Silvio Berlusconi da qualche mese svolge il suo “volontariato sociale” tra le mura della Sacra Famiglia, ma nei giorni scorsi ha pensato di dichiararsi d’accordo con i matrimoni gay. Stare alla Sacra Famiglia e sostenere quelle “civil partnership” che hanno lo scopo di distruggerla è già sufficientemente ironico e grave. C’è infatti dell’ironia pesante tra la situazione che vive il “campione” del centrodestra italiano, il suo ventennale elenco di propositi pro-family e le dichiarazioni dei giorni scorsi. C’è anche una coerenza di fondo, forse dai giorni della prigionia di Marcello Dell’Utri, notissimo collezionista di libri antichi e mecenate di prestigiose riedizioni di saggi famosi: il presidente Berlusconi è passato da Erasmo al libro sulla Sacra famiglia di K. Marx ed F. Engels, recentemente ripubblicato dagli Editori Riuniti.
Tuttavia, dal 1994 in poi, dalla sua discesa in campo a ieri l’altro, il presidente Berlusconi e il suo partito sempre hanno sostenuto la centralità della famiglia naturale, che nel nostro Paese coincide con quella costituzionalmente riconosciuta e protetta. Lo ha fatto con chiarezza cristallina, non solo dall’opposizione ma anche nei panni di partito di maggioranza relativa. Vero è che alle dichiarazioni e agli impegni programmatici non è stato dato seguito. Sinora si era pensato che le circostanze economiche e le difficoltà politiche avessero impedito l’attuazione del quoziente famigliare o delle politiche per la natalità, oggi scopriamo che forse quei programmi non trovavano nessun reale radicamento?
Stupisce e amareggia come le parole di Berlusconi abbiano seguìto, di pochi giorni, le affermazioni pubbliche della fidanzata convivente. Non per malignità, ma certamente le civil partnership proposte da Renzi potrebbero ben rispondere anche a interessi personali o potrebbero positivamente rispondere a talune aspettative.
Certo, è sempre possibile cambiare opinioni e seguire l’onda conformista di una parte dei paesi occidentali, sbagliato è non dare le ragioni comprensibili per averlo fatto.
Accampare poi gli slogan della “civiltà” quando è così noto che la civiltà, ogni civiltà è nata, vissuta e progredita grazie anche alle famiglie naturali e alle straordinarie caratteristiche di responsabilità, coesione, promozione sociale ed intergenerazionale di queste famiglie, mi appare francamente incomprensibile.
Forza Italia è un partito liberale, il suo fondatore ripeteva sino allo stremo che essa era una forza politica cattolico liberale, ora che le fortune e i consensi si riducono, si è trasformata in sola forza liberale?
Confido in un ravvedimento provvidenziale, per Berlusconi, la storia di Forza Italia e quella dei suoi elettori. L’abbandono è vicino, il partito liberale di massa in Italia ha ammassato una serie innumerevole di percentuali sotto il 10%, se questo è il destino di Forza Italia che vuole Berlusconi, oltre ai matrimoni gay e alle conseguenti adozioni e uteri in affitto, lo vedremo nelle prossime settimane. Per intanto, non ci resta che piangere amaramente, certi che nè l’amore, nè la civiltà abbiano nulla a che fare con questa uscita pubblica.