Si avvicina il referendum costituzionale e gli ultimi sondaggi 2016 rilevano che la maggioranza degli italiani conosce poco o per niente i quesiti. Il prossimo 4 dicembre gli elettori saranno chiamati alle urne per approvare o bocciare la riforma costituzionale voluta dal governo Renzi e che in particolare abolisce il bicameralismo perfetto. Ma proprio sul contenuto della riforma sembra che gli elettori non siano molto informati. Secondo infatti gli ultimi sondaggi referendum 2016 dell’Istituto Tecnè s.r.l. per il programma di Rai 1 Porta a Porta il 46% del campione di italiani intervistati dichiara di conoscere qualcosa dei temi ma in maniera superficiale. Il 37% afferma poi di non conoscere affatto i quesiti referendari e infine solo il 17% degli elettori sostiene di conoscere bene i temi della consultazione in programma tra poco più di un mese. Si tratta di dati in leggero calo, rispetto ad un’analoga rilevazione di sette giorni prima, per quanto riguarda le prime due risposte: a conoscere solo in parte i temi era infatti il 47% degli italiani, mentre il 40% aveva dichiarato di non conoscerli per niente. E dall’altro lato rispetto ai sondaggi referendum 2016 di una settimana prima è in crescita la percentuale di italiani che afferma di essere al corrente dei temi del referendum costituzionale.
Le ultime rilevazioni e sondaggi politici prodotti da Piazza Pulita per il referendum costituzionale mostrano un dato di distanza tra il Sì e il No per il voto del 4 dicembre che è ancora sottile ma comunque sottolineare un ritardo di Renzi e del voto per il Sì rispetto ai rivali contro la riforma Boschi. Secondi i dati prodotti dai sondaggi di Index Research per Piazza Pulita, il programma condotto su La7 da Corrado Formigli, il Sì a favore della riforma è dato al 48,5% mentre chi è contrario prende oggi il 51,5%. Sono tanti però ancora gli indecisi, condotti sia tra chi è indeciso se andare alle urne per il referendum e chi invece è del tutto indeciso tra il Sì o il No per la riforma centrale del governo Renzi. Contenuti, scontri politici, poche certezze e una legge elettorale legata a doppi filo: sono tanti i motivi che portano gli italiani a non essere ancora sicuri sul voto del 4 dicembre. Inoltre, dai sondaggi si evince che il 37% avrebbe già deciso di non votare, un dato ancora molto alto di affluenza che spaventa i vari comitati del Sì e del No.
I sondaggi politici ed elettorali in periodo di referendum e di campagna elettorale mostrano un dato interessante per quanto riguarda l’eventuale uso di questa legge elettorale vigente: l’Italicum, che dopo il 4 dicembre dovesse vincere il No verrebbe spazzato via dalla scena politica, porta il secondo turno come elemento decisivo. E in questo ballottaggio, i sondaggi prodotti da Emg Acqua per La7 mostrano ancora un Movimento 5 Stelle in testa contro ogni possibile sfida politica: complice la lotta sugli stipendi dei parlamentari e la campagna referendaria del No, i grillini balzano di nuovo in testa sia contro il centrodestra che contro il Partito Democratico. I dati mostrati illuminano sul caso: Movimento Cinque Stelle è dato in vantaggio 54,2% contro il Pd in un eventuale secondo turno alle elezioni, fermo al 45,8%; contro il centrodestra i Cinque Stelle fanno addirittura meglio con il 58,7% che batte il 41,3%. Terzo caso, con il Pd che batte il centrodestra non di tantissimo, 53,3% contro il 46,7% dell’eventuale listone Salvini, Berlusconi e Meloni.
I sondaggi sul referendum 2016 prodotti da Tecnè per Porta a Porta mostrano dati politici ed elettorali interessanti anche per possibili conseguenze sulla situazione politica attuale e futura: Renzi infatti, dopo gli ultimi sondaggi prodotti, viene dato in leggera difficoltà nell’ultima settimana con il Sì alla riforma costituzionale che è calato di mezzo punto percentuale, mentre in parallelo i rivali del No hanno incamerato il medesimo vantaggio percentuale aumentando così la forbice tra No e Sì nel referendum del prossimo 4 dicembre. Stando alle domande prodotte da Tecnè, gli italiani voterebbero al momento per il 52,5% per il No mentre il Sì ottiene il 47,5% alle urne: difficoltà dei comitati per il Sì, con i problemi interni dovuti alla stagnante situazione di lotta intestina tra le varie anime del Pd, ma anche margini di recuperi guardando il dato che proiettano gli indecisi: il 17% del campione di intervistati è ancora indeciso non solo sull’andare o meno alle urne ma proprio su quale punto di giudizio della riforma da dare davanti alla scheda elettorale. Stabile invece l’affluenza, la campagna elettorale continua con una mini forbice che si intravede tra i due possibili esiti del voto referendario…