequentavano il campetto di calcio del patronato.
I PAGAMENTI DELLE ORGE
Insomma, un racconto da brividi per uno scandalo a luci rosse che coinvolge sempre di più l’ex parroco della Chiesa padovana di San Lazzaro: una canonica “hot”, non certo tenuta come la Casa del Signore, ma dimora di peccato e purtroppo anche presunti reali. «Nei messaggi recuperati dall’ingegner Nicola Chemello con la consulenza informatica sui due pc, sul tablet, sullo smartphone e sulla decina di chiavette Usb sequestrati il 21 dicembre scorso all’ex parroco, sospeso A Divinis dal vescovo di Padova Claudio Cipolla, c’è un riferimento esplicito al fatto che negli incontri sessuali organizzati in canonica circolassero soldi»: la novità arriva dal Gazzettino con il servizio a cura di Nicola Munaro, e i dettagli sono anche qui inquietanti. Nei messaggi infatti Don Contin sembra rivolgersi alla sua amante “prediletta” con «frasi inequivocabili sulla possibilità di farsi pagare durante i rendez-vous erotici che il sacerdote organizzava al secondo piano della casa parrocchiale», si legge ancora sul quotidiano veneto. La difesa di Don Contin spinge sui suoi errori “come uomo”, ma che non sarebbe mai venuto meno all’esercizio del parroco: ovviamente anche su questo il Vaticano si dovrà pronunciare, in particolare la Congregazione del Clero che dovrà giudicare alla base degli atti ricevuti dalla Diocesi, completamente ostile all’operato scandaloso di Don Contin.