SONDAGGI POLITICI. Per Carlo Buttaroni, tra i maggiori sondaggisti italiani, Presidente di Tecnè e direttore di T-Mag, Rosatellum o no, vista la situazione italiana non c’è legge elettorale che faccia vincere qualcuno a discapito di un altro. “In un paese come il nostro dove c’è una tripolarizzazione forte, non esiste un sistema elettorale che garantisca una maggioranza di governo se non c’è il secondo turno” ci ha detto nel corso di una intervista. Il secondo turno non c’è infatti, ma c’è una nuova spinta a formare delle coalizioni: “Se si vuole essere competitivi nei collegi uninominali bisogna fare delle coalizioni, con un sistema elettorale maggioritario le devi fare per forza”. Vediamo allora quali potrebbero essere le coalizioni e che punti percentuali potrebbero avere.
Buttaroni, che cosa succede con il Rosatellum? E quanto contano le coalizioni?
Se si vuole essere competitivi nei collegi uninominali bisogna presentarsi con una coalizione. Il problema non è tanto il Rosatellum, ma il fatto che in un paese come l’Italia dove esiste una tripolarizzazione del voto, non c’è sistema elettorale che garantisca la vittoria di una parte. Succederebbe solo se si andasse a un secondo turno, ma non è il nostro caso. E’ una questione puramente tecnica e di numeri. Con il 66% di proporzionali è davvero difficile creare una maggioranza di governo.
Secondo i più recenti sondaggi, le forze di centrodestra sono in forte crescita mentre Pd e 5 stelle sono in calo. Come andrebbe un patto Berlusconi-Salvini-Meloni?
In questo momento il centrodestra appare la coalizione più probabile nonostante le tensioni ancora esistenti, ma ricordiamoci che nel 1994 fu quasi impossibile arrivare a un accordo e la litigiosità durò anche in campagna elettorale. Oggi il centrodestra unito vale più del Pd.
Cioè, in numeri?
Quasi il 30%, mentre il Pd nelle nostre ultime rilevazioni è sceso al 26% e i 5 stelle poco sotto, mezzo punto circa di differenza.
Il centrosinistra riuscirà a fare una coalizione? Quanto potrebbe valere?
Il centrosinistra vive una frattura che sembra insanabile, le ultime vicende lo dicono chiaramente. Alle recenti amministrative il centrodestra si è presentato unitario quasi dappertutto, il centrosinistra è andato per così dire a macchia di leopardo. Le tensioni fra la sinistra e il Pd sembrano difficilmente sanabili nei prossimi mesi. L’unica coalizione possibile al momento sembra quella tra Pd e Alfano.
Il che quanto significa per i sondaggi?
Il 26% del Pd e il 2,5% di Alternativa popolare.
E la sinistra di D’Alema quanto vale?
Articolo 1 vale un 3% scarso, Sinistra italiana un 2,5%.
Pisapia invece? Non si sa ancora se andrà con Renzi o D’Alema, ma l’ex sindaco di Milano cosa si porta dietro?
Noi lo abbiamo sempre dato intorno all’1% qualche volta lo 0,8 qualche volta l’1,2, ma non ha un contenitore, solo il suo nome. Dipenderà con chi si allea, se avrà un taglio di sinistra o di centrosinistra, questo cambierà molto il suo valore. Paradossalmente il bacino maggiore degli elettori è quello del centrosinistra. Il problema è che a parte il Pd non c’è un contenitore, ce ne sono tanti e poco chiari.
Che consenso avrebbe per i sondaggi un patto post voto tra Berlusconi e Renzi, il cosiddetto inciucio?
E’ difficile dirlo adesso. Gridiamo allo scandalo quando si parla di inciucio, cioè una maggioranza diversa da quella che si è presentata alle urne, ma ricordiamoci che nel 2013 quando non c’era possibilità di fare una maggioranza, se ne fece una trasversale. Le coalizioni si sciolsero e il governo di Letta è nato grazie a una opinione pubblica largamente favorevole. Per cui dipende dalle condizioni in cui ci si trova in quel momento. Dipende anche da come i partiti tra loro imposteranno la comunicazione, se sarà una campagna elettorale sanguinaria, sarà difficile dopo fare delle maggioranze tra chi fino a due giorni prima si era scannato.