Il governo guidato da Giuseppe Conte è come un aereo in fase di decollo. E il decollo (al pari dell’atterraggio) è la fase più delicata di un viaggio aereo. Le ragioni per andare a sbattere non mancano, a cominciare dalla totale inesperienza del pilota, il premier, solo parzialmente compensata dalla superiore capacità dei due co-piloti, i vice Salvini e Di Maio. Anche loro, infatti, sono esordienti in ruoli di responsabilità governativa, e rischiano di pagare uno scotto all’inesperienza.
I fronti aperti per il nuovo governo giallo-verde (o giallo-blu, come preferiscono dire i leghisti 2.0, che riconoscono a Salvini il ruolo di “Capitano”) si moltiplicano rapidamente. E questo non è certo positivo.
Il campo di battaglia su cui — almeno in apparenza — le cose vanno meglio è sicuramente l’emigrazione. Il leader leghista ha affondato il coltello in un’Europa molle come non mai. Per ora può godersi quello che per lui è un successo, cioè l’aver costretto un altro paese (la Spagna, ma è quasi casuale) a prendersi una parte, ancorché minima, di migranti africani. La situazione sino a oggi era talmente sbilanciata a danno dell’Italia che tutti (eccezion fatta per il gruppo di Visegrad) hanno dovuto esprimere solidarietà, e non tirare troppo le orecchie all’Italia per l’irrigidimento sul caso Aquarius. Nel prosieguo, però, questo terreno si potrebbe rivelare insidioso. Si comincia oggi, con Conte a colloquio con la Merkel. Per quanto pressata dal suo ministro dell’Interno, che è anche il leader della Csu bavarese, la Merkel non potrà sposare in toto la linea di Salvini. E al vertice di fine mese a Bruxelles si potrebbe finire con un disaccordo totale, tanto sulla redistribuzione dei migranti, quanto sulla revisione del trattato di Dublino. Salvini, Conte e Di Maio dovrebbero a quel punto fronteggiare la cocente delusione per una situazione che rischia seriamente di non registrare passi avanti. A quel punto diverrebbe definitivamente incandescente anche il clima intorno ai soccorsi nel Mediterraneo, vista l’intenzione espressa proprio ieri da Salvini di arretrare le navi italiane più vicine alle nostre acque territoriali.
Sempre in quella sede europea l’Italia rischia l’isolamento intorno alla revisione del bilancio comunitario, particolarmente penalizzante per la nostra agricoltura. Senza alleati per la revisione della proposta destinata a entrare a regime fra un anno, i tagli sarebbero una mazzata.
Ma nei confronti dell’Europa un altro oggetto di contenzioso in autunno saranno le regole di equilibrio nei conti pubblici, specie quando si tratterà di redigere la prima legge di bilancio del nuovo esecutivo. Senza flessibilità (e ce ne è stata già data parecchia in passato) le più onerose promesse contenute nel contratto di governo rischiano di rimanere lettera morta. Stiamo parlando della revisione della legge Fornero sulle pensioni, ma soprattutto del reddito di cittadinanza.
E qui entriamo nel territorio del Movimento 5 Stelle, che sin qui è sembrato subire il maggior attivismo del partner leghista senza riuscire a rispondere con la stessa energia sui temi che stanno più a cuore al proprio elettorato. Per i grillini, però, la vera emergenza si chiama questione morale. L’inchiesta sullo stadio della Roma ha scoperchiato un autentico verminaio intorno al Campidoglio, punta di diamante del Movimento sino al momento dell’approdo al governo.
Non si tratta del primo caso di malaffare che sfiora i “duri e puri” della politica. E sin qui il MoVimento è sembrato non pagare dazio agli scandali. Stavolta però il sistema che sta emergendo è talmente tentacolare (pare investire tutti i partiti) da dubitare che gli effetti possano essere nulli. E dal Campidoglio potrebbero anche riverberarsi sulla delegazione pentastellata al governo, su Di Maio, su Bonafede, su Fraccaro.
Portare a casa risultati concreti diventa quindi imperativo categorico per il governo Conte. Il rischio, altrimenti, è di finire come l’altro governo dei neofiti, quello del centrodestra del 1994, che naufragò alla sua prima legge di bilancio. Il rischio delusione va tenuto in seria considerazione.