Si è concluso in maniera decisamente positiva, almeno per i partecipanti, l’incontro al vertice di quasi due ore tra i partiti che sostengono l’esecutivo guidato da Monti. Erano presenti il segretario del Pdl, Angelino Alfano, il leader dell’Udc, Pierferdinando Casini e quello del Pd, Pierluigi Bersani. C’erano anche i cosiddetti saggi, esponenti di spicco delle relative formazioni considerati particolarmente ferrati sulle questioni tecniche o relativamente alle riforme. Per il Pdl c’erano Gaetano Quagliariello e Ignazio La Russa, per il Pd Luciano Violante mentre per il Terzo Polo Italo Bocchino e Fernando Adornato. Il presidente del Consiglio Mario Monti, che sembra avrebbe dovuto partecipare all’incontro, era assente perché in missione in Corea del Sud. La compagine politica si è riunita nello studio di Silvio Berlusconi a Montecitorio. Dalla riunione è scaturito l’accordo sulla legge elettorale e sulla riforma della Costituzione. Sarà contemplato, tanto per cominciare, il taglio dei numeri dei parlamentari: i deputati dovrebbero passare dal 630 a 500, mentre i senatori da 315 a 250. A quanto ha fatto sapere Casini, non è escluso che, su questo fronte, venga individuata una norma transitoria. Il nuovo sistema, inoltre, non prevederà l’obbligo di coalizione mentre per rafforzare il ruolo del presidente del Consiglio sarà introdotta la facoltà di votarlo direttamente attraverso l’indicazione del candidato premier. Altra norma decisiva, la reintroduzione delle preferenze al fine di restituire agli elettori, come gran parte dell’opinione pubblica chiede da anni, il potere che gli attribuisce la stessa Costituzione in termini di sovranità. Sarà inoltre introdotta una nuova soglia di sbarramento, mentre sarà abbassata l’età dell’elettorato, sia passivo che attivo. Come era già stato anticipato in passato, sarà anche superato il principio del bicameralismo perfetto, con l’attribuzione a ciascun ramo del Parlamento di competenze specifiche. Tali misure attengono in parte alla riforma della Carta fondamentale e in parte a quella del sistema elettorale. In particolare: la riduzione dei parlamentari, la revisione dell’età per l’elettorato attivo e passivo, il rafforzamento dei poteri del premier e il superamento del bicameralismo perfetto riguardano la riforma costituzionali.
La reintroduzione delle preferenze, la rimozione del vincolo di coalizione l’indicazione del premier e la soglia di sbarramento, quella elettorale. I partiti hanno convenuto sul fatto che sarà opportuno varare le riforme contestualmente.