Aveva il terrore che il padre potesse picchiarla più forte di quanto già non avesse fatto la mamma. Così, una studentessa di origini nordafricane di un istituto superiore di Udine, si è rivolta ai suoi insegnanti: non voleva pagare il prezzo per aver rifiutato di indossare lo hijab, il velo islamico. Come riportato da Il Gazzettino, la giovane aveva deciso di emulare le sue compagne di classe: una mattina si era truccata come loro e aveva deciso di non indossare il velo caratteristico della fede islamica. Non aveva fatto i conti, però, con la mamma, presentatasi a scuola prima della fine delle lezioni, anticipando la mossa che la figlia avrebbe compiuto con ogni probabilità prima di rientrare a casa: quella di struccarsi e di indossare il velo come nulla fosse. Una volta a casa, però, la resa dei conti era arrivata inesorabile. La donna aveva preso a botte la ragazza con estrema violenza: l’aveva picchiata, spinta e trascinata a terra. Il tutto condito da una minaccia figlia da quel rifiuto, inaccettabile per la famiglia musulmana, di indossare il velo:”Ti brucio i capelli”.
TEMEVA IL RITORNO DEL PADRE
La ragazzina, il giorno dopo quelle percosse, si è recata a scuola sfogandosi con gli insegnanti: era convinta che a punire il fatto di non aver indossato il velo di lì a poco sarebbe arrivato anche il padre, assente da casa per qualche giorno. I docenti hanno allora allertato la polizia di Stato, che hanno contattato i servizi sociali del Comune di Udine per collocare la giovane in una struttura protetta. I fatti, che risalgono alla fine del 2016, sono stati sottoposti all’attenzione della Procura della Repubblica di Udine, che a conclusione delle indagini preliminari ha formulato per la mamma della studentessa, una nordafricana di 40 anni, l’ipotesi di reato di abuso dei mezzi di correzione. La minore, prima di essere trasportata nella struttura protetta, era stata portata in pronto soccorso, dove i medici che l’hanno visitata le hanno riscontrato ferite ad un labbro e ad una mano, nonché contusioni sulla testa e sul corpo guaribili in tre giorni.