Il Natale col sole ha qualcosa di inedito, ma nello stesso tempo di bello: prende luce tutto, anche la sera. E davanti al Duomo c’è che chi si accomoda sulle due terrazze che fanno d’ingresso alla Galleria a guardare lo spettacolo della gente che sceglie il centro per lo shopping prenatalizio. Cambieranno anche le abitudini a tavola con queste temperature? “Facciamo fatica a servir la cassoeula” ci dicono gli osti lombardi, mentre sembra crescere la voglia di pesce, tanto che all’osteria di Zio Ninì di via Lucilio Gaio (tel. 02/33490988) hanno deciso che nei giorni che precederanno il Natale faranno solo servizio da asporto, niente ristorante.
Ma intanto la gente è tornata al ristorante e a vedere dalle vetrine dei locali di una città come Milano sembra che non si sia mai mangiato così tanto, a tutte le ore. In Francia è diverso e questa è una sofferenza per i francesi. Ma soffrono anche quando esce una classifica come quella di The World’s 50 best Restaurant” sponsor San Pellegrino, che fra i locali Top del mondo mette solo al 12° posto un francese. E il Governo che ha fatto ? Ha stilato una propria classifica di 1.000 locali al mondo, per protesta, inserendone ben 5 francesi fra i primi 10.
E attenzione, nella classifica di stato, ai vertici, non appare un italiano, tanto per confermare quanto desti invidia l’affermazione della nostra cucina (solo 50 ristoranti italiani su 1000 citati). Siamo alla guida gastronomica di Stato, ma al di là dell’ilarità, questo la dice lunga di quanto ci tengano a un simbolo dello stile di vita nazionale, che è stato vigliaccamente colpito qualche mese fa. Il simbolo del Natale, in Italia, rimane sempre e comunque il panettone (o il Pandoro). E se negli anni passati c’era chi s’era inventato il panettone a Ferragosto o il lievitato tutto l’anno (fantastica l’iniziativa della pasticceria Lorenzetti di San Giovanni in Lupatoto – viale Olimpia, 6 tel. 045545771), a Milano, un po’ complice questo sole, due campioni si sono messi insieme per fare il Panettone al gelato.
Il panettone è quello fantastico della pasticceria Cucchi (corso Genova, 1/piazza Resistenza Partigiana – tel.02.89409793), mentre il gelato è quello di Rigoletto, salito agli onori delle cronache per essere una gelateria di quartiere a Milano (via San Siro e in via San Marco, piazza Po e via Cola di Rienzo) che ha vinto il bando di Padiglione Italia per essere ad Expo.
Ed è stato un successo il gelato delle regioni ideato dal titolare Antonio Morgese: 48 tonnellate di gelato artigianale prodotto quotidianamente nei laboratori di Milano, per un totale di oltre 400mila tra coni e coppette. Tra i gusti più gettonati il Cioccolato di Modica, il Pistacchio di Bronte e la Nocciola IGP del Piemonte che, assieme a Mandorlato di Cologna Veneta, e al 7 Luppoli Poretti, costituiscono i gusti che vanno a farcire questi panettoni.
Ma c’è di più: il titolare, dopo Expo, ha deciso di assumere un buon numero di chi gli ha permesso il successo (5 risorse su 14) e addirittura ha proposto di far diventare l’esperienza della sua postazione itinerante che ha rinfrescato i visitatori di Expo, qualcosa di permamente a Milano, così da assumere altro personale. Con un quid in più: una parte del ricavato secondo Antonio Morgese, potrebbe andare a finanziare qualche opera per la città.
Che dire? Un pensiero stupendo, che non arriva da una multinazionale aggressiva, ma da un gelatiere che con la qualità dei suoi gelati ha ricevuto consensi in una città, verso la quale si sente di restituire qualcosa. Solo per questo andrei a comprare quel panettone al gelato. E col sole che splende, ci sta. Splende il sole anche di una creatività rinnovata, di una voglia di mettersi insieme. Buon Natale! Paolo Massobrio