La legge elettorale Rosatellum 2.0 potrebbe non aver risolto neanche questa volta il problema della maggioranza e governabilità per le prossimi imminenti urne del 2018: secondo le stime di YouTrend sviluppate dopo che il Pd ha presentato ufficialmente il nuovo testo elettorale, utilizzando i numeri delle ultime medie dei sondaggi si scopre che il rebus del governo resta ancora apertissimo. O il 40% si raggiunge – e ora si può farlo anche con una coalizione, che invece veniva vietata con la prima edizione del Rosatellum – oppure le maggioranze politiche restano ancora un lontano “sogno utopico”. «a somma dei partiti di centrodestra (32,9%) consente di conquistare (come coalizione) tra i 88 e i 108 collegi uninominali. A questi si dovrebbero aggiungere i seggi ottenuti dalle tre liste nel proporzionale: 62 per la Lega, 57 per Forza Italia, 20 per FDI. Totale: da 227 a 247 seggi», spiega lo speciale di Agi e YouTrend, mostrando come la quota di 316 seggi utili per governare sono tutt’altro che vicini. Altri scenari possibili sono ancor meno probabili in termini numerici: «Se fosse il centrosinistra (o l’M5S) a raggiungere quella percentuale, i seggi conquistati si fermerebbero tra i 270 e i 280. Fino a 290 potrebbe arrivare il centrodestra al 35%, comunque distante da quota 316», conclude l’Agi.
IL PROBLEMA DELLE PREFERENZE
L’ideatore della nuova legge elettorale depositata, Enrico Rosato, ha spiegato questa mattina a TgCom 24 il progetto del suo Rosatellum Bis che già la prossima settimana potrebbe arrivare in aula alla Camera. Il nodo delle preferenze è certamente il primo importante punto di discussione e distanza tra i vari partiti: «in Europa non ci sono praticamente le preferenze», dunque il discorso è pretestuoso, pare suggerire il capogruppo alla Camera del Pd. «Gli aspiranti deputati e senatori il discorso è piuttosto semplice: possono candidarsi in un solo collegio uninominale. Ma, in aggiunta o in alternativa al collegio uninominale, possono anche candidarsi in più di una circoscrizione proporzionale, fino a tre. In questo modo, sarà possibile esprimere delle vere e proprie candidature “blindate”», spiega lo speciale Agi sulla nuova legge elettorale. Le distanze, sopratutto con Mdp che si ritroverebbe “costretto” ad entrare in coalizione con il centrosinistra, vedono Rosato sbottare contro gli scissionisti: «Quando siamo andati in Commissione con il Mattarellum, Mdp ha risposto no. Poi siamo andati in Commissione con il Rosatellum prima versione e Mdp ha risposto no. Siamo andati in commissione con il Tedesco e Mdp ha risposto no, chiedendo di fare il Mattarellum. Quindi, il problema di Mdp è che non vuole fare una legge elettorale», e poi ancora Rosato che attacca, «Adesso che veniamo con un’altra versione, che è maggioritaria, che consente le coalizioni, che consentirebbe al Centrosinistra di stare unito, di avere un programma, un candidato, un progetto per il Paese coerente con un disegno di carattere generale e che fa bene all’Italia, Mdp risponde sempre di no».
COME FUNZIONA IL NUOVO ROSATELLUM
Legge elettorale, si riparte: il relatore Emanuele Fiano (Pd) ha ufficialmente presentato e depositato il “Rosatellum bis” (o 2.0) alla Camera ponendo dunque in agenda nei prossimi giorni il voto, questa volta si spera definitivo, sulla possibile nuova legge elettorale compatibile sia alla Camera che al Senato. Dopo il Porcellum – cassato dalla Consulta – e dopo l’Italicum – anch’esso bocciato dalla Corte Costituzionale – la maggioranza Pd-Ap ha messo a disposizione del Parlamento un nuovo testo misto maggioritario-proporzionale per provare a superare l’empasse attuale della Legge Elettorale: era lo scorso giugno quando lo scritto di Rosato – fedelissimo renziano – con relatore Fiano, altro membro Dem, presentarono la nuova legge elettorale saltata poi all’ultimo per un emendamento Forza Italia e Movimento 5 Stelle che estendeva il sistema anche all’Alto Adige. Da allora, stallo completo con la risultanza di avere ancora ora, a qualche mese dalla fine della Legislatura, una legge elettorale alla Camera – un Consultellum che ha corretto l’Italicum – e un’altra al Senato, anche qui una sorta di Consultellum prima versione che correggeva gli errori del Porcellum.
Ma con due leggi elettorali che al momento non sono compatibili perfettamente dopo il voto nazionale si potrebbe creare l’empasse politico addirittura peggiore a quello già avuto nel 2013. Per evitare tutto questo, ecco la nuova mossa del Partito Democratico: ed eccoci qui con il nuovo Rosatellum 2.0 depositato sia alla Camera che al Senato. Come funziona lo spiega l’Ansa nell’anticipazione avuta direttamente dal Parlamento: sistema su base proporzionale con un correttivo maggioritario: prevede infatti 231 collegi uninominali, che spingono a formare coalizioni, e uno sbarramento al 3% per le singole liste e al 10% per le coalizioni. La distribuzione dei seggi è per il 36% maggioritaria e per il 64% proporzionale. Di fatto, per gli analisti costituzionalisti, si tratta di una legge elettorale che ricorda un Mattarellum però “rovesciato”, ovvero con più parte proporzionale che maggioritaria. Non solo, nei collegi plurinominali, dove vale il proporzionale, sono previsti dei listini molto corti, dai 2 ai 4 candidati: non è ammesso il voto disgiunto e viene fissata inoltre una quota di genere nella proporzione di 60-40%.
CHI A FAVORE, CHI CONTRO
Qui sotto trovate un primo fac-simile della scheda elettorale che potrebbe trovarsi nelle urne nella prossima Primavera: sarà unica e conterrà i nomi dei singoli candidati associati ai partiti che li sostengono, con accanto i nomi del listino della circoscrizione relativa. Rispetto alla prima edizione del Rosatellum, che vedeva tra i punti critici la definizione del passaggio dei voti dal candidato alla coalizione: con il secondo testo ora presentato al Parlamento e in votazione forse già la prossima settimana, i voti non assegati a un partito, ma a un singolo candidato nel collegio, vengono ripartiti proporzionalmente all’interno della coalizione che lo sostiene. Sul fronte degli schieramenti, la partita sembra di nuovo orientata ad un accordo a 4, ma questa volta senza il Movimento 5 Stelle: Forza Italia, Lega Nord e Alternativa Popolare saranno i partner in prima linea del Partito Democratico. Ovviamente così i numeri sono molto più “deboli” rispetto a quelli che garantivano i grillini, ma si è poi visto dove è andato il primo testo del Rosatellum, praticamente nell’archivio rifiuti della Camera.
«In commissione Affari costituzionali sarà depositato il testo base da parte del relatore del Pd Fiano e per quello che ne sappiano è un tentativo serio a cui Forza Italia dà un primo via libera. Aspettiamo di leggere ovviamente i contenuti e vedere il calendario ma noi pensiamo che questa nuova proposta possa essere presa in seria considerazione», spiega -il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta. Anche Salvini segue l’alleato, «Ne abbiamo sentite tante, ma se la settimana prossima porta in discussione questa legge elettorale i voti della Lega ci sono già la settimana prossima», mentre Meloni si dice molto più fredda sul nuovo testo e al momento rimane fuori dal voto. Contro invece, oltre al Movimento 5 Stelle – «Stanno facendo una legge elettorale per fermare il M5s, in cui Fi e Pd si trovano perché stanno facendo un grande inciucio per arginare il nostro Movimento. Se prendi il 30% dei voti rischi di ottenere solo il 15% dei seggi. E’ un meccanismo collaudato per fermarci. Siamo ancora una volta di fronte al partito unico che si organizza contro di noi, perché ha paura», sostiene Luigi Di Maio – non sono convinti né Sinistra Italiana-Camp Progressista né Mdp. In particolare Pisapia ha detto di recente che il nuovo sistema di voto proposto dal Pd è «peggiorativo della prima versione». E Il Pd cosa dice? «È l’ultimo tentativo possibile. Il nuovo testo gode di un’ampia maggioranza, in quanto è sostenuto anche da una parte delle opposizioni”, e ha “un impianto maggioritario che può aiutare gli elettori a capire chi governerà il Paese», spiega Ettore Rosato, capogruppo dem. Dopo Porcellum, Italicum, Rosatellum prima edizione, Tedesco, questo Rosatellum è finalmente la soluzione al rebus elettorale italiano?
A differenza del “Tedeschellum” il #rosatellumbis non è interamente proporzionale, e la scheda è diversa (cfr. https://t.co/NL2quJfN6V) (3/) pic.twitter.com/7Iss3tHqSW
— YouTrend (@you_trend) 21 settembre 2017