La decisione è arrivata, o almeno, la Corte ha espresso un’indicazione abbastanza certa della data in cui darà sentenza sul caso Charlie Gard. Tra lunedì 24 luglio e martedì 25 i giudici dell’Alta Corte di Londra, in seguito alle conclusioni tratte dalle analisi degli esperti medici che verranno svolte nella prossima settimana. Stando a quanto racconta il reporter di Sky News, Joshua Rozenberg, il medico Usa Michio Hirano lunedì 17 (o al più tardi martedì 18) visiterà Charlie al GOSH insieme al pool di medici internazionali: «Per l’udienza finale sono state individuate le date di lunedì e martedì 24 e 25 luglio, dopo una seduta ‘intermedia’ in programma venerdì 21», spiega in un tweet il giornalista Uk in diretta dall’udienza “tecnica” tenutasi oggi pomeriggio a Londra. Un fattore importante è stato deciso dal giudice Francis: al meeting parteciperà un medico “indipendente” che garantirà il corretto svolgimento della fase finale di questa immensa e interminabile vicenda tra il medico e il giuridico.
È Michio Hirano il medico che è stato ascoltato durante l’udienza di ieri all’Alta Corte di Londra in relazione al caso di Charlie Gard. Il neurologo statunitense ieri in collegamento video da New York ha parlato del trattamento sperimentale a cui i genitori del piccolo vorrebbero sottoporlo. Il giudice Nicholas Francis oggi ha tolto il divieto di rendere noto il suo nome. Tra lunedì e martedì lo specialista, un esperto di malattie mitocondriale, incontrerà i medici del Great Ormond Street Hospital. Il legale della famiglia di Charlie Gard ha detto alla Corte che all’incontro potranno partecipare solo i medici e i genitori del bambino, quindi non saranno presenti avvocati. Il meeting sarà comunque trascritto affinché il giudice sappia cosa hanno detto. Michio Hirano è affiliato al New York Presbyterian University Hospital ed è responsabile della Divisione disordini neuromuscolari al Dipartimento di neurologia della Columbia University. Intanto i medici inglesi hanno fatto sapere che Charlie Gard è cresciuto, ma le sue condizioni di salute non sono migliore. L’ospedale ha rivelato che recentemente ha cominciato a somministrare al piccolo una bassa dose di morfina orale: «Ci sono segni di deterioramento», riporta Adnkronos. (agg. di Silvana Palazzo)
I genitori del piccolo Charlie Gard sono tornati oggi in aula presso l’Alta Corte di Londra, che dovrà decidere se il piccolo potrà essere sottoposto a cure sperimentali, magari all’estero, a causa della sua grave malattia genetica. Il giudice Nicholas Francis ha comunicato a Chris Gard e Connie Yates la nomina di un esperto americano, il prof. Michio Hirano della Columbia University Medical Center. Da New York verrà a Londra per incontrare i medici del Great Ormond Street Hospital, dove Charlie Gard è tenuto in vita respirando artificialmente. Il medico, che arriverà a Londra lunedì, deciderà se il protocollo sperimentale sarà praticabile. Per i media britannici però bisognerà aspettare almeno una decina di giorni per una decisione legale. Dell’incontro verrà prodotto un documento che l’Alta Corte prenderà infatti in esame in una nuova seduta il 24 luglio. Il giudice ha ribadito la disponibilità ad accogliere qualsiasi accordo tra le équipe mediche, ma anche che Charlie Gard non potrà essere trasferito senza il permesso della Corte. (agg. di Silvana Palazzo)
Sempre insieme, mano nella mano, Connie Yates e Chris Gard nella lotta per tenere in vita il piccolo Charlie. I genitori del bimbo affetto da una malattia genetica rara sono arrivati presso l’Alta Corte per l’udienza che starebbe prendendo il via proprio in questi minuti. Sono ore decisive per Charlie Gard: la speranza dei suoi genitori è di poterlo sottoporre ad una terapia sperimentale. A tal proposito, ieri in tribunale è stato ascoltato un professore americano: il medico ha spiegato che Charlie sarebbe il primo paziente a ricevere la terapia in questione, ma che ci sono buone possibilità che le sue condizioni migliorino con il trattamento sperimentale. Stando a quanto riportato dal Mirror, si parla di un 50% circa di possibilità. Il medico, la cui identità non è stata svelata per motivi legali, ha precisato che la percentuale oscilla dall’11 al 56%. Anche per questo i genitori di Charlie Gard sperano che venga loro data la possibilità di far sottoporre il piccolo alla terapia sperimentale. (agg. di Silvana Palazzo)
The parents of #CharlieGard, Connie Yates and Chris Gard, arrive at the High Court ahead of another hearing. pic.twitter.com/onF3B24FBe
— Adele Robinson (@SkyNewsAdele) 14 luglio 2017
Ha parlato in una intervista esclusiva con la Repubblica, la mamma di Charlie Gard, Connie Yates, e lo ha fatto confessando tutta la sua speranza ancora accesa per vedere quel piccolo figlio così “sfortunato” provare un ultima cura sperimentale, sempre che l’Alta Corte di Londra conceda questa richiesta dei genitori Gard. «Finalmente i medici sembrano collaborare», ha spiegato mamma Connie dopo l’udienza avvenuta ieri e in attesa di quella “tecnica” in programma questo pomeriggio alle ore 14. Un team di medici, come abbiamo spiegato prima, si ritroverà nella prossima settimana – oggi il giudice Francis dovrà stabilire date e scadenze certe – e questo è stato accolto come un dato più che positivo dalla famiglia del piccolo bimbo inglese. «La speranza non la perdo. Vorrei dire di più. Ma gli avvocati mi hanno spiegato che è meglio di no», afferma sibillina la moglie di Chris Gard. Oggi pomeriggio le ultime novità arriveranno dall’Alta Corte e forse a quel punto anche i genitori diranno di più.
Emergono nuovi dettagli, in attesa della nuova udienza per Charlie Gard in programma oggi alle ore 14 sempre presso l’Alta Corte di Londra. Pare infatti che il giudice Nicholas Francis oggi ha convocato l’udienza per stabilire un giorno della prossima settimana per riconvocare definitivamente la Corte e decidere sulle sorti del piccolo bimbo inglese affetto dalla gravissima malattia mitocrondriale. Secondo la Bbc, la prossima settimana la decisione della Corte sarà presa dopo un consulto, a questo punto decisivo, con un pool di medici da ogni parte del mondo, tutti gli esperti delle malattie mitocondriali: italiani, spagnoli, inglesi, americani, tutti attorno a Charlie per portare quelle “nuove prove decisive” richieste da Francis ancora ieri durante l’ultima udienza davanti ai genitori del piccolo bimbo inglese. La decisione è “semplice”, c’è una cura spendibile oppure no?
Raccontare per intero la giornata di ieri per il caso Charlie Gard ha praticamente dell’impossibile: tra liti, scontri in aula, giudici, avvocati, medici inglesi e americani, protocolli e incomprensioni, la tenuta mentale e umana dei genitori Gard ha avuto dell’incredibile. Una sentenza non è arrivata e non vi è certezza che arrivi oggi, nonostante il giudice Francis abbia convocato per le ore 14 una nuova riunione “tecnica” (anche per il primo giudice dell’Alta Corte di Londra il lavoro è tutt’altro che semplice, sotto gli occhi praticamente del mondo intero). Ci soffermiamo allora su due immagini: la prima vede Francis prima chiedere per oggi nuove informazioni sulle cure sperimentali, poi a fine udienza ammettere, «inevitabile il fatto di non riuscire ad arrivare a una decisione domani (oggi, ndr), invito gli avvocati e i medici a trovare il maggior consenso e comprensione possibili delle opinioni altrui. Le parti sono inviate anche a organizzare un incontro interdisciplinare tra medici nei prossimi giorni». La situazione è delicatissima, e i giudici ne hanno avuto una ulteriore prova ieri: arrivare con certezza a sentenziare, come avvenuto settimane fa, sullo spegnimento dei macchinari non è certo così “leggero” come poteva sembrare. «Noi abbiamo detto che Charlie non sta soffrendo, se invece soffrisse noi non saremmo qui a lottare», continuano a ripetere i genitori, come del resto confermato anche dal medico esperto dagli Usa, collegato in video conferenza con il tribunale ieri pomeriggio.
«L’unico modo per sapere come reagisce Charlie è quello di provare la cura, solo in quel caso potremmo saperne davvero di più», ha raccontato nella lunga deposizione il medico esperto americano. La seconda immagine ce la regala la lotta e la faccia sofferente ma decisa di mamma Connie Yates: ad un certo punto infatti i rappresentanti del GOSH spiegano come i medici hanno rilevato che con la misurazione della testa non sono stati registrati aumenti in questi 11 mesi di vita, il che significherebbe mancanza di attività cerebrale. A quel punto scattano in piedi i due genitori di Charlie e obiettano con tutta la forza che hanno: «ho misurato il cranio del piccolo di 11 mesi questa mattina, registrando 2 centimetri in più rispetto alla misurazione dell’ospedale». Una volontà di lottare legata all’amore per quel piccolino, una volontà di non concedere neanche un millimetro a complesse e burocratiche argomentazioni tribunalizie. La verità prima di tutto, tanto che il giudice Francis, oltre a chiedere scusa alla famiglia, esclama: «E’ assurdo che la scienza di questo caso sia minata dall’incapacità di misurare il cranio di un bambino». La sentenza oggi non arriverà, gli elementi non sono così chiari: ma allora ci chiediamo, come giusto che sia, non dovrebbe essere che chi vuole staccare la spina perché considera quella vita “non degna e troppo sofferente” debba portare le prove certe, piuttosto che chi cerca di difendere la vita di un proprio figlio?