, mamma di Massimo Bosetti, imputato nel processo per l’omicidio di Yara Gambirasio, nel corso della nuova udienza si è avvalsa della facoltà di non rispondere. A spiegare il perché di tale decisione, ai microfoni di “Quarto Grado” è stato il legale della donna, Benedetto Bonomo:”La signora Ester ha ritenuto questa mattina di non parlare, quindi si è presentata al processo e si è avvalsa della facoltà di non rispondere al fine di tutelare la sua dignità di donna, di madre e di moglie. La madre di Bossetti non è al corrente di alcuna verità: all’interno del processo avrebbe potuto semplicemente raccontare chi è suo figlio. Non è ovviamente testimone di alcun fatto quindi la sua posizione è assolutamente secondaria“. Clicca qui per vedere l’intervista integrale al legale di Ester Arzuffi fornita da “Quarto Grado”.
A margine della nuova udienza del processo che vede Massimo Bossetti accusato dell’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio, la trasimissione di Rete 4 “Quarto Grado” ha intervistato i cognati dell’imputato. Il fratello della moglie di Bossetti, Agostino Comi, ha ammesso che nelle sere successive alla sparizione di Yara si parlava dell’accaduto:”Ci chiedevamo se qualcuno ricordasse qualcosa. Di quella serà lì lui non si ricordava niente di particolare come me“. Alla domanda dell’inviato che gli ha chiesto se non avesse percepito dei cambiamenti nel modo di comportarsi di Bossetti, il cognato è stato categorico:”Assolutamente no. Lo conosco da parecchi anni ed è una cosa assurda, veramente. Tutte le volte che siamo andati in piscina ad esempio non ha mai avuto commenti su ragazzine, assolutamente. Semmai su donne come facciamo tutti“. Clicca qui per il video dell’intervista al cognato di Bossetti realizzata da “Quarto Grado”.
Nel corso della nuova udienza del processo a Massimo Giuseppe Bossetti, l’uomo accusato dell’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio, è emerso un nuovo nome: si tratta di Gina, definita da molti come la “fan” di Bossetti. Ma chi è questa donna? A tirare fuori questo nome, come riportato da “Bergamonews.it” è stato il pm Letizia Ruggeri, che ha domandato alla moglie di Bossetti, Marita Comi, se sapesse qualcosa dei rapporti del marito con “una certa Gina“. La Comi in un primo momento ha risposto negativamente, prima di ricollegare tutto rispondendo:”Ah sì, quella delle lettere…“. Pare infatti che ci sia una certa Gina, detenuta come Bossetti nel carcere di Via Gleno a Bergamo, che da tempo intrattiene una corrispondenza con l’imputato. Il contenuto delle lettere non è stato reso noto grazie all’obiezione dei legali Claudio Salvagni e Paolo Camporini, accolta dal giudice Bertoja, che hanno sottolineato l’inammissibilità della domanda, ma Bossetti dinanzi a questa domanda ha abbassato il capo, come a voler nascondere un certo imbarazzo.
Si è svolta ieri una nuova udienza del processo a Massimo Bossetti, il muratore in carcere con l’accusa di aver ucciso la tredicenne Yara Gambirasio. Dopo i familiari più stretti (dalla moglie Marita Comi, al fratello Fabio ed alla madre Ester Arzuffi), a sfilare in aula questa volta è stata la cognata, moglie del fratello di Marita. I riflettori si sono così accesi su Nadia Arrigoni, la quale ha parlato del carattere “dolce e affettuoso” di Massimo Bossetti. In base alle sue dichiarazioni raccolte da La Repubblica, è emersa l’immagine di Massimo Bossetti padre preoccupato per i suoi stessi figli dopo le notizie sull’omicidio di Yara Gambirasio. Lo ha rivelato la cognata che al pm ha dichiarato: “Abbiamo commentato molto la scomparsa di Yara. Eravamo preoccupati e spaventati, perché anche noi abbiamo figli piccoli”. La donna non avrebbe dubbi sul comportamento di Marita Comi, sorella del marito Agostino: a sua detta, se avesse sospettato dell’innocenza di Massimo Bossetti non avrebbe esitato a lasciarlo. Nell’udienza del processo per la morte di Yara Gambirasio, ad avere la parola sono state altre due donne, le sorelle di Massimo Maggioni, collega di Bossetti e che lo stesso tirò in ballo nel corso di un interrogatorio risalente al luglio 2014. In quell’occasione Massimo Bossetti rivelò di soffrire di epistassi e di aver perso sangue dal naso anche sul cantiere, spesso in presenza del collega, dubitando che lo stesso avrebbe potuto avere tracce del suo Dna da uno straccio o da un attrezzo accidentalmente sporco. Dubbi che all’imputato costarono l’accusa di calunnia nonostante in seguito ammise di non aver accusato nessuno ma di aver esposto solo un suo sospetto. Le sorelle dell’uomo, in aula, avrebbero raccontato il momento difficile vissuto dal fratello e dalla famiglia intera, letteralmente assediata dai giornalisti. In particolare, Monica Maggioni avrebbe poi aggiunto un dettaglio clamoroso asserendo di essere stata spesso testimone, prima della scomparsa di Yara Gambirasio, di un fatto strano accaduto nelle vicinanze della palestra, dove avrebbe notato l’insolita presenza di un poliziotto in sosta nelle ore serali: “Dopo la scomparsa di Yara è sparito”, ha ammesso la teste.