E’ difficile capire cosa si deve fare per cambiare l’Italia, per far sì che l’economia ricominci a girare, che ci sia il lavoro per i giovani. Tutti sono pronti ad accusare questo o quel governo, ognuno è capace di puntare il dito contro l’altro quando vede una cosa che non funziona.
Eppure il vecchio adagio “L’occasione fa l’uomo ladro” è più vero che mai. Quante volte le cronache raccontano di persone insospettabili che arrotondano il proprio stipendio con metodi poco leciti, non solo politici ma anche impiegati, docenti universitari, operai, professionisti. Magari proprio quelli che poi in nome di un forte senso religioso pensano di avere la capacità di giudizio sul mondo.
Eppure spesso è così. Eppure accade che, anche di fronte alle tragedie, c’è chi cerca la soluzione per avere più soldi, non certo arricchirsi ma dimostrare di saper fare ricchezza, di portare più soldi a casa. Attività che funziona, fino al giorno in cui si viene scoperti, fino al giorno che la propria credibilità finisce sotto terra, fino a quando le lacrime di coccodrillo non serviranno per giustificare azioni che non dovevano neanche essere prese in considerazione.
Come spesso accade le cronache ci riportano al terremoto. Disgrazia e dolore per molti, cassa del tesoro per alcuni che in molti chiamano “furbetti” ma che sono delinquenti e basta di fronte alla sofferenza.
Un pentolone molto capiente quello scoperchiato da un’indagine della Guardia di finanza di Camerino, uno dei paesi della provincia di Macerata, nelle Marche, più duramente colpiti dai terremoti del 2016 e 2017. Gli agenti delle Fiamme gialle hanno scoperto 120 casi di illecite richieste per Contributo di Autonoma Sistemazione per un totale di oltre 500mila euro di contributi indebitamente percepiti da chi aveva dichiarato di essere costretto a trovare un alloggio in affitto perché la sua casa era stata resa inagibile dal terremoto. Sono questi i numeri dell’operazione “Anubi” condotta dai primi mesi di erogazione del Cas. Ammontano a 120mila euro i sequestri già effettuati dalla Finanza. Anomalie erano emerse sin dai primi accertamenti, facendo scattare controlli capillari sulle istanze presentate.
In pratica è accaduto che c’erano proprietari di appartamenti che già prima del terremoto vivevano e lavoravano in altre località, perfino fuori dalle Marche; molti altri appartamenti invece erano affittati, spesso senza regolare contratto di locazione a studenti universitari o lavoratori. Eppure questi proprietari hanno chiesto il contributo nonostante a loro non spettasse. Un affitto pagato dallo Stato, e quindi dalle tasche di ogni cittadino, col quale sicuramente arrotondavano lo stipendio. Altri per ricevere più soldi avevano inserito nella domanda di contributo la presenza di parenti conviventi che in realtà vivevano stabilmente altrove.
Cambia poco rispetto a un mafioso che chiede il pizzo o a chi guadagna soldi sottobanco con lo smaltimento dei rifiuti. Delinquenza, più o meno aristocratica.
Già i primi accertamenti avevano fatto emergere importanti anomalie, facendo scattare un campanello d’allarme agli uomini della Tenenza di Camerino ed innescare una capillare rete di controlli sulle istanze presentate.
Le anomalie sono emerse anche perché molte situazioni da sempre erano evidenti. In gran parte nei paesi dell’entroterra marchigiano e laziale ci sono Comuni, oggi inseriti nel “cratere” sismico, che sono mete turistiche e di villeggiatura, sia estive che invernali, con la conseguente presenza di numerose seconde case, vissute solamente per brevi periodi dell’anno da persone aventi, in realtà, la dimora e gli interessi principali in altre località, in Italia o all’estero. Case vuote al momento del terremoto, fortunatamente diremmo oggi, visto che altrimenti il numero delle vittime sarebbe stato di gran lunga maggiore.
È, di fatto, in questo contesto che ha avuto la sua genesi l’operazione della Finanza, condotta attraverso l’esame di autodichiarazioni e riscontro dei dati dichiarati dai singoli richiedenti il contributo con indagini di polizia giudiziaria, dapprima di iniziativa e successivamente coordinate dal Procuratore della Repubblica di Macerata, Giovanni Giorgio. Le indagini svolte hanno fatto emergere una moltitudine di soggetti che avevano dichiarato falsamente di essere in possesso dei requisiti normativamente previsti, ovvero di essere stati costretti a trovare una nuova sistemazione alloggiativa, in quanto la propria abitazione era risultata inagibile a causa del sisma.
Oltre a queste persone gli uomini delle Fiamme gialle hanno scoperto anche persone che prendevano il contributo per l’autonoma sistemazione ma hanno continuato a vivere stabilmente presso la propria abitazione, pur dichiarando di alloggiare altrove.
“L’operazione evidenzia il costante presidio della Guardia di Finanza nel settore della Spesa Pubblica, a tutela dei cittadini onesti rispettosi delle regole”, ha commentato la Guardia di finanza.
Rimane la domanda iniziale. Come potrà cambiare l’Italia se gli italiani alla prima occasione scavalcano leggi e regole per vivere l’ebbrezza dell’imbroglio…