All’interno del disegno di legge sulla riforma del mercato del lavoro che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha autorizzato per la presentazione alle Camere è prevista anche una nuova stangata, che in questo caso riguarda i proprietari degli immobili che non applicano la cedolare sugli affitti. Per loro cala infatti dal 15 al 5% la riduzione della base di calcolo per l’Irpef sugli affitti rispetto al rendimento determinato secondo le tariffe d’estimo. In poche parole, l’imponibile su cui si paga l’imposta aumenta di ben 10 punti percentuali. Questo provvedimento si aggiunge all’imminente arrivo dell’Imu, l’Imposta Municipale Unica, vale a dire la nuova tassa sulla casa che sostituisce l’Ici. Giorno dopo giorno si susseguono a riguardo variazioni, modifiche ed emendamenti, ma la cosa certa è che la prima rata, da saldare entro il 16 giugno prossimo, sarà uguale per tutti, fissata al 4 per mille per le prime abitazioni e al 7,6 per mille per tutti gli altri immobili. Naturalmente anche l’Imu, come ci conferma la giornalista Paola Dezza de Il Sole 24 Ore, andrà a colpire il già non florido mercato degli affitti: «Per le case che vengono date in affitto, la stessa Imu rappresenta una stangata. Se sarà l’inquilino a doverla pagare, dovrà fare i conti con un canone maggiorato dato che la nuova imposta corrisponde più o meno a un’ulteriore mensilità. Se invece se ne prenderà carico il proprietario di casa, ecco che si vedrebbe erodere quello che è il suo rendimento lordo annuale. La stangata va a colpire un mercato, quello delle locazioni, che vive un momento non facile. In generale il mercato immobiliare, sul fronte delle compravendite quanto degli affitti, sta vivendo un momento di crisi, sul quale la nuova tassazione va a incidere in maniera sostanziosa. Ci vorranno due o tre anni affinchè l’Imu venga assorbita dal mercato, e nel frattempo la nuova imposta potrebbe incidere negativamente sulle scelte di acquisto di immobili, anche per investimento, degli italiani».
Come se non bastasse, ecco che I proprietari degli immobili che non applicano la cedolare dovranno fare i conti con una nuova stangata, visto che una delle norme poste a copertura del disegno di legge riduce da 15 a 5% lo sconto forfait oggi previsto per chi dichiara con l’Irpef i redditi derivanti dalla locazione di immobili. «Sostanzialmente si tratta di un aumento di tasse per chi non ha scelto il regime della cedolare secca, che quindi andrà a colpire chi ha preferito restare nel mercato libero degli affitti, perché aumentando del 10% la base imponibile aumentano anche le tasse da pagare. Sembra che con questa mossa il governo tenti di attuare una spinta verso la cedolare secca che dovrebbe avere il compito di far emergere il nero nel mercato delle locazioni».
(Claudio Perlini)