Ennesimo avvertimento da parte della Corea del Nord agli Stati Uniti, con il quale potrebbe preludere allo scoppio di una Terza Guerra Mondiale. Come riporta Panorama, Pyongyang avrebbe diffuso le immagini del nuovo missile balistico intercontinentale (ICBM) sul quale sarebbero in corso i lavori. Si tratterebbe della più potente arma mai progettata. Il nuovo missile in questione, sarebbe in grado di raggiungere qualunque città americana tra cui Washington e New York. Non solo: il nuovo missile a tre stadi appare più potente del biposto Hwasong-14 ICBM testato in ben due occasioni lo scorso luglio. Del nuovo progetto della Corea del Nord, secondo i media locali, se ne avrebbe conferma dopo la pubblicazione delle immagini che immortalano il leader Kim Jong-un in piedi, accanto a un diagramma di un missile a tre stadi chiamato Hwasong-13. Per gli esperti americani tuttavia non ci sarebbe alcuna conferma del completamento del progetto sebbene non abbiano invece smentito la presunta potenza distruttiva. Gli esperti Nord coreani, invece, sostengono che la nuova arma sia in grado di arrivare a 12 mila chilometri e colpire anche la zona continentale degli Stati Uniti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
RUSSIA INTERVIENE SU CRISI NORDCOREANA
Terza guerra mondiale? Incontro in vista tra Russia e Corea del Sud: si discuterà delle recenti tensioni internazionali. Il 6 e 7 settembre si terrà a Vladivostok il Forum economico orientale: in quest’occasione il presidente russo Vladimir Putin riceverà l’omologo sudcoreano Moon Jae-in. Ad annunciarlo Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, durante il colloquio con l’omologo sudcoreano Kang Kyung-wha. Quest’ultimo ha colto l’occasione per esprimere la speranza che i due leader si occupino della crisi della Corea del Nord durante il loro incontro, con l’obiettivo di risolverla. Lavrov dal canto suo ha spiegato che Mosca vuole creare legami a livello governativo, ministeriali e tra agenzia con la corea del Sud. Inoltre, ha detto che la Russia è interessata al lavoro che svolgerà la commissione intergovernativa per l’economia e il commercio il 4 settembre sempre presso la città del Distretto dell’Estremo oriente russo. (agg. di Silvana Palazzo)
NORD COREA: “LONDRA NON SI UNISCA A ESERCITAZIONI USA”
E’ stato detto più volte e giorno dopo giorno è il caso di ribadirlo: quanto sta accadendo tra la Corea del Nord ed il resto del mondo lascia sempre più intendere l’imminente scoppio di una Terza Guerra Mondiale. Nuovi segnali di inevitabile tensione interessano ora anche l’Europa ed in modo particolare il Regno Unito. La Corea del Nord, secondo quanto riportato oggi da RSI News, avrebbe avvisato il Regno Unito mettendolo in guardia dal fare una “brutta fine” se mai dovesse prendere parte alle esercitazioni militari congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud ed attualmente in corso fino alla fine del mese nella penisola nordcoreana. Un avvertimento che suona come una vera e propria minaccia, quella lanciata dal regime di Kim Jong-un e contenuta in un comunicato ufficiale diffuso dall’agenzia di stampa statale Korean Central News Agency. A riportarlo sono stati i media britannici nelle passate ore. “Avvisiamo in modo solenne non solo gli USA e il gruppo fantoccio ma anche i satelliti, inclusi il Regno Unito e l’Australia, che stanno approfittando delle attuali manovre di guerra contro il Nord. Andranno incontro a una triste fine se si uniranno” alle esercitazioni in corso gestite dagli Usa, si legge nel comunicato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
CINA CONTRO IL GIAPPONE SUL TEMA SANZIONI
Gli scenari si fanno sempre più apocalittici e riguardano non solo più la Corea del Nord e gli Stati Uniti. Dopo gli Usa, infatti, ora anche il Giappone annuncia nuove sanzioni per Pyongyang: ad avere la peggio gli asset di compagnie cinesi e namibiane legate commercialmente con la Corea del Nord e che saranno bloccati. Una decisione destinata in parte a minare i rapporti tra Pechino e Tokyo, come riporta oggi Libero Quotidiano. La reazione della Cina di fronte alla decisione del Giappone non è stata affatto clemente. “Ci opponiamo fermamente a qualsiasi sanzione al di fuori del contesto delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in particolare quelle che colpiscono imprese cinesi”, è stata la chiara e netta denuncia avanzata dal portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying durante un incontro con la stampa. “Invitiamo la parte giapponese a fermarle. Se persisterà, deve accettare le conseguenze”, ha aggiunto. Nei giorni scorsi la Cina era già scesa in campo scagliandosi in quella occasione con le sanzioni unilaterali degli Usa nei confronti di 16 entità cinesi e russe legate ai programmi Del regime di Pyongyang. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
NUOVE SANZIONI DAL GIAPPONE
Dopo gli Stati Uniti tocca al Giappone: nuove sanzioni per la Corea del Nord. Il portavoce del governo, Yoshihide Suga, ha annunciato che gli asset di compagnie cinesi e namibiane coinvolte nel commercio con Pyongyang verranno congelati. «Noi continueremo a fare forti appelli a fare azioni verso la denuclearizzazione. Ora è il momento di applicare le pressioni», il commento di Suga. Il rischio però è un’escalation di tensioni. Intanto il Guardian si focalizza sul tenore di vita dei nordcoreani: la maggior parte dei 25 milioni di abitanti è costretta a lottare per sopravvivere, mentre altri rischiano di perdere il lavoro a causa delle sanzioni. La Corea del Nord non può sfamare una parte significativa della popolazione, quindi anche migliaia di soldati? Questa l’indiscrezione del giornalista Justin Mccurry. Secondo Giro Ishimaru, regista giapponese che coordina una rete di giornalisti in Corea del Nord, la corruzione sta dilagando: gli alti gradi militari, ad esempio, prendono la loro quota di generi alimentari per venderla sul mercato nero. «Una fonte mi ha detto che gira voce di una guerra contro gli USA, ma molti soldati sono in cattiva forma fisica e non sono pronti per la battaglia», ha dichiarato il documentarista. (agg. di Silvana Palazzo)
RUSSIA: “COREA DEL NORD NON RISPONDA A ESERCITAZIONI”
Sale la tensione nella zona tra Corea del Nord e Stati Uniti, a causa delle esercitazioni militari congiunte che gli Usa hanno tenuto con gli alleati della Corea del Sud. Un atto che Pyongyang ha definito l’ennesima provocazione in un clima già ad alta tensione. Nonostante questo, è intervenuta la Russia che ha contemporaneamente mostrato i muscoli conducendo a sua volta delle esercitazioni militari nell’Oceano Pacifico, ma successivamente Mosca ha chiesto alla Corea del Nord di non rispondere alle esercitazioni congiunte di Washington e Seul, per contribuire finalmente a smorzare le tensioni. “Crediamo che lo svolgimento delle prossime grandi esercitazioni navali tra USA e la Repubblica di Corea non contribuisca alla de-escalation delle tensioni nella penisola coreana” ha detto la portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova, affermando come in questo momento occorra la “massima cautela”. “Ci aspettiamo che la Corea del Nord continui a dar prova di moderazione e non risponderà a tali manovre militari.”
MOSCA VIGILA SULLA SITUAZIONE
Insomma, al tempo stesso Mosca chiede a Pyongyang di non entrare in una spirale che dalle succitate esercitazioni potrebbe arrivare a qualcosa di preoccupante. D’altra parte, le operazioni militari svolte dalla Russia nel Pacifico sono un monito anche verso gli Usa a non tirare troppo la corda, considerando come l’operato dell’amministrazione Trump non abbia certo contribuito nelle ultime settimane a rendere la tensione meno palpabile. A parole, sia il leader nordcoreano Kim Jong Un sia il presidente Trump si sono detti in attesa l’uno dei comportamenti dell’altro, per valutare chi vorrà eventualmente superare il punto di non ritorno. Ma soprattutto negli ultimi sette giorni, almeno a livello diplomatico, sia la Corea del Nord sia gli Usa hanno compiuto sforzi diplomatici che la Russia spera non siano vanificati da queste manovre militari che Pyongyang di sicuro non gradirà affatto. La situazione si muove sempre sul filo del rasoio, e il ruolo di Mosca potrebbe diventare improvvisamente di primo piano.