Silvio Berlusconi non aveva rilasciato dichiarazioni pre-Consiglio dei Ministri sui contenuti della proposta che il Governo porterà al vaglio del Capo dello Stato Giorgio Napolitano per trovare quella “soluzione politica” da più parte invocata per uscire dal “pasticcio” delle liste elettorali in Lazio e Lombardia.
Il Colle aveva fatto sapere chiaramente che non avrebbe accettato nessun tipo di Decreto Legge che modifichi le norme elettorali vigenti cambiando le regole, evidentemente per il timore di creare un pericoloso precedente, ma in via informale sembra che da ambienti del Quirinale sia arrivata la disponibilità a vagliar con la massima attenzione un DL che fissi delle regole interpretative della legge esistente e che permetta quindi di sanare la posizione della Lista Pdl nel Lazio e/o della Lista per Formigoni presidente in Lombardia.
E poco prima delle 21:50 il CdM dà il via libera al Decreto Legge “salva-liste”. Silvio Berlusconi ha lasciato Palazzo Chigi senza rilasciare dichiarazioni alla stampa, ed è subito rientrato a Palazzo Grazioli.
Per tutto il giorno il leader del Pd Pier Luigi Bersani aveva avversato questo Decreto Legge chiedendo che si aspettassero le decisioni dei giudici. «Il dl interpretativo – attacca – è un trucco. Se decidono così potranno solo aspettarsi una nostra ferma opposizione». Sulla stessa linea anche il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini che definisce «intollerabile» delegittimare i magistrati. Ancora più duro Antonio Di Pietro che parla senza mezzi termini di «golpe». La soluzione del dl interpetativo arriva dopo una giornata di trattative e incontri. Il provvedimento, di pochi articoli, dovrebbe risolvere sia il caso Lazio che quello della Lombardia. Il Quirinale inoltre, prenderebbe atto che questo diverso provvedimento sarebbe adottato d’urgenza, tenendo presente l’esigenza di una rapida e certa definizione delle modalità di svolgimento della consultazione elettorale. A quel punto, stando agli stessi ambienti del Quirinale, i contenuti del provvedimento del governo sarebbero attentamente valutati appena sottoposti alla firma del presidente della Repubblica.
Interpretativo o meno, l’ipotesi di un Decreto Legge era stata già in giornata giudicata duramente da tutte le forze d’opposizione, pur con diverse sfumature e diversi motivi. Dai centristi arrivano messaggi duri nella forma ma aperti nella sostanza. Il presidente dell’Udc Buttiglione esorta il governo a «non peggiorare la situazione con atti di forza» ma ammette l’esistenza di un «problema democratico», netta chiusura invece da Pier Ferdinando Casini. I toni più duri, ancora una volta li ha usati il leader dell’Idv Antonio Di Pietro che ha parlato di «un vero e proprio golpe contro il quale occorre opporsi con una chiamata alle armi democratiche. Scenderemo in piazza -annuncia- con una grande mobilitazione di tutte le forze sociali e politiche. È l’ennesimo provvedimento ad hoc, fatto ad uso e consumo dei soliti noti, che calpesta regole, diritti e Costituzione». Dal governo arrriva, sottolinea l’ex pm, un’operazione «degna dei peggiori regimi: non c’è più il senso del limite e del diritto». E aggiunge: si tratta di «un palese abuso di potere che in uno Stato di diritto andrebbe bloccato con l’intervento delle forze armate al fine di fermare il dittatore».
Il Ministro degli Interni Roberto Maroni ha parlato in questi termini di quanto successo nel Consiglio dei Ministri che ha varato il DL "salva-liste" «è stata data una interpretazione autentica delle norme di legge vigenti senza modificarle per consentire ai giudici del Tar di applicare la legge». Non un cambio in corsa delle regole, quindi, o una invasione di campo nella magistratura, ma una chiarificazione dello spirito con cui la legge elettorale – rimasta immutata – era stata scritta. «Riteniamo – ha proseguito Maroni – che con questo provvedimento gli organi della giustizia amministrativa siano in grado di decidere sulla base di una interpretazione univoca della legge, e quindi decidere serenamente se i ricorsi presentati dalle varie liste escluse possono essere accolti o meno». Pare che il Colle possa già questa sera valutare il Decreto Legge che – se ratificato – potrà comparire domattina in Gazzetta Ufficiale, prima che arrivi la decisione attesa del Tar.
Aggiornamento: Nella tarda serata si è appreso della firma del Presidente Giorgio Napolitano