Anche Matteo Renzi ha deciso di dire la sua sulla scottante questione dello Ius soli. Dopo i commenti di Romano Prodi, Alfano, Pisapia e Boldrini, ecco che anche il leader del PD ha deciso di dire la sua al riguardo. Le sue parole, però, fanno trasparire un rimarcato pessimismo sulla questione della cittadinanza. Intervistato, Matteo Renzi ha detto che ‘sarà estremamente difficile che venga approvato, visto che non ci sono i numeri.’ Il leader ha poi aggiunto: ‘c’è paura’. Il clima di tensione che si è creato attorno alla questione dell’immigrazione ha influito non poco sulla questione-voto. Renzi ha poi aggiunto che ‘se i numeri non ci sono, non si possono stampare’, rendendo ancora più evidente il senso di frustrazione che il PD ha intorno alla questione dello Ius Soli. Il PD è chiaramente favorevole all’approvazione di una legge che – lo ricordiamo – non sta a significare che qualsiasi immigrato potrà diventare cittadino italiano. I requisiti ci sono, eccome. Il clima di paura, però, come sottolineato da Renzi, sta negativamente influendo sull’intera questione che è di incredibile importanza per un Paese sempre più globalizzato come il nostro. (agg. Francesco Agostini)
L’INVITO DI AVVENIRE E LA PETIZIONE DI MELONI
Prosegue la “sfida” a distanza tra pro e contro la legge sullo Ius soli: solo nella serata di ieri, presentando la nuova convention di Fratelli d’Italia ad Atreju, Giorgia Meloni ha ricalcato la presa di posizione di Salvini, molto netta contro la possibilità di arrivo in Senato della legge sulla cittadinanza. «Se il Partito Democratico vuole dare la cittadinanza a 800.000 stranieri lo metta nel programma per le prossime elezioni politiche e chieda agli italiani il mandato per farlo». Di contro, continua l’azione di Avvenire, il quotidiano della Cei, schierato fortemente in campo a favore della legge proposta dal Pd: in un editoriale ieri il direttore Marco Tarquinio ha spiegato ancora come tramite lo Ius culturae si può davvero dare «un futuro e un presente di fiducia nell’Italia e nei suoi figli. Quanti sono nati in Italia o in Italia sono arrivati da bambini e pensano e parlano italiano, coloro che crescono e studiano qui, condividendo la nostra cultura e le nostre regole di cittadinanza, assimilando i nostri costumi, e appartengono a famiglie di origine straniera ma residenti in questo nostro Paese con permesso permanente o di lungo periodo (e, dunque, sono figli di persone che qui lavorano, pagano tasse e contributi, e non hanno guai con la giustizia) non sono candidati all’italianità, sono già italiani». La discussione politica continua con il Governo che sta cercando di convincere Alternativa Popolare per la calendarizzazione prima di fine anno, ovvero prima della fine probabile della Legislatura: in mezzo la discussione sulla Legge di Bilancio prenderà ovviamente lo spazio maggiore e il rischio è che lo Ius Soli rimanga “incastrato” in un cono d’ombra del Senato per le tantissime divisioni che anche in questi giorni emergono tra le varie posizioni politiche in campo.
EDITORIALE DI FERLTRI CONTRO LA CHIESA
Sulla scottante questione dello Ius Soli si è espresso anche il direttore del quotidiano Libero, Vittorio Feltri, che in una lettera pubblicata su Liberoquotidiano.it, ha avuto parole estremamente polemiche nei confronti della Chiesa e di quella che lui ha definito un’ingerenza riguardo una decisione che dovrebbe riguardare solo lo Stato ed i diritti dei cittadini. Feltri si è dichiarato contrario allo Ius Soli, ma pur sostenendo il diritto della Chiesa di esprimere le proprie posizioni, ha affermato il diritto dei cittadini laici di non ascoltare l’indirizzo della Santa Sede: “il Pontefice predica che sia opportuno aprire le frontiere e regalare agli stranieri la patente di italiani? Liberissimo lui di gridarlo urbi et orbi e noi liberissimi di non dargli retta. Ecco il punto. Non abbiamo l’ obbligo di ubbidire a Bergoglio se non ci garba di farlo e siamo autorizzati ad agire di testa nostra. Più chiari di così non si può essere. Se il Pd viceversa decide di sposare le tesi del Santo Padre per convenienza o opportunismo, pazienza. Non è una novità che i progressisti sono figli di buona donna e agiscono a scopi elettoralistici. Anche ciò è legittimo benché disgustoso.” Queste le dure parole utilizzate dal giornalista (agg. di Fabio Belli)
IUS SOLI, LAURA BOLDRINI SPERA: “SIA LEGGE AL PIU’ PRESTO”
Sulla scottante questione dello Ius Soli si è espressa anche Laura Boldrini, da sempre paladina degli immigrati e dei più deboli. La Boldrini ha dichiarato tutto il suo assenso allo ius soli, auspicando che diventi ‘legge al più presto’ affrettando quindi le tempistiche. La Boldrini, intervistata, ci ha tenuto a sottolineare il fatto che non tutti gli immigrati che entreranno in italia potranno fregiarsi del titolo di ciittadini italiani. Anche con lo ius soli, per avere la cittadinanza serviranno determinati requisiti. La Presidente della Camera ci ha sottolineato questo fatto visto che, per sua stessa ammissione, su questo campo sono sorte molte incomprensioni e incongruenze. Il compito della Boldrini sarà quello di chiarire eventuali dubbi al proposito, visto che la questione ius soli è un tema caldo della politica e del dibattito italiano. L’opinione pubblica è sul piede di guerra. (agg. Francesco Agostini)
INCERTEZZA SUL VOTO
Il Partito Democratico ha proposto la legge sullo Ius Soli ma non ha i voti necessari, ad oggi, per vedere passare il testo sulla cittadinanza ai “nuovi” italiani: per questo motivo ci sono quotidiani tentativi di convincere i centristi di Ap e Udc a votare il testo per cui non sono finora d’accordo non tanto sul contenuto ma sulla forma e la tempistica dell’approvazione. «Nel Pd non ci sono differenze e che l’obiettivo è quello di approvare il provvedimento entro la fine della legislatura», ha spiegato ieri sera Matteo Richetti, portavoce della segreteria nazionale dem, in un incontro a Piacenza di fronte ai dirigenti dem locali. Secondo il renziano, il voto in Senato si terrà solo quando «ci saranno 160 senatori a favore. Perchè se andiamo al voto in Senato e poi si va sotto, il segnale che si darebbe sarebbe devastante. È un provvedimento che produce sicurezza e integrazione e per questo stiamo lavorando per avere una maggioranza. Il punto è politico, quello che serve è un’intesa possibile».
L’APERTURA DI ALFANO E LA “MOSSA” DI SALVINI
Da un lato l’apertura flebile ma presente di Alternativa Popolare, dall’altro la minaccia della Lega Nord: lo Ius soli continua a dividere e mietere “bufere” all’interno del Parlamento, con l’avvicinamento dell’ultimissima fase di questa Legislatura che prepara inevitabilmente le prossime Elezioni Politiche. «Ne discuteremo nella prossima settimana alla Direzione del partito», ha affermato Angelino Alfano nel giorno in cui il suo principale testimonial di Ap, Maurizio Lupi, ha spiegato che se ci sarà fiducia sullo Ius soli i ministri centristi non voteranno. «Noi abbiamo votato la legge nel 2015. Ribadisco che per noi non c’è un problema di merito ma solo di logistica temporale – spiega Alfano –. Abbiamo ribadito un tema che riguarda una opportunità temporale e non la sostanza del provvedimento, che pure dal nostro punto di vista deve essere emendato perché ci sono alcune cose che non funzionano». Con i voti di Alfano in effetti la legge potrebbe passare e per questo motivo le opposizioni sono pronte alle barricate: «Se provano a iniziare a pronunciare la parola ius soli blocchiamo il Parlamento. E se non basta bloccarlo dentro lo blocchiamo fuori», minaccia il leader della Lega Matteo Salvini.
IL PATTO GENTILONI 2.0
Le ultime notizie che arrivano sull’immenso e infinito tema dello ius soli in Italia provengono ancora una volta a livello politico, con le “piccole” aperture dei centristi, soprattutto sul fronte dello ius culturae (lo ius soli “temperato”) e con le spinte della sinistra extra Pd ad un accordo con Renzi e Gentiloni per l’approvazione in breve della nuova legge sotto stallo al Senato. In questi giorni le polemiche sono sorte ovviamente sul possibile incontro “segreto” tra il Vaticano e il premier Gentiloni per arrivare ad approvare lo ius soli entro l’anno. In particolare, rileva Repubblica, monsignor Rino Fisichella avrebbe il “compito” di «pressare Angelino Alfano a far votare lo ius soli ai suoi uomini di Alternativa popolare». È inevitabile che il “patto Gentiloni 2.0” indigna le opposizioni, specie di centrodestra, che non ritengono giusto e corretto l’intervento così massiccio della Chiesa sul fronte della cittadinanza a italiani “nuovi”, «Se fosse vero sarebbe gravissimo dal punto di vista politico e dal punto di vista istituzionale», tuona a Montecitorio Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera.
Intanto Papa Francesco ha già smentito l’incontro segreto, confermando invece di aver visto Gentiloni qualche settimana fa ma non per parlare di ius soli. A prescindere da ciò, il nodo politico è ovviamente il più consistente: il Pd da solo non ha i voti e cerca quelli di Alternativa Popolare, ancora nel Governo, per poter approvare la legge con la fiducia. È di oggi il no ripetuto di Lupi (Ap) che ha ribadito come i ministri centristi non voteranno l’eventuale fiducia sullo Ius Soli. In aperta campagna elettorale per le prossime politiche, tutti i partiti intendono fare strategia a sé per schierarsi per l’una o l’altra via sul tema Ius Soli e non sarà facile vedere la legge approvata entro fine 2017
COSA CAMBIEREBBE CON LA NUOVA LEGGE SULLO IUS SOLI?
«L’approvazione dello Ius soli sarebbe un atto di civiltà contro la resa allo spirito dei tempi. Una risposta non rassegnata al disorientamento e alla paura. La prova che siamo capaci di riprendere quell’egemonia culturale che la sinistra, l’associazionismo laico e cattolico, il civismo e la tradizione liberale, sembrano avere smarrito. Per questo lo Ius soli è una grande cosa. Per questo è da qui che vogliamo partire»: con questa lettera a Repubblica, il leader di Campo Progressista (e designato leader della sinistra extra Pd) Giuliano Pisapia spinge per un accordo con Renzi e Gentiloni per poter arrivare al più presto al voto e approvazione della legge nuova sulla cittadinanza italiana. Il nodo politici e le difficoltà a trovare i numeri al Senato per l’approvazione agitano il Pd che tiene conto anche dei molti dubbi degli stessi elettori che vedono questa legge come una concessione eccessiva per i migranti e le ondate migratorie che ancora arriveranno nel nostro Paese. Già, ma come funzionerebbe ad oggi la nuova legge sullo Ius Soli? «La nuova legge introduce soprattutto due nuovi criteri per ottenere la cittadinanza prima dei 18 anni: si chiamano ius soli (“diritto legato al territorio”) temperato e ius culturae (“diritto legato all’istruzione”)», spiega il Post.
La proposta del Pd vede che un bambino nato in Italia diventi automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni. Se però il genitore non fosse dell’Unione Europea, allora intervengono tre parametri in più: deve superare un test di conoscenza della lingua italiana; deve disporre di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge; deve avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale. Lo Ius Culturae invece è più semplice, perché ritiene che hanno diritto a chiedere la cittadinanza italiana i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e superato almeno un ciclo scolastico.