E’ negativo il giudizio del presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, su Donald Trump dopo che il magnate ha vinto le elezioni Usa 2016. Juncker, come riporta la Repubblica, ha infatti commentato così il risultato del voto americano parlando agli studenti a Lussemburgo: “Penso che rischiamo di perdere due anni aspettando che Donald Trump termini di fare il giro del mondo che non conosce”. E ha aggiunto: “Bisognerà che gli spieghiamo in cosa consiste l’Europa e come funziona”. Il presidente della Commissione Europea ha poi sottolineato che non solo Donald Trump ma gli americani in generale non hanno alcun interesse per l’Europa: questo è vero per la classe dirigente e per l’America profonda. Non conoscono l’Europa. Trump ha detto durante la campagna elettorale che il Belgio è un villaggio da qualche parte in Europa. Quindi, bisognerà che insegniamo al presidente eletto che cos’è l’Europa e quali sono i suoi principi di funzionamento”.
Il neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump è pronto per la sua prima giornata di lavoro dopo il risultato delle elezioni Usa 2016. Il magnate che ha battuto Hillary Clinton nella corsa alla Casa Bianca ha infatti scritto su Twitter: “Busy day planned in New York. Will soon be making some very important decisions on the people who will be running our government!” (“Fitta giornata di lavoro a New York. Presto prenderemo delle decisioni molto importanti sulle persone che guideranno il nostro governo”). Altri tweet precedenti hanno invece fatto discutere: Donald Trump aveva infatti commentato sul social network le proteste in corso in varie città americane scoppiate proprio in seguito alle elezioni Usa 2016. Il neo presidente aveva inizialmente twittato: “Just had a very open and successful presidential election. Now professional protesters, incited by the media, are protesting. Very unfair!” (“Ho appena vinto un’elezione presidenziale molto aperta. Ora i manifestanti di professione, incitati dai media, stanno protestando. Molto scorretto!”). Correggendo però il tiro con un altro tweet: “Love the fact that the small groups of protesters last night have passion for our great country. We will all come together and be proud!” (“Amo il fatto che i piccoli gruppi di manifestanti la scorsa notte abbiano mostrato passione per il nostro grande Paese”).
Dopo la sconfitta alle Elezioni Usa 2016 la candidata democratica alla Casa Bianca Hillary Clinton è stata avvistata nei boschi a Chappaqua, a nord di New York, da una giovane mamma. La donna ha raccontato su Facebook il suo incontro con l’avversaria di Donald Trump per la presidenza degli Stati Uniti. Come riporta La Stampa le due si sono anche scattate una fotografia che è stata appunto pubblicata online. Hillary Clinton sta trascorrendo quindi in relax, insieme al marito Bill, queste ore successive al voto per le elezioni Usa 2016. La donna ha scritto: “Mi sentivo molto triste dopo le elezioni e ho deciso di rilassarmi facendo una passeggiata con la mia piccola. Così siamo andate in uno dei nostri luoghi del cuore a Chappaqua. Eravamo solo noi ed è stato bello e rilassante. Mentre stavamo andando via, ho sentito un fruscio e poi è apparsa lei, Hillary Clinton e Bill con i loro cani facendo esattamente la stessa cosa che stavo facendo io. L’ho abbracciata e le ho parlato, le ho detto che uno dei momenti di maggiore orgoglio come madre è stato portare Phoebe al seggio con me e votare per lei. Mi ha abbracciato e ringraziato, ci siamo salutate con dolcezza e poi li ho lasciati continuare la loro passeggiata” (clicca qui per vedere la foto).
Donald Trump, vincitore delle elezioni Usa 2016 e nuovo presidente degli Stati Uniti, sarebbe “molto simile” al presidente russo Vladimir Putin. A sostenerlo, come si legge sul Tgcom24, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. In un’intervista alla Associated Press, Peskov ha detto che Vladimir Putin “spera davvero” di migliorare le relazioni con gli Stati Uniti con Donald Trump alla presidenza. Peskov ha poi descritto Trump e Putin come due uomini “molto simili” nel modo in cui vedono il mondo. La Russia, ha aggiunto, spera anche “in buone relazioni sul piano personale”. Intanto negli Stati Uniti continuano le proteste di tanti americani che contestano il risultato delle elezioni Usa 2016. E dopo la vittoria di Donald Trump, riporta sempre Tgcom24, il piano sanitario del presidente uscente ‘Obamacare’ ha registrato un record di iscrizioni. Oltre 100mila iscrizioni, secondo quanto ha fatto sapere su Twitter il segretario alla Sanità, Sylvia Burwell, sono state fatte sul sito HealthCare.gov per acquistare una assicurazione sanitaria a basso costo.
Anche Papa Francesco commenta le elezioni Usa 2016 e l’esito del voto negli Stati Uniti che ha visto prevalere il candidato repubblicano Donald Trump sull’avversaria democratica Hillary Clinton. In un’intervista di Eugenio Scalfari su La Repubblica, il Papa ha sottolineato di “non giudicare” il nuovo presidente Usa ma di “pensare a pveri e immigrati”. “Io non dò giudizi sulle persone e sugli uomini politici – afferma Papa Frencesco – voglio solo capire quali sono le sofferenze che il loro modo di procedere causa ai poveri e agli esclusi”. Papa Francesco ha anche aggiunto che “purtroppo molte volte sono soltanto provvedimenti avversati dalle popolazioni che temono di vedersi sottrarre il lavoro e ridurre i salari. Ma Cristo ha parlato di una società dove i poveri, i deboli, gli esclusi, siano loro a decidere. Non i demagoghi, non i barabba, ma il popolo, i poveri, che abbiano fede nel Dio trascendente oppure no” (cilcca qui per leggere tutta l’intervista).
Due giorni dopo i risultati delle elezioni Usa 2016, il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta cercando di metter mano alla prossima importantissima squadra di governo che avrà il compito di mitigare da un lato l’irruenza e vulcanicità del magnate repubblicano e dall’alto portare avanti le riforme volute e lanciate in campagna elettorale con un appoggio “incondizionato”. I nomi che sono sempre stati vicini a Trump fin dal principio non sono tantissimi e proprio per questo ora Trump non vuole “scherzi di partito” che possano rovinare la grande investitura popolare ricevuta. Inutile dire che due sono gli uomini su cui si poggerà almeno nei primi mesi il nuovo governo americano: il vicepresidente Mike Pence, decisivo nel mitigare le posizioni oltranziste di Trump rassicurando e prendere i voti dei conservatori Usa. Molto dipenderà per i primi mesi di governo – che saranno difficili per via di un Congresso largamente repubblicano ma non certo idilliaco nei rapporti con Donald Trump – dalle scelte che porrà in sede di governo, sui piani economico, politico, miliare e anche sociale. È molto probabile che dunque vero uomo forte del suo nuovo governo sarà Rudy Giuliani, ex sindaco di New York (nell’era più difficile ovvero quella dell’attentato alle Torri Gemelle), l’artefice di una compagna elettorale condotta fino alla vittoria. Secondo fonti intere vicine a Trump riportate da Reuters, spetterebbe a Giuliani il Ministero della Giustizia per provare quella rivoluzione anche in ambito giuridico prospettato dal magnate repubblicano durante la sua campagna elettorale.
Dopo l’incontro tra Donald Trump e Barack Obama di ieri sera alla Casa Bianca, le elezioni Usa 2016 hanno ricevuto il primo vero colpo di coda dopo i risultati clamorosi di due giorni fa: il nuovo presidente degli Stati Uniti – che ha comunque ringraziato Obama per l’appoggio, promettendogli che non vede l’ora di chiederli sostegno per questi 4 anni che si preparano davanti – ha infatti incontrato con il Presidente della Camera Usa, Paul Ryan per mettere a punti le prime tematiche del governo che sta per nascere. “Via subito Obamacare, la riforma su Wall Street e misure su immigrazione e tasse”, ha rivelato lo stesso portavoce della Camera Ryan. «Faremo cose assolutamente spettacolari per il popolo americano», ha detto Donald Trump: già, ma con quale squadra? In queste ore impazza il toto nomine e dagli Usa arrivano i primi nomi semi-certi: oltre a Mike Pence vicepresidente ci sarà Rudolph Giuliani che dovrebbe avere al 99% il ruolo di Procuratore Generale (nostro Ministero della Difesa), il sindaco della tolleranza zero durante il suo governo a New York. Al secondo posto del ‘toto governo’ c’è Chris Christie, attuale capo del ‘transition team’, la squadra che traghetterà Trump alla Casa Bianca. Governatore del New Jersey, 54 anni, Christie è stato indicato anche come possibile segretario al Commercio. Attenzione al Ministro degli Interni perché potrebbe spuntare la sorpresa di Sarah Palin, la discussa candidata vice presidente con John McCain. Alla sanità potrebbe essere il turno di Rick Scott, governatore della Florida e Ben Carson, attivista per i diritti degli afroamericani, sono i nomi che stuzzicano di più Trump secondo l’Agi; come capo gabinetto invece dovrebbe essere scelto, sempre secondo le notizie che giungono dall’America (fonte New York Times) Reince Preibus, presidente del Comitato nazionale dei Repubblicani e molto vicino allo speaker Paul Ryan. Ma i nomi più caldi sono per i posti d’onore: come Segretario di Stato circolano voci su Robert ‘Bob’ Corker, senatore del Tennessee e attuale presidente della Commissione Esteri del Senato e di John Bolton, il ‘neocon’ gia’ ambasciatore Usa presso le Nazioni Unite nell’era Bush; sembra però favorito «Newt Gingrich, ex speaker della Camera, 73 anni, uomo influente nei circoli repubblicani di Washington», come riporta l’Agi col suo inviato dagli States. All’economia l’ex banchiere di Goldman Sachs, Stevan Mnuchin, potrebbe spuntarla sugli altri nomi, mentre alla difesa potrebbe avere la meglio secondo Repubblica Stephen Adley, oppure l’ex senatore Jim Talent, anche se da non escludere il nome forte di Petraeus dopo l’esperienza Bush jr. (Niccolò Magnani)