Mentre ci sono italiani che si chiedono se con il canone Rai in bolletta verrà loro richiesto di pagare eventuali arretrati non versati (e sembra che ciò non accadrà), a Palermo un uomo è stato denunciato per abuso di titolo. Presentandosi come ispettore della Rai avrebbe infatti chiesto al titolare di un bread and breakfast di pagare il canone speciale con “una logorante pressione psicologica”, come riporta l’edizione locale di Repubblica. La vittima si è quindi rivolta alla Polizia ed è scattata la denuncia, corroborata anche da quel che un agente in borghese ha potuto constatare di persona.
Il Festival di Sanremo sta avendo un gran riscontro di pubblico e da tempo viene anche “accostato” al tema del canone Rai, dato che molti italiani che protestano contro l’imposta sostengono che proprio con la kermesse musicale si alimentino degli sprechi o si versino cachet elevati a ospiti non graditi. Carlo Freccero, membro del consiglio di amministrazione, ha scritto un commento al Festival per DavideMaggio, in cui ha evidenziato come sia una “fotocopia dell’anno scorso”. Il giudizio di fondo è comunque positivo e Freccero conclude così la sua analisi: “Mi sembra che la Rai con il canone estetico del nostro bravo Conti ha giustificato il suo canone”.
In questi giorni sui Canali della Rai viene ricordato con una certa costanza, con spot e non solo, come da questo anno il canone Rai non debba essere pagato con il classico bollettino postale bensì verrà inserito all’interno della bolletta energetica. Negli spot viene decantata la maggiore facilità per pagarlo e come esso sia stato abbassato di circa 13 euro nell’ambito di una politica tesa a recuperare l’evasione fiscale per ottenere nuove risorse per le casse dello Stato. A tal proposito in questi giorni, in ragione della messa in onda del Festival di Sanremo con super ospiti pagati a peso d’oro, arriva da più parti l’invito a risparmiare ulteriore risorse evitando di dare sfogo a Tv Spazzatura. Di tale avviso è anche parte della Chiesa ed in particolare con don Marco Scattolon, parroco di Rustega, che ha rimarcato: “basta con questa pubblicità martellante sul canone che sembra quasi dire che ci facciano un favore, nelle parrocchie tenere la televisione in oratorio ci costa più di duecento euro di canone. Dove finiscono i nostri soldi del canone? La nostra tv è diventata scuola di cucina più che di cultura; imperversano i giochi a quiz che distribuiscono sogni sui soldi e diseducano tutti”.