Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, la storia
Il 1° agosto la chiesa cattolica festeggia Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Alfonso è stato un vescovo e fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore. Nasce a Napoli nel 1696 da una famiglia di nobili cavalieri. Per volere familiare fin da piccolissimo si avvia agli studi di legge e diventa avvocato. Tuttavia nel 1723 subisce una grave sconfitta in tribunale e questo evento lo turba talmente tanto da spingerlo a voler lasciare il mondo per intraprendere la strada di Dio. Nel 1726 viene ordinato sacerdote e si dedica con molto amore all’indottrinato delle persone più semplici e umili. Dopo alcuni anni di lavoro a Napoli, nel 1732 la lascia per sempre per trasferirsi in provincia di Salerno. Qui, presso un eremo benedettino, fonda la Congregazione del Santissimo Redentore, improntata alla povertà, alla semplicità e all’aiuto del prossimo. Nel 1726 Alfonso viene nominato dal papa vescovo di Sant’Agata de’ Goti e anche in questo caso si fa notare per l’intelligenza e la devozione con la quale aiuta la popolazione colpita da una grave carestia. L’aiuto di Alfonso non si configura solo come supporto spirituale ma soprattutto come aiuto materiale, mettendo a frutto le sue conoscenze in ambito di legge. Intanto, però, una brutta forma di artrite inizia ad affliggerlo. Tuttavia Alfonso continua il suo lavoro indefessamente.
I miracoli di Sant’Alfonso
Nel 1774 è protagonista di uno strano episodio. I confratelli della congregazione di Sant’Agata de’ Goti lo vedono per due giorni seduto senza alcun movimento su una poltrona della sua cella. Contemporaneamente, però, molti fedeli giurano di vederlo a Roma, al capezzale di papa Clemente XIV ormai morente. Non si tratta però del suo primo miracolo. Infatti nel 1731 alcuni fedeli dichiarano di averlo visto mentre, durante una messa nella chiesa di San Giovanni Battista, viene avvolto da un fascio di luce accecante e si alza di alcuni metri dal pavimento. Questo episodio desta molta curiosità e stupore tanto che viene citato in molti scritti dell’epoca. Dopo il 1776, ormai curvo per colpa dell’artrosi, Alfonso si ritira in una sede della congregazione a Pagani. Qui muore il primo agosto del 1787. Il suo corpo è conservato in un’urna posta all’interno della basilica di Sant’Alfonso nella città di Pagani. Il culto di Sant’Alfonso è molto sentito in tutta Italia, proprio per la dedizione con la quale in vita si è occupato dei più bisognosi. Nell’iconografia classica il santo viene sempre rappresentato con un crocifisso stretto nella mano destra mentre l’indice della mano sinistra indica quella destra. Inoltre non è inusuale vederlo nei dipinti dell’epoca ritratto con il bastone pastorale. Sant’Alfonso è patrono della città di Pagani e co-patrono, insieme a San Gennaro, di quella di Napoli. Inoltre è il santo protettore degli avvocati ma pure dei teologici, dei confessori e dei moralisti. È stato fatto santo il 26 maggio del 1839.