Anche Renato Brunetta ha preso la parola in Aula in occasione delle dichiarazioni di voto che anticipano il voto sulla fiducia, previsto verso le 21: “Gli aut aut sono stati utili perché sono stati sulle cose di cui lei oggi si è vantato di aver fatto”, ha detto il capogruppo Pdl alla Camera rivolto al premier. “Ho dei rilievi da farle che riguardano omissioni o se vogliamo memorie opportunisticamente selettive e qualche giudizio ingeneroso”: secondo Brunetta, infatti, “è stato Berlusconi a chiedere con forza le larghe intese, le abbiamo volute noi. Il presidente della Repubblica ha cominciato a dirlo dopo che voi vi siete divisi, impallinando due persone alla presidenza della Repubblica, il galantuomo Franco Marini e Romano Prodi”. Rivolgendosi ancora a Letta, il capogruppo Pdl aggiunge: “Non può dire, signor presidente del Consiglio, che il voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi e il voto di oggi sulla fiducia al Governo siano cose separate. Non sono cose separate perché in quella giunta c’è la politica”. Poi chiede: “Noi continuiamo a volere la pacificazione, lei presidente del Consiglio lo può dire a nome del suo partito?”. “Non può dire che la questione giudiziaria è separata dal governo, la giunta non è il quarto grado di giudizio”, ha aggiunto Brunetta. “Votiamo sì alla fiducia al governo a testa alta, nella speranza che ci possa essere un nuovo inizio”, ha quindi confermato. “Abbiamo ancora speranza, al di là dei silenzi e dei distinguo e nonostante le provocazioni in aula, continueremo a darle la fiducia perché abbiamo un dovere nei confronti dei nostri elettori. Può esserci un nuovo inizio? Noi crediamo sia dovere di tutti noi, perciò a testa alta votiamo sì tutti insieme la fiducia al nostro governo, per realizzare il suo programma e il nostro programma, rispetteremo il contratto con gli italiani”.