Le Borse si riprendono nell’ultimo giorno della settimana, riscattando quello che è stato un giovedì brutto, dove piazza Affari ha perso il 3,7 percento. Oggi si assiste, specularmente, all’inversione di quello che è accaduto ieri. E’ Milano che passa da “maglia nera” europea a “reginetta”, mentre gli altri sostanzialmente riguadagnano le perdite. Se si guarda il tracciato della mattinata si può notare che la Borsa ha aperto in modo tonico, poi ha avuto una piccola flessione, proprio quando in concomitanza si votava la fiducia al Governo alla Camera, e poi si è di nuovo ripresa. A metà giornata Milano sta sfiorando un rialzo del 2 percento, ben saldamente al di sopra dei 16mila punti. E’ possibile che la fiducia ottenuta dal Governo con il numero legale (si stava aprendo anche una complicata questione giuridica) abbia incoraggiato un mercato che già stava andando bene. Ma l’andamento dei mercati non è certo legato solo a questioni italiane. Sullo sfondo c’è sempre il dibattito europeo, che ormai sembra un vero tormentone, sul rifinanziamento delle banche. Dopo la road-map tracciata da Josè Barroso sono subentrati una serie di varianti che devono essere chiarite al più presto, secondo il presidente della Banca centrale europea, Jean Claude Trichet.
La data del 23 ottobre dovrebbe essere quella più significativa per avere qualche certezza in più. Ma Angela Merkel, cancelliere tedesco che si distingue più per la prudenza che per il coraggio politico, ha già fatto sapere che quella data “non si può caricare di troppe aspettative”. E’ evidente che la ricapitalizzazione è collegata alle perdite della situazione greca. E quando si tocca il capitolo Grecia si entra in un cono d’ombra dove è difficile districarsi. Le notizie si accavallano. Ci sono anche quelle positive. Secondo la Reuter ci sarebbe una soluzione pronta, controfirmata da Francia e Germania, per salvare l’euro. Sperando che non sia una delle tante suggestioni “sparate” in queste settimane, ci si può consolare con i dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti che si sono dimostrati migliori delle aspettative. Più incerta la situazione europea per quando riguarda il rating. Questa volta Standard & Poor’s ha declassato la Spagna.
In pratica una delle teste della “trimurti” del rating si è accorta, dopo qualche mese, che la Spagna si sta comportando virtuosamente sui conti, sull’inserimento nella costituzione del pareggio di bilancio, ma, dettaglio probabilmente per la “trimurti”, ha una disoccupazione che da un anno è stabile al 20 percento. Poi c’è Fitch, che continua il suo declassamento di imprese e banche. Questa volta nell’occhio di Fitch ci sono le banche francesi. Al momento il Ftse Mib guadagna il 2,54 percento; il Dax di Francoforte è sopra dell’1,47 e il Cac 40 francese in positivo dell’1,29.