Arriva la radiazione per la giudice Silvana Saguto. L’ex presidente della sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Palermo, era finita nel mirino degli inquirenti in seguito ad una gestione sospetta dei beni sequestrati, e il Csm, il Consiglio superiore della magistratura, ha deciso di utilizzare il pugno pesante, con il massimo della sanzione disciplinare. Condanne anche per i due collaboratori della Saguto, leggasi Fabio Licata, che ha perso due mesi di anzianità, e per Chiaromonte, che invece è stato censurato. Nessun provvedimento disciplinare nei confronti di Tommaso Virga, ex componente del Csm e oggi consigliere della corte d’appello di Roma, altro facente parte del gruppo Saguto. Assolto anche Guglielmo Muntoni, presidente della sezione Misure di Prevenzione di Roma.
LE PAROLE DEL LEGALE DELLA SAGUTO
La decisione è arrivata 30 mesi dopo l’avviso di garanzia, anche se Silvana Saguto aveva effettuato un tentativo in extremis di ritardare la sentenza questa mattina, opponendo un “legittimo impedimento per motivi di salute”. Il Csm aveva quindi offerto la possibilità di una videoconferenza, a cui però la giudice si era opposta, sostenendo che tale “metodo” non era previsto dai procedimenti. Il Collegio ha quindi deciso di proseguire sulla propria strada, emettendo la sentenza. «Quello di oggi è un provvedimento nullo – la replica dell’avvocato Ninni Reina, legale della Saguto – faremo ricorso». Subito è arrivata la controreplica del procuratore generale Fresa: «Saguto sta tentando in ogni modo di sottrarsi al procedimento, per arrivare alla pensione evitando l’onta della sanzione». A questo punto si attende l’appello per la sentenza definitiva, ma nel frattempo la Saguto resta fuori dalla magistratura con le accuse gravissime di associazione a delinquere, corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, induzione a dare o promettere utilità, e infine, abuso d’ufficio.