Il fumo fa male, ma il contrabbando di sigarette fa due volte male, anzi tre: alla salute anche peggio, perché spesso le “bionde” contrabbandate sono piene di eccipienti tossici a basso costo; all’erario dello Stato, perché si calcola che il mercato illegale del fumo sia pari al 6% del totale, in crescita, e sottragga quindi risorse tributarie importanti alle casse pubbliche; e alla società nel suo insieme, perché negli ultimi tempi il contrabbando è diventato preda del potere della grande criminalità che quindi i suoi proventi finanziano, senza escludere addirittura la possibilità che rivoli di soldi sporchi raggiungano persino il terrorismo internazionale.
C’è tutto questo e molto di più dietro una grande campagna di comunicazione sociale lanciata oggi in Italia, senza risparmio di forze, da Philip Morris International, con la pubblicazione su 18 testate giornalistiche di una pagina grafica di contenuto inequivocabile e forte impatto che dice: “#un peso per tutti – chi compra sigarette di contrabbando finanzia la criminalità organizzata. Non scambiare un piccolo risparmio con un costo sociale molto più grande”. Sopra gli slogan, un disegno dignettistico che rappresenta tre figure – un uomo, una donna e un agente di pubblica sicurezza -sovrastati e schiacciati da una montagna di scatoloni su cui si leggono i titoli dei giornali che danno notizie sul contrabbando. Un uso opportunamente attento – e quasi elogiativo – dei titoli dei giornali, in un momento storico in cui altri titoli degli stessi giornali vengono ridicolizzati nel dibattito politico…
In realtà, la lotta al contrabbando è un fronte su cui Philip Morris esprime un fortissimo impegno, sia per recuperare le quote di mercato perse a favore della criminalità, soprattutto negli ultimi anni di crisi, sia per stringere i già buoni rapporti istituzionali che ha in Italia, essendo di gran lunga il primo acquirente di tabacco italiano.
Del resto, il fenomeno è davvero preoccupante. Nel 2014 sono state sequestrate sigarette pari al 50% di tutta la merce sottratta al contrabbando. Sulle stesse rotte del traffico di stupefacenti ora viaggiano anche le bionde e le armi. L’ultimo rapporto di KPMG sul commercio illecito del tabacco in Europa dice che in Italia il consumo di sigarette illecite è cresciuto nel 2014 del 20% rispetto al 2013, raggiungendo i 4,42 miliardi di sigarette, con 4,42 milioni di unità vendute. Nell’Unione europea le sigarette illegali nel 2014 rappresentano il 10.4% del consumo totale. I costi di questo mercato superano gli 11 miliardi di euro sotto forma di mancate entrate erariali.