E’ dal 1999 che alla Maturità il vecchio tema è sopravvissuto in un due sole tipologie (storia e attualità) e affiancato da cinque tipologie di tracce tra le quali gli studenti potranno scegliere quella più adatta a loro, o quella che presenta i documenti che – in base ai propri gusti o alla propria esperienza – offre maggiori spunti per lo sviluppo: analisi del testo e saggio breve o articolo di giornale (in 4 ambiti). Luca Montecchi, attualmente preside dell’Istituto Don Gnocchi di Carate Brianza, dichiara il suo giudizio negativo a proposito del saggio breve della maturità, mentre, ci ha detto in questa intervista, “il tanto vituperato tema resta ancora la forma più rispettosa della libertà espressiva e ragionativa dello studente”. L’importante, spiega, è che si sia convinti della tesi che si vuole portare avanti, senza badare a troppi abbellimenti e citazioni. Una cosa si augura Montecchi: che non escano tracce che abbiano a tema i rapper oggi di moda come invece si sente dire da molte parti”.
Come scegliere alla Matutità la prova da fare tra quelle proposte? Meglio assecondare l’esercizio che si è fatto su un certo schema, ad esempio l’analisi del testo, o badare al contenuto che lo studente sente più suo?
E’ molto difficile rispondere. Da quando è stata introdotta l’attuale formula d’esame, io, ancora da insegnante e poi da preside, ho sempre incoraggiato la fedeltà alla forma però con giudizio, mai assolutizzandola.
Ci può spiegare meglio cosa intende?
Se ad esempio c’erano studenti che avevano difficoltà a scrivere però si erano impratichiti sull’analisi del testo, dicevo loro di andare in quella direzione. Personalmente ho un giudizio negativo del saggio breve perché propone allo studente di mettersi in rapporto con pezzi di testo forniti assolutamente disgregati. Spesso non sono neanche coerenti.
Cosa consiglia invece?
Il tanto vituperato tema, che resta ancora la forma più rispettosa della libertà espressiva e ragionativa del ragazzo, facendo però i conti, ovviamente, con le forme – tema storico e tema di attualità – che oggi sono previste per legge per la prova.
Dell’analisi del testo invece cosa dice?
Da qualche anno si rischia di trovare testi di ogni specie, anche il pezzo di giornale. Il testo di Claudio Magris ad esempio non era tratto da un suo libro, ma da un suo articolo di giornale, oppure l’anno scorso è stata proposta una poesia di Caproni che purtroppo è un autore che non legge mai nessuno.
Che consiglio dà invece su come svolgere la prova, che strategia suggerisce?
Assecondare l’inclinazione che uno ha, che sia di tipo storico, oppure socio-economico, o anche il desiderio di esprimersi a partire dall’argomento artistico letterario che spesso apre in direzioni libere, di riflessioni sull’umano, su di sé e sul rapporto con il mondo. Il tema del viaggio rappresentato tramite testi letterari e artistici fu molto interessante come traccia.
Quali sono gli errori più comuni da evitare?
La cosa più importante di tutte è seguire l’antica raccomandazione che dava Catone Maggiore, impossessati bene della materia e poi le parole verranno di seguito.
Cioè?
Direi a uno studente: cerca di avere chiara la tesi che vuoi sostenere e sii fermo su questo punto, cercando non tanto la parola ad effetto o la citazione particolare, ma soprattutto la compaginazione degli argomenti che vuoi portare a sostegno della tesi. Questa è la cosa più importante, che siano chiari i punti di svolgimento, di argomentazione, e che tu difenda la tua tesi.
Come in teoria dovrebbe fare un buon giornalista, giusto?
Esattamente, infatti uno dei modi con cui si può ricordare quanto ho suggerito è la famosa regola delle cinque W, base del giornalismo: “who?, what?, when?, where? why?” (chi, che cosa, quando, dove e perché) che poi in realtà è una forma aggiornata dell’antico schema della retorica.
Come ci si può preparare alla prova della maturità? Ripassando? Svagandosi?
Una delle cose più importanti anche durante gli esami è far fronte al lungo impegno fisico richiesto, cioè la dieta, nel senso di rispettare i ritmi della giornata: sonno, veglia, alimentazione e naturalmente qualche lettura libera. Ma come dicevo in una lettera pubblicata dal Sussidiario ai maturandi, la cosa che raccomando di più è tenere un atteggiamento non spensierato però ironico, mantenere un certo distacco, altrimenti il rischio è di “fregarsi” da soli.
Se la sente di puntare su qualche autore o argomento?
Non ne ho mai azzeccato uno, le dico quello che mi auguro non accada: siccome se ne parla molto, io spero che non vengano fuori da commentare o analizzare oscenità come i testi dei rapper che vanno tanto di moda oggi.
(Paolo Vites)