La storia di Tiziana Cantone è stata raccontata da punti di vista differenti. Negli ultimi anni abbiamo conosciuto quello di sua madre, inedito è quello invece dell’ex fidanzato, Sergio Di Palo, che è a processo per calunnia, falso e accesso abusivo a dati informatici. Il 44enne napoletano fu ascoltato presso il tribunale di Napoli Nord nel novembre 2016 dopo la morte della 31enne che si suicidò impiccandosi nel garage di casa. L’incubo della giovane cominciò con a diffusione in Rete di video hot che dovevano restare privati. Sergio Di Palo raccontò ai magistrati la sua verità: di aver cominciato nel 2014 un rapporto con Tiziana Cantone, di averla presentata alla sua famiglia quando era in vacanza ad Ischia, di averci poi convissuto a Pozzuoli e di averla sostenuta nelle spese, concedendole l’uso di un’auto, di una carta prepagata e di una di credito «quando doveva fare qualche acquisto più importante». C’era dunque una relazione sentimentale fondata anche sulla fiducia materiale che però non era vista bene dalla madre di lei, Maria Teresa Giglio, diventata portavoce delle istanze di giustizia e verità della figlia dopo il suicidio. «Ricordo che Tiziana litigò con la mamma perché ci tenne a precisare che era stata una sua scelta quella di andare a convivere», raccontò Di Palo – come riportato da Fanpage – ai pm sostituti procuratori Rossana Esposito e Alessandro Milita. Ma le dinamiche familiari lasciano il tempo che trovano nello sviluppo della storia che ha portato al drammatico epilogo.
I MESSAGGI SCOPERTI DALLA MADRE
Sergio Di Palo, l’ex fidanzato di Tiziana Cantone, il prossimo 18 dicembre sarà dinanzi ai giudici della quinta sezione penale del tribunale per l’inizio del suo processo. Quando venne ascoltato dai magistrati ammise di provare un «certo imbarazzo» nel parlare dei rapporti personali con la ragazza. Eppure raccontò quello che era il loro “gioco”: «Provocare altre persone per eccitare il partner, senza andare però oltre semplici ammiccamenti». Dalle parole però si passo ai fatti: ci furono rapporti consenzienti con altri uomini. Inoltre, raccontò di «70-80 video» registrati su un iPhone, presumibilmente di rapporti intimi. L’uomo ammise di essere a conoscenza degli incontri e che la loro relazione terminò nel 2015 «per cause di forza maggiore». La madre di Tiziana Cantone impose l’allontanamento «dopo aver letto i messaggi dei “giochi” privati e fantasie erotiche». Raccontò poi un fatto drammatico che fu preludio del suicidio. «Tiziana nel mese di marzo-aprile 2016 mi mandò una fotografia con una busta in testa scrivendo in un messaggio il suo intento di suicidarsi – dichiarò Sergio Di Palo, come riportato da Fanpage –. Io contattai subito la madre rappresentandole di recarsi nella camera di Tiziana per vedere cosa stesse facendo». Così la giovane cominciò ad essere seguita da uno psichiatra e una psicologa.
“QUALCOSA L’AVRÀ TURBATA DOPO LA SENTENZA…”
L’estate 2016 precede il suicidio di Tiziana Cantone, avvenuto a metà settembre. L’ex fidanzato la descrive come una donna disperata per l’esito del reclamo che aveva presentato per la rimozione dei filmati diffusi senza il suo consenso in Rete. «L’avvocato – raccontò Sergio Di Palo – mi riferì che Tiziana aveva firmato una rinuncia per il reclamo». L’uomo provò a spiegare ai magistrati perché secondo lui Tiziana si è suicidata nella casa materna a Mugnano: «Forse è successo nelle ultime 24-36 ore prima del suicidio. Qualcosa l’avrà turbata anche dopo la pubblicazione della sentenza». Questo perché con lui era tranquilla e serena: «Tiziana piuttosto era in pensiero con me perché temeva che io facessi qualche brutto gesto, atteso che non facevo più vita sociale. Di certo c’è solo che Tiziana Cantone si suicidò con un foulard in casa sua. L’inchiesta per istigazione al suicido è stata archiviata, ma questo processo potrà fare chiarezza su alcuni aspetti di una vicenda che presenta ancora molti punti oscuri.