Nessun commento dagli avvocati difensori di Berlusconi. Intanto la notizia della conferma della condanna di Berlusconi sta facendo il giro del mondo, è breaking news sui maggiori siti mondiali come la BBc. Ha invece parlato il segretario del Pd Epifani (dopo l’esultanza di Beppe Grillo): “Oggi dopo il verdetto di condanna il Pd esprime totale rispetto per la sentenza. La condanna di Silvio Berlusconi è un atto di grande rilevanza, per quanto ci riguarda la sentenza va rispettata, eseguita e applicata. Il Pd chiede a tutte le forze politiche e in particolare al Pdl di esprimere comportamente rispettosi verso la magistratura”
“Berlusconi è morto, viva Berlusconi”: è l’immediato commento di Beppe Grillo sul suo blog, il primo politico a dare un commento sulla sentenza Mediaset. Grillo paragona la condanna confermata a Berlusconi con il crollo del muro di Berlino, un muro quello di Berlusconi che, dice, ci ha sperati dalla democrazia. Chi lo piangerà adesso, chiede? Non i suoi fedelissimi che come Craxi se lo dimenticheranno in fratta, ma “lo piangeranno i Violante, i D’Alema, le Finocchiaro, i Bersani, i Veltroni, i Fassino che lo hanno tanto amato e a cui devono la loro fortuna. Per il pdmenoelle Berlusconi ha rappresentato l’assicurazione sulla vita, il malloppo elettorale. L’unico programma del pdmenoelle è stato quello di smacchiare il giaguaro per poi divorare insieme a lui l’Italia”. Un muro è crollato, conclude, ma ne deve crollare un altro, quello del Pd.
Ecco come l’ha spiegata l’avvocato Filippo Dinacci, che nel processo Mediaset in Cassazione ha difeso Gabriella Galetto, e che difende l’ex premier in altri procedimenti, la parte della sentenza relativa all’interdizione: “La pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, per Silvio Berlusconi, potrebbe ridursi fino a un anno di interdizione, perché le norme alle quali ha fatto riferimento il dispositivo del verdetto prevedono un’interdizione da un anno a un massimo di tre. La misura dunque la rideterminerà la corte di Milano”.
In aula per ascoltare la lettura del verdetto sul processo Mediaset, il sostituto procuratore generale Antonio Mura e gli avvocati Roberto Borgogno e Francesca Coppi, in difesa dell’ex premier Silvio Berlusconi. Per la procura ci sono anche i sostituti Elisabetta Cesqui e Pietro Gaeta. La corte di cassazione legge l’attesa sentenza: annullata la pena accessoria di cinque anni e rinviato al tribunale di Milano per decidere nuova pena accessoria perché valutazione non consentita alla Corte di Cassazione. Ma dichiara irrevocabili tutte le altre parti della sentenza cioè confermata la condanna a quattro anni di carcere. Accolta la richiesta del procuratore generale, ma non sarà la corte di cassazione a determinare la pena accessoria, dovrà essere rifatto un processo apposito dal tribunale di Milano.
Come da procedure, dopo l’apertura dei portoni del palazzo, dovrebbe passare circa mezz’ora dalla lettura della sentenza per il processo Mediaset. Un tempo lunghissimo ha tenuto occupati i giudici della Cassazione, entrati in camera di consiglio alle ore 12 e 30. Si era detto che la sentenza sarebbe stata pronunciata verso le 17 invece il ritardo si è accumulato a oltre due, segno che i giudici hanno trovato serie difficoltà a mettersi d’accordo. L’attesa è altissima, telecamere e obiettivi fissi sul cosiddetto “palazzaccio” della Cassazione: anche la Cnn, La BBc e Al Jazeera. Gli occhi del mondo insomma per sapere cosa succederà a Silvio Berlusconi. Che come si sa non è in aula a sentire la lettura della sentenza ma a Palazzo Grazioli con i figli Piersilvio e Marina e i fedelissimi del partito. Smentite le voci di una possibile manifestazione del Pdl, davanti al palazzo della Cassazione solo pochi rappresentanti dell’esercito di Silvio. Tensione e attesa dunque per sapewre se la condanan a quattro anni di carcere e cinque di sospensioen dai pubblici uffici sarà confermata, modificata o cancellata.