Sede del Secolo XIX, irruzione di due militanti del Movimento 5 Stelle. Premono sul portinaio minacciando di rimanere all’infinito, vogliono un incontro con la redazione, ma sono andati ad un’ora nella quale i giornalisti non ci sono. Nel corso della discussione, ripresa da loro stessi per metterla poi sui social, con linguaggio duro affermano che un articolo pubblicato sul Secolo è pieno di menzogne, dicono che l’autore è Ilario Lombardo, e poi sui social ne pubblicano la foto (fra l’altro non è questo l’autore dell’articolo incriminato). La loro lotta contro una informazione giornalistica ritenuta fuorviante non si compie con una dichiarazione che ripristini la loro verità, ma si compie con l’intimidazione: “torneremo tutte le mattine, vi rovineremo la colazione ogni giorno…”. Ma il livello della loro lotta si capisce quando uno di loro, Dario, afferma che “tutti i giornali e tutte le televisioni in Italia raccontano menzogne”, e che “questo è un Paese di merda”.
Paese di merda, tutti mentono, noi, solo noi, diciamo il vero. Ma ora basta, ora cominciamo la lotta dura, e sarà sempre più dura.
Ragazzi cari, nell’estremismo, malattia infantile della “convinzione ideale”, ci sono tutti i rischi che ogni lotta produce, ovvero il cambiamento del senso delle cose che si perseguono, fino a trovarsi completamente rovesciato rispetto ai propri desideri. Arriva l’esperienza e con il tempo si capisce maturando, si capisce che l’estremismo non porta la ragionevolezza della proposta.
Nel caso del M5S l’estremizzazione viene costruita sull’idea di assoluta onestà, di persone che si mettono in politica con una moralità incorruttibile. E si agitano, gridano, vogliono far sapere a tutti che loro sono diversi da tutti gli altri, che non molleranno mai, anzi “boia chi molla”, un grido che si presenta sempre quando si mette l’etica come cosa propria da contrapporre a tutti gli altri che sono immorali.
Ma questa moralità di parte è fondata sulla morte della democrazia, chi dice Paese di merda non crede che si possa confrontarsi democraticamente, non crede che le idee diverse sono portate da persone che dovrebbero crederci, e che bisogna dare loro un credito, ascoltare, arrivare a esiti comuni, ad una maggioranza che rende migliore il destino del Paese.
Cari ragazzi, spesso avete ragione, sarebbe veramente utile assumere anche alcune vostre proposte, ma lo avete visto anche nello stallo della quota di voti che avete avuto alle Europee, avete visto che la contrapposizione frontale eccita la propaganda e piace agli estremisti, ma progressivamente vi trovate con l’espressione di una destra antisistema, come quella che avete scelto nei gruppi antieuropei.
Attenti dunque al triplo salto mortale; già adesso avete spesso paura di essere diventati diversi da come volevate essere. Ma il consiglio che si può darvi è di fare politica, non una lotta etica. Guardate che la moralità è tratto fondante dell’umano, la moltitudine delle persone ha motivazioni profonde per essere morali, accettate il fatto che in mezzo a tanta illegalità dobbiamo tenere le regole comuni e la democrazia. Ovvero partite dall’amore per l’uomo, e non dalla rabbia.