I sondaggi delle elezioni regionali 2018 sono banditi ma per modo di dire: ovvero si possono fare, ma non si possono diffondere Però gli spifferi sono sempre tanti e qualche voce all’orecchio a volte arriva. Mentre in queste ore del mattino la gente si sta recando alle urne per votare noi proviamo a fare delle previsioni su quale potrebbe essere il risultato delle elezioni politiche 2018. Parliamo di partiti e non di schieramenti: ovvero M5S, Centrodestra e centrosinistra in che regioni vincono? Allora partiamo da Berlusconi e dai suoi alleati Salvini, Meloni e Fitto: dovrebbero conquistare al Nord Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Valle D’Aosta e Piemonte, cedendo solo il Trentino al centrosinistra di Renzi. Al centro Italia ovviamente per la coalizione del Cavaliere le soddisfazioni sono sempre state avare ma stavolta, secondo le nostre previsioni, potrebbe verificarsi un exploit elettorale in Emilia Romagna dove potrebbero sopravanzare il Pd in una delle sue roccaforti. Pd che invece potrebbe aggiudicarsi Toscana e Umbria, mentre ai 5 Stelle potrebbero andare Lazio e Marche. Al Sud il centrosinistra dovrebbe subire il suo colpo mortale a discapito di M5S e centrodestra. A farla da padrone dovrebbe essere il partito di Di Maio che si vedrebbe aggiudicare Campania, Calabria, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Berlusconi potrebbe invece affermarsi in Puglia, Abruzzo e Molise. Ma sempre secondo le nostre avventurose previsioni il centrodestra sarebbe la prima coalizione ma mancherebbero 3-4 punti per raggiungere la fantomatica soglia del 40%. Vedremo se e come neve, pioggia, pigrizia e rabbia influiranno sul voto e come cambieranno gli scenari. I dati in tempo reale sulle Elezioni Politiche 2018 e le Elezioni regionali in Lombardia e in Lazio
DEMOPOLIS: CENTROSINISTRA DIETRO A M5S
Tante trasmissioni in queste settimane si sono occupate delle elezioni politiche, fornendo anche dei sondaggi sul possibile risultato. Otto e Mezzo, il programma di La7, ha in questo senso commissionato a Demopolis una ricerca per riuscire a capire quale fosse, a 16 giorni dal voto, il peso di partiti e coalizioni. Dunque i dati risalgono al 14 febbraio scorso e sono stati pubblicati il giorno dopo sull’apposito sito di palazzo Chigi che raccoglie i sondaggi politici ed elettorali. È intanto interessante notare che solamente il 67% degli intervistati aveva un’idea definitiva su chi votare. Le intenzioni di voto riguardo la Camera di questo sondaggio vedono il Movimento 5 Stelle al 28%, molto davanti al Pd (22,5%), a Forza Italia (16,5%) e alla Lega (14,2%). La coalizione di centrodestra arriverebbe al 38% e, cosa decisamente interessante, il centrosinistra (27%) sarebbe alle spalle del Movimento 5 Stelle. A meno di non conteggiare anche Liberi e Uguali (6%). In ogni caso non sembrerebbero esserci i numeri per la formazione di una maggioranza di governo. (aggiornamento di Bruno Zampetti)
BIDIMEDIA: M5S PRIMO PARTITO
Tra i diversi sondaggi condotti in vista delle elezioni politiche e pubblicati prima che scattasse il divieto relativo alla loro diffusione c’è anche quello realizzato da Bidimedia, con metodo Cawi, su un campione di 1.300 intervistati, rappresentativi della popolazione italiana. I risultati sono stati pubblicati il 15 febbraio sull’apposito sito del Dipartimento per l’informazione e l’editoria di palazzo Chigi. È stata posta una sola domanda agli intervistati, relativa alla lista che voterebbe alla Camera dei deputati. È interessante notare anzitutto che secondo questo sondaggio andrebbe a votare il 64% degli aventi diritto. Tra i partiti, il Movimento 5 Stelle è stato indicato dal 25,3% degli intervistati, davanti al Partito democratico (24,4%) a Forza Italia (16,3%) e alla Lega (14,5%). Contando anche Fratelli d’Italia (3,9%) e Noi con l’Italia-Udc (2,5%), il centrodestra non avrebbe i voti necessari a governare e il Pd non risulterebbe il primo partito a livello di voti. Sono passati però diversi giorni dalla rilevazione e dunque le intenzioni di voto potrebbero essere anche cambiate. (aggiornamento di Bruno Zampetti)
DEMOPOLIS: M5S DAVANTI AL PD IN FRIULI-VENEZIA GIULIA
Ancora quando era possibile effettuare e rendere noti i sondaggi sulle intenzioni di voto in vista delle elezioni politiche, Demopolis ne ha condotto, pubblicato il 15 febbraio sul sito ufficiale di palazzo Chigi dedicato ai sondaggi politici ed elettorali, per misurare il peso dei partiti in Friuli-Venezia Giulia. Sono stati infatti Il Piccolo e il Messaggero Veneto a commissionare la rilevazione. I risultati fanno emergere che alla Camera il Movimento 5 Stelle (24,5%) risulterebbe il partito più votato, davanti al Partito democratico (24%), a Forza Italia (17%) e Lega (14%). Chiaramente a due settimane di distanza le cose potrebbero essere cambiate, anche perché il sondaggio ha rilevato un 19% di indecisi e un 11% di intervistati che hanno detto che potrebbero cambiare idea sull’assegnazione del voto. Tra le priorità del nuovo Governo, gli intervistati hanno messo al primo posto il rilancio dell’economia (68%), davanti alla riduzione della pressione fiscale (65%) e la gestione dell’immigrazione (62%). (aggiornamento di Bruno Zampetti)
IXÈ, FIDUCIA LEADER; GENTILONI AL TOP, RENZI GIÙ
Lo scorso 16 febbraio, prima del silenzio elettorale imposto, i sondaggi di Ixè hanno stabilito quali sono le ultime intenzioni di voto sui personali gradimenti dei leader politici. Non danno la certa ed esatta collocazione del relativo partito alle prossime Elezioni, ma di certo aiutano nel comprendere le indicazioni che gli elettori “lanciano” rispetto ad un immediato futuro di leadership a Palazzo Chigi. Su tutti, Paolo Gentiloni è il leader più stimato e ambito, con il 35% dei consensi, davanti a Emma Bonino (32%) e Luigi Di Maio, in crescita al 28%. Male Renzi, che al 24% si fa superare da Matteo Salvini e raggiungere dall’altra coppia del centrodestra, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Più sotto gli altri leader politici, da Pietro Grasso di LeU (22%), a Beppe Grillo (21%) e infine Pier Luigi Bersani, al 20%. A vedere tali stime, si potrebbe pensare che gli italiani in un certo qual modo “tifino” per un nuovo governo Gentiloni: stante la quasi impossibile maggioranza assoluta della coalizione di centrosinistra, l’unica alternativa sarebbe un nuovo governo di Larghe Intese. In quel caso, senza Renzi alla guida Pd, potrebbe essere ancora più facile l’avvicinamento Gentiloni con altre forze moderate e centriste.
EMG ACQUA, FUTURO LEU: MEGLIO CON M5S CHE NON RENZI
È stato chiesto agli elettori di sinistra pochi giorni prima del silenzio elettorale dello scorso 16 febbraio, cosa ne pensassero delle possibili scelte future di Liberi e Uguali, il partito nato dalla scissione col Pd e dalla fusione con Sinistra Italiana che vede Pietro Grasso, Massimo D’Alema, Roberto Speranza, Nicola Fratoianni, Pierluigi Bersani e Laura Boldrini tra i principali protagonisti. Ebbene, secondo le stime raccolte dai sondaggi di Emg Acqua, la scelta di Liberi e uguali da fare dopo le elezioni di domenica dovrebbe andare verso un possibile governo di “larghe intese” con Di Maio e i Cinque Stelle (opzione mai scartata né da Grasso né dal giovane leder M5s). Il 25,2% punta su questa scelta, piuttosto che un governo di centrodestra o un nuovo governo di Larghe intese tra Renzi e i centristi. Solo il 21% propone una nuova sinistra unita (Pd e LeU insieme), mentre il 28% preferisce una legislatura all’opposizione piuttosto che allearsi dopo il voto con qualche altro partito.
PIEPOLI, CENTROSINISTRA SFIORA IL 30%
I dati presentati dai sondaggi Piepoli poco prima del silenzio elettorale mostravano una tendenza che potrebbe facilmente ripresentarsi la mattina del 5 marzo 2018: la coalizione del centrodestra è data al 37% complessiva, frutto del 16% di Forza Italia, 13% di Lega Nord, 5% di Fratelli d’Italia, 3% di Noi con l’Italia-Udc. Sono davanti, e nettamente, al Movimento 5 Stelle (27%), come del resto anche a Liberi e Uguali (6,5%) e l’insieme di CasaPound, Potere al Popolo e altri (tutti inferiori allo 0,2% su scala nazionale); ma il dato particolare mostrato dal sondaggio di Piepoli è la crescita del centrosinistra. Secondo le stime infatti, la coalizione forgiata da Matteo Renzi prenderebbe il 29,3%, sfiorando il 30% e superando Di Maio & Co: difficile ma non impossibile, un risultato frutto del 24,5% del Pd, dello 0,5% di Civica Popolare, del 3% di +Europa con Bonino e dell’1% di Insieme. Al momento nessuno avrebbe la maggioranza per poter governare, ma il risultato buono del Pd potrebbe dare più possibilità alle ipotesi di Larghe Intese (Renzi-Berlusconi-centristi) per formare un governo anti-estremisti e anti-populismi. Fanta politica? Si attenderà il 4 marzo e poi di potrà dirlo (o smentirlo) con certezza..
GPF, REGIONALI LAZIO: ZINGARETTI DAVANTI, MA ALLE POLITICHE..
I sondaggi prodotti da GPF nella Regione Lazio in vista dell’election day del prossimo 4 marzo sono stati presentati alla chiusura delle intenzioni di voto per il silenzio elettorale: i distacchi sono dunque cristallizzati e potrebbero ovviamente essere mutuati in queste ultime due settimane di campagna. Resta però la sensazione che il vantaggio di Nicola Zingaretti sia molto difficile da colmare: 31,7% per il candidato e presidente uscente del Pd, Stefano Parisi del Centrodestra segue col 26,6%, appena davanti a Roberta Lombardi del M5s al 24,4%. Distanti Sergio Pirozzi (9,4%), Carnitano (3,5%), Antonini (2,7), Touadi (1%); se però si guardano i voti possibili alle Politiche, sempre tra gli elettori intervistati del Lazio, si scopre che Fratelli d’Italia spopola al 7,1%, Energie per l’Italia con Parisi vale l’1,8%, NcI-Udc lo 0,1%, Lista Civica Zingaretti vale il 6,7%, LeU 4,5%, Bonino il 2,8%, Pd al 12,9%, M5s al 28,8% (prima lista regionale), Pirozzi lista civica (5,3%), CasaPound (2,3%).