San Pietro da Verona, da non confondere assolutamente col discepolo ed apostolo di Gesù, nacque attorno al 1205 a Verona presso una famiglia di catara, ovvero un gruppo di eretici che predicava una religione completamente differente rispetto a quella cristiana. Proprio tale differenza fece in modo che fin da giovane san Pietro decidesse di intraprendere una battaglia abbastanza lunga contro questo gruppo di eretici che, per lui, non erano altro che persone che fino a quel momento non avevano ancora compreso quali fossero i concetti dominanti della religione cristiana. Proprio questa sua voglia di cambiare il mondo italiano e fare in modo che le persone e la sua famiglia diventassero cristiane, decise di unirsi all’ordine dei Frati Predicatori della sua città natale, dopo aver terminato il periodo di studio presso l’Università di Bologna. Il giovane san Pietro, visto il suo grande impegno, venne contattato da parte del Papa Gregorio IX, che decise di mandarlo il Lombardia dove vi errato i catari, definiti come suoi nemici naturali. San Pietro decise quindi di iniziare la sua missione contro questo gruppo di persone e decise ovviamente di fare affidamento su un gruppo di fedeli religiosi cristiani, definiti col nome di ordine della Santità dei Fedeli, definiti semplicemente come Fedeli. Non è ben chiaro se questo gruppo di persone effettivamente nacque per mano di san Pietro: vista la rapidità con la quale riusciva a convertire le persone delle varie città nelle quali si recava è lecito supporre che san Pietro non operava da solo ed anzi, si faceva aiutare in maniera abbastanza visibile per poter evitare che la situazione potesse peggiorare col passare del tempo.
Dopo aver operato sia in Firenze che a Genova, il giovane san Pietro venne promosso ad inquisitore dal Papa stesso, visto che le sue opere vennero definite come perfette e soprattutto utili per poter evitare che la situazione potesse peggiorare. Egli venne mandato in Lombardia dove, l’opera di conversione iniziò nella città di Milano. In questo caso, però, san Pietro trovò non poche persone ostili che volevano opporsi al suo modo di fare, definito spesso come troppo estremo e poco piacevole da sopportare. Moltissime persone sostenevano che il modo di fare dello stesso san Pietro, dopo esser stato investito del ruolo di inquisitore, divenne tutt’altro che semplice da sopportare. Per questi motivi si unirono un gruppo di eretici che avevano, come scopo, quello di limitare le opere che lo stesso san Pietro stava decidendo di condurre. Col passare del tempo i suoi nemici diventarono maggiormente agguerriti e proprio per questo motivo fu possibile notare come, san Pietro, venne minacciato diverse volte. Egli però non fece caso a questi avvisi, i quali gli costarono la vita attorno al 1252. La sua fine avvenne per mano di un gruppo di sicari, di cui ancora ad oggi non si conosce il mandante.
San Pietro venne pugnalato a morte mentre si recava a piedi a Como ed il suo corpo venne successivamente raccolto e sepolto dai suoi fedeli. Milano e Verona ricordano, durante il sei aprile, il Santo che combatte i catari e che fece il possibile per poter diffondere il cristianesimo in un periodo dove le oppressioni religiose erano ancora presenti.
Oltre a san Pietro si celebra anche san Guglielmo, abate, il quale decise di costruire diversi monasteri i quali avevano lo scopo di diffondere la parola del Signore e fare in modo che un numero sempre maggiori di fedeli si unisse alla giusta causa, ovvero che si convertisse al cristianesimo ed iniziasse a predicare e riconoscere la parola del Signore come unica religione.