Il Sole 24 Ore ha intervistato Thomas Buberl, amministratore delegato di Axa, uno degli azionisti di Mps. E una domanda è proprio sulla valutazione dell’investimento nella banca toscana, che non passa un buon periodo. Il manager ha detto che “la partnerhsip con Mps, come tutti i matrimoni, ha avuto alti e bassi”, ma che occorre guardare nel lungo periodo. Perciò anche se l’anno scorso non è stato facile, “vogliamo tornare a crescere assieme, vogliamo rinnovare la nostra intesa”. Buberl ha anche detto di confidare molto nell’operato di Marco Morelli. A domanda esplicita sulla possibilità di mantenere la quota azionaria in Mps, il Ceo di Axa ha risposto: “Siamo azionisti e non vedo ragioni per cambiare l’attuale situazione”.
Lo stipendio percepito da Marco Morelli, amministratore delegato di Mps, avrebbe sorpreso la Commissione europea. Lo scrive Beda Romano nel suo blog sul sito de Il Sole 24 Ore. Il giornalista ricorda che le normative Ue prevedono che una banca che viene aiutata dallo Stato deve rispettare alcuni paletti, uno dei quali riguardanti gli stipendi dei dirigenti, che devono rimanere entro una certa soglia. “In caso di ricapitalizzazione statale e di ristrutturazione aziendale, il salario massimo non può superare 10 volte la media degli stipendi nella stessa banca o 15 volte la media degli stipendi a livello nazionale”, ricorda Romano, che poi evidenzia come Morelli sia stato assunto a settembre con uno stipendio annuo lordo di 1,865 milioni di euro, senza dimenticare una parte variabile stabilita di anno in anno. “La vicenda ha sorpreso non poco la Commissione europea. In cuor loro, molti esponenti comunitari si chiedono come sia possibile che una banca così in difficoltà continui a voler pagare i propri dirigenti con salari così elevati”, aggiunge il giornalista.
Una nota della Commissione europea fa sapere che è stato raggiunto un accordo di principio sul piano di ristrutturazione di Mps. Si tratta di una notizia positiva ai fini di dare il via alla ricapitalizzazione precauzionale della banca toscana. L’accordo di principio è condizionato alla conferma, da parte dell’autorità di vigilanza unica che fa capo alla Banca centrale europea, del fatto che Montepaschi è solvibile e soddisfa i requisiti di capitale stabiliti. Secondo quanto riporta Askanews, occorrerà anche una conferma formale dagli investitori privati sull’acquisto degli Npl che la banca toscana metterà in vendita. Su questa base da Bruxelles arriverà poi il via libera formale alla ricapitalizzazione precauzionale.
Dopo quelle di Alessandro Falciai arrivano anche le parole di ottimismo di Marco Morelli sul fatto che a breve possa arrivare il “disco verde” da Bruxelles per la ricapitalizzazione precauzionale di Mps. A margine dell’assemblea in Banca d’Italia, l’amministratore delegato di Rocca Salimbeni ha spiegato di essere fiducioso circa il fatto “che siamo prossimi a finalizzare tutte le discussioni tecniche e a finalizzare il piano di ristrutturazione della banca”. Stando a quanto riporta Askanews, Morelli ha anche detto che “quando il processo sarà concluso darò il mio punto di vista e i dettagli sul piano”. Vedremo se effettivamente il via libera da Bruxelles arriverà nell’arco dei prossimi giorni. Il fatto che l’esclusiva per la cartolarizzazione degli Npl sia stata data ad Atlante fino al 28 giugno fa pensare che davvero a Mps si conti di avere in tempi rapidi una risposta positiva dall’Ue.
È ancora in corso la trattativa tra le istituzioni europee e quelle italiane per sbloccare il piano industriale di Monte dei Paschi e, conseguentemente, la ricapitalizzazione precauzionale che porterà il Tesoro ad avere circa il 70% del capitale di Rocca Salimbeni. Sui tagli necessari ai costi della banca sarebbe però in corso un braccio di ferro piuttosto duro, visto che Bruxelles vorrebbe che il rapporto tra costi e ricavi tendesse al 42-43%, ma questo livello, scrive Il Messaggero, viene ritenuto “non ragionevole” anche per banche più solide di Montepaschi. Questa è la ragione per cui non si vuole procedere a tagli a dipendenti e filiali più corposi rispetto a quelli già previsti alla fine dell’anno scorso. Gli esuberi che sono stati previsti da Monte dei Paschi a novembre ammontano a 2.900, ma pare che Bruxelles insista per far sì che siano 5.000. Tenuto conto che pare che la richiesta iniziale fosse di 10.000 unità (sulle 25.000 complessive), ci sarebbe già stata quindi una riduzione, ma Marco Morelli parrebbe intenzionato a voler far scendere ancora la cifra, anche perché con meno personale e filiali diventerebbe ancora più difficile per Mps tornare alla redditività.
E così i tempi di uscita dello Stato dal capitale sarebbero destinati ad allungarsi. Chi del resto comprerebbe una banca che ancora fatica a generare utili? Forse lo si potrebbe anche trovare, ma dietro il pagamento di un corrispettivo che potrebbe anche portare a una perdita per le casse dello Stato. Sulle filiali, sembra che la richiesta di Bruxelles sia di un taglio di 800 sportelli, ma Morelli vorrebbe che si scendesse a circa 600, in linea con quanto già stabilito alla fine dell’anno scorso. Sembra esserci comunque un certo ottimismo sul buon esito della trattativa, che potrebbe chiudersi a giugno.