Torna la polemica sulle aperture domenicali e festive di negozi e centri commerciali. Da un po’ di tempo a questa parte, si sono costituite due frange distinte fra chi è convinto che la domenica sia sacra, e il lavoratore deve quindi starsene in famiglia, e chi invece pensa che anche il settimo giorno della settimana sia un giorno lavorativo. In vista della Pasqua 2018, e del Lunedì dell’angelo, detto più comunemente Pasquetta, sono quindi scoppiate nuovamente le polemiche, e a farsi portavoce dei lavoratori sono in particolare i rappresentati sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl UilTucs Uil, della Puglia. Secondo quanto si legge su una loro nota emessa: «Non è accettabile l’atteggiamento intrapreso dalle aziende della Grande Distribuzione che hanno di fatto peggiorato le condizioni di lavoro e vita familiare dei lavoratori e delle lavoratrici. Il commercio durante le giornate di festa non è indispensabile».
ANCHE LA CHIESA NON CI STA
Di conseguenza, gli stessi sindacati, hanno deciso di proclamare uno sciopero a livello generale (stiamo parlando specificatamente della regione pugliese), di tutti i centri commerciali, negozi e iper, per l’intero turno di lavoro del giorno 1 e 2 aprile 2018, in concomitanza appunto con la due giorni di festività pasquale. A far storcere il naso ai sindacati, non è tanto il fatto di dover lavorare la domenica, quanto che molti lavoratori con contratti atipico non percepiscono alcuno straordinario ne festivo lavorando nel weekend. A difesa dei lavoratori domenicali anche la Chiesa, che attraverso il suo quotidiano, Avvenire, ha espresso il disappunto per le aperture straordinarie della Pasqua: «l’apertura indiscriminata anche a Pasqua di negozi e supermercati, impedendo a chi è costretto a lavorare di vivere le feste in famiglia».