Lo scontro su Imu e Iva divide la maggioranza che sostiene il governo Letta. Da un lato il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, che ha sottolineato come non ci sia lo spazio per bloccare l’incremento dell’imposta sul valore aggiunto. Dall’altra il vicepremier Angelino Alfano che promette: “Ci battiamo e ci batteremo per eliminare l’Imu sulla prima casa e per evitare l’aumento dell’Iva”. Nel frattempo Berlusconi attende il pronunciamento della Corte costituzionale sul legittimo impedimento relativo al caso Mediaset, previsto per il 19 giugno, e la sentenza di primo grado per il processo Ruby, attesa per il 24 giugno. Ilsussidiario.net ha intervistato Fabrizio Rondolino sulle possibili conseguenze politiche per la stabilità del governo.
La politica economica continua a dividere la maggioranza. Secondo lei quanto durerà il governo Letta?
Non so dirle quale compromesso si troverà su Iva e Imu, perché sicuramente le posizioni di Pd e Pdl sono inconciliabili. Sono comunque ottimista sul futuro del governo, in quanto la situazione non concede alternative. Immagino che queste tensioni in qualche modo si potranno ricomporre, non vedo un Pdl intenzionato ad andare fino al punto di rottura. Diciamo che i politici dei due schieramenti stanno facendo quello che fanno sempre, e cioè tirare il lenzuolo di qua e di là.
Intanto Berlusconi attende le sentenze sui suoi processi. Al Cavaliere converrebbe continuare ad appoggiare il governo anche se il verdetto fosse sfavorevole?
Comunque vadano le sentenze, a Berlusconi conviene comunque rimanere al governo, in quanto ha dalla sua diversi ministri e la vicepresidenza del consiglio. L’alternativa del resto sarebbe quella di ritrovarsi all’opposizione di un governo composto da Pd, Sel e i fuoriusciti del M5S arrivati all’ultimo momento per sostenerlo.
Per Berlusconi non sarebbe meglio andare alle elezioni anticipate?
In questo momento nessuno oggettivamente crede alle elezioni anticipate. Lo spappolamento del M5S è tale che trovare 20 senatori grillini che passino con il centrosinistra sarebbe relativamente facile. Anche in caso di nuove tempeste giudiziarie quindi, sono convinto del fatto che non ci sarebbe una crisi di governo. Quando si parla di Berlusconi però bisogna aggiungere una postilla: l’uomo è imprevedibile e quindi un margine di dubbio sulle sue azioni rimane sempre.
Per Sgarbi, il futuro del Pdl si chiama Renzi. Lei che cosa ne pensa dell’ipotesi che Letta e Alfano formino un unico partito?
Renzi combatterà la sua battaglia per la conquista della segreteria del Pd. Naturalmente il Pd di Renzi sarebbe una realtà politica del tutto diversa da quella che abbiamo conosciuto sinora. Avrebbe alla sua sinistra un’altra formazione più o meno significativa, ma otterrebbe i consensi di gran parte dell’elettorato di centro. Se invece nel centrosinistra dovesse prevalere la linea bersaniana, potrebbe anche succedere che i moderati dei due schieramenti tentino di costruire una nuova forza politica. La ritengo comunque una possibilità abbastanza remota.
Alfano ha affermato che si potrebbe ritornare al progetto originario di Forza Italia …
Innanzitutto non vedo quale sarebbe la differenza tra il Pdl e Forza Italia. Inoltre Forza Italia è un po’ come i biscotti Plasmon, che ricordano l’infanzia quando eravamo tutti più giovani e felici. Forza Italia in quella fase ha rappresentato la vittoria del centrodestra. Si tratta però di una storia che si è conclusa, e non credo che cambiando il nome si ritrovi lo spirito e l’energia di quegli anni.
Alla fine le riforme istituzionali si faranno?
Gli italiani vogliono due cose, avere un governo e che si facciano le riforme istituzionali. Queste ultime tra l’altro hanno il vantaggio di non costare nulla, e quindi pur essendo attaccati al potere come tutti i politici, i leader della maggioranza alla fine andranno in questa direzione per non scontentare troppo il Paese.
Passerà il presidenzialismo?
Il presidenzialismo scatena le solite guerre di religione, una mediazione possibile è quella di un governo rafforzato. Ciò può essere raggiunto eliminando il Senato, modificando la legge elettorale e riducendo il numero dei parlamentari. Si può inoltre optare per una forma di Cancellierato alla tedesca, dove il presidente del Consiglio ha dei poteri di gran lunga superiori rispetto a quelli attuali e quindi è più responsabile di fronte agli elettori.
(Pietro Vernizzi)