Il dilemma è da almeno Tangentopoli che agita la politica italiana: meglio un politico onesto o uno capace? E proprio dall’epoca di Mani Pulite spunta il magistrato Piercamillo Davigo – protagonista insieme al Pool di Milano durante Tangentopoli – che ieri sera durante Di Martedì su La7 ha litigato in maniera forte con Ilaria D’Amico, la bella giornalista Sky e moglie di Gigi Buffon, non la prima volta in veste “politica” invitata sul canale di Urbano Cairo. Il punto del contendere è proprio il rapporto tra capacità e onestà, dalle rivendicazioni di Movimento 5 Stelle ai populisti fino ai casi eclatanti di Consip e altri scandali interni alla politica. «L’essere onesto è la condizione prioritaria per ricoprire qualsiasi carica pubblica. Se un politico è bravo e disonesto è addirittura ancora più pericoloso. Dunque meglio l’onestà, prima di tutto». A quel punto, mentre in studio stavano per prendere parola Massimo Cacciari e Massimo Giannini, la giornalista Sky interviene e replica “piccata” a Davigo, premettendo di voler essere per una volta più realista di “purista”: «Mi dispiace essere realista: sopportare qualche corrotto è meglio che avere lo Stato rotto. Io non sono più purista come un tempo».
ONESTÀ, CAPACITÀ E POLITICA
Apriti cielo, immediatamente lo studio si ribella contro la D’Amico per aver subodorato, tra le righe, una miglior convenienza nell’aver qualche politico corrotto che però fa funzionare meglio lo Stato, piuttosto che avere una Amministrazione Pubblica magari onestissima ma incapace di far funzionare per davvero le cose. L’indignazione di Davigo – giustizialista come da sempre – viene accompagnata dal commento di Cacciari, che in maniera più approfondita (e cogliendo forse il vero nodo della disputa, ndr) prova a rispondere alla D’Amico, per nulla concorde con lei. «Non è che sia meglio o peggio. Dal punto di vista politico, il problema essenziale è la corruzione dello Stato, che, come una macchina rotta, è incapace di muoversi velocemente. La magistratura non può nulla, ma può solo perseguire reati. E se i politici commettono reati, la magistratura li persegue. Qualche volta sbaglia, qualche volta ha ragione, ma il problema non è la magistratura. E’ evidente che è del tutto impotente coi suoi mezzi a impedire alcunché di ciò che avviene in questo Paese, tanto è vero che dopo 25 anni c’è ancora Berlusconi come leader indiscusso e come potenziale padre nobile del futuro primo ministro». Il punto infatti non risiede nel meglio o peggio della politica onesta incapace o corrotta ma capace: in un Paese “ideale” la speranza è avere il meglio di tutto, ma per essere realisti forse non servirebbe “puntare” sui corrotti, ma su quelle buone realtà che ci sono e funzionano senza violare la legge. La giornalista di Sky ha poi spiegato meglio il suo concerto, affermando come «quello che veramente paralizza il Paese è la totale incapacità di fare il politico. Siamo in un periodo in cui gli scandali politici ci sono ancora ma in maniera minore, e secondo me il vero punto “nuovo” risiede nella incapacità di gestire le emergenze di cui soffre l’Italia». E poi ancora, una D’Amico scatenata: «ma vi sembra normale che la Sicilia e la Sardegna non siano valorizzate quanto, senza togliere nulla, alle Canarie? Bisogna imparare a valorizzare meglio il bene che abbiamo», chiosa la giornalista di Sky Sport.