Scoppia un caso singolare in Sardegna sul fronte delle liste per le Primarie Pd e coinvolge il candidato ed ex premier, Matteo Renzi: per vedere cercare una maggiore coesione nazionale sul territorio, Renzi ha espresso la volontà di arrivare a candidare una sola lista a sostegno della propria mozione congressuale ma mentre in tutte le Regioni il risultato è stato ottenuto sull’isola dei Quattro Mori resta il rebus della doppia lista. Come riporta Ansa, da un lato ci sono i popolari riformisti che a livello generale sostengono il candidato segretario regionale (il 30 aprile si vota infatti assieme al segretario nazionale anche quello regionale) Luigi Cucca; e poi i renziani e soriani (della corrente di Soru) che invece sostengono rispettivamente Cucca e Francesco Sanna. Renzi entro domani deve decidere chi escludere e pare siano proprio i popolari riformisti ad avere la peggio: il gioco è semplice, a quel punto il candidato regionale proposto da Renzi, ovvero Cucca, rimarrebbe in minoranza e rischierebbe di essere soppiantato dai sostenitori delle liste di Orlando ed Emiliano oltre che dalla stessa corrente soriana interna alla mozione di Renzi. Difficili equilibri che pesano anche perché i candidati delle liste scelte faranno parte dei 26 posti destinati alla Sardegna nel computo dell’Assemblea Nazionale che dovrà ratificare il nuovo segretario dopo la sfida delle Primarie dem.
Andrea Orlando risponde dalle pagine del Manifesto al principale rivale per le Primarie Pd 2017 e lo fa su tutti i temi scottanti della politica interna, a cominciare da quanto potrebbe succedere alle prossime Elezioni Politiche, visto che il proporzionale di questa legge elettorale costringerà a meno di rivoluzioni (tipo Pd o M5s sopra il 40%, assai poco probabile) un’alleanza post-voto per provare a trovare una maggioranza di governo. Il ministro della Giustizia risponde così a Renzi che si dice ancora guardingo sulle alleanze con chicchessia: «Se non si fa una nuova legge elettorale che spinga alle alleanze e poi non si fanno le alleanze, lo scenario è chiaro: larghe intese o rivotare nel giro di pochi mesi». Secondo il ministro candidato alle Primarie, la posizione di Renzi è assurda perché non è in grado di vincere da solo come visto al Referendum: «possiamo sopravvivere al proporzionale se costruiamo un partito diverso. Ci sono forze con vocazione maggioritaria anche in sistemi proporzionali. Ma sono forze ampie, inclusive, non legate solo al leader», commenta ancora Orlando che si propone come garanzia per accodi con l’ala di Pisapia e forse anche una parte di Sinistra Italiana. «Pisapia ha detto esplicitamente che una mia vittoria agevolerebbe la sua proposta politica. Che, se rafforzata, potrebbe condizionare il campo delle forze alla nostra sinistra».
Ieri sera Matteo Renzi è tornato protagonista negli studi di Porta a Porta in piena campagna elettorale per le Primarie Pd del prossimo 30 aprile. Ha voluto rilanciare la sua candidatura portando i tanti temi dell’attualità politica in campo, in una sorta di pre-campagna anche per le elezioni Politiche, di fatto il passo successivo qualora riuscisse a ridiventare segretario del Pd al prossimo Congresso. È carico: «via capilista bloccati? Certo, sono disponibile, non ho alcun problema a metterci la faccia per prendere i voti», sottolinea sulla legge elettorale ribaltando le accuse che fino a ieri erano state prodotte dalla minoranza del Partito e dagli stessi grillini. Conferma il suo appoggio, ancora una volta, al governo Gentiloni e poi rilancia sui temi economici, prendendo spunto dagli attacchi ricevuti ancora una volta da Grillo & soci. «Qualcuno dice che abbiamo lasciato un buco di 3 miliardi, è una fake news, noi abbiamo lasciato i conti in ordine poi il governo ha accettato una correzione per dare un messaggio all’Ue e se il governo decide così, io sto dalla parte del governo. Ma il buco non c’è». Non poteva mancare ovviamente, dopo la svolta clamorosa sull’inchiesta Consip arrivata ieri (indagato il carabiniere che avrebbe falsificato intercettazioni contro Tiziano Renzi, ndr), il commento del figlio evidentemente interessato all’intero caso: «Sarebbe facile per me dire, essendo in corso una indagine per falso, ‘eh avete visto’, niente di tutto questo. Io chiedo che tutti abbiano la più totale fiducia nella magistratura». Poi sempre da Vespa, il candidato alle Primarie prosegue, «La verità alla fine viene a galla. E se avete visto i politici tentare di nascondere le carte, noi siamo diversi. Massima fiducia nella magistratura, io non faccio nessun tipo di polemica».
È la prima uscita davvero polemica di Michele Emiliano contro i suoi ex-compagni e fuoriusciti scissionisti D’Alema, Bersani e Speranza, ora in Mdp. Il candidato alle Primarie Pd ancora ospedalizzato dopo la brutta frattura al piede nei giorni scorsi, è intervenuto nel programma “Un giorno da pecora” su Radio 1 provando una sorta di “riavvicinamento” alla base dem e conseguente allentamento dalla fu-minoranza Pd. «Regalare il Pd a Renzi sarebbe stato un errore politico gravissimo, soprattutto per costruire un partito piuttosto “ancien régime”, come Mdp. Quindi sono rimasto per contendere il Pd a Renzi, che era l’unico modo per fare un servizio all’Italia». Il Governatore attacca poi Renzi, anche in una evidente mossa da campagna elettorale in cui parte tra l’altro svantaggiato per via dei risultati nei circoli: «Un segretario che pensa a se stesso demolisce il partito», e porta ad esempio la sua personale analisi “sociologica” dei tre candidati in corsa per le Primarie. «C’era un classico candidato di sinistra, molto dignitoso e ben strutturato, che e’ Orlando. C’era un candidato molto civico e vicino alle istanze della popolazione comune, che ero io». E poi – ha concluso – ce n’era un terzo che non ho capito bene a chi sia vicino, se non a se stesso».