Tutti i maggiorenti del Pd han fatto contemporaneamente capolino sui giornali per non farsi oscurare dalle vicende interne al Pdl. E lo hanno fatto dicendo la loro sulle vicende interne al Pdl. D’altra parte, il fatto che per la prima volta Berlusconi sia stato messo nelle condizioni di perdere la maggioranza nel suo partito, è un evento così clamoroso da riguardare pure il Pd e il suo imminente congresso. A proposito del quale sia Epifani che Cuperlo hanno tenuto a sottolineare che il segretario che ne uscirà vincente dovrà occuparsi del partito a tempo pieno. Abbiamo fatto il punto sulla situazione con Paolo Franchi, editorialista del Corriere della Sera.
Come sta incidendo sulla sinistra la vicenda interna al Pdl?
Di fronte ad un partito il cui leader storico è in declino (non dimentichiamo, però, che ha sette vite come i gatti), la situazione si mette in movimento per tutti. Nel Pd, i principali protagonisti si trovano, ora, costretti a mostrare le loro carte migliori, sforzandosi di inventare qualcosa che vada oltre l’antiberlusconismo. Tutte le questioni che, fino a ieri, continuavano ad essere aggirate, oggi diventano ineludibili. Anche in vista del congresso, la discussione non si può più limitare alle regole. Prendiamo, per esempio, l’intervista di Cuperlo: schierandosi in favore del bipolarismo, ha posto la questione dell’utilità e della legittimità delle larghe intese.
Sia Cuperlo che Epifani hanno sottolineato come il segretario vincente dovrà occuparsi del Pd a tempo pieno. E’ un modo per indebolire Renzi?
Certo. Ma l’idea che Renzi faccia sia il segretario che il premier, attualmente, non esiste. Anche perché non si andrà a votare a breve. Non è un caso che Renzi, dal canto suo, nell’intervista al Corriere, abbia fatto presente che non ha fretta di fare il premier. D’altra parte ha preso atto del fatto che, sia nel breve che nel medio periodo, lo spazio politico sarà occupato da Letta; e che, sul lungo periodo, dovranno entrambi individuare una forma di intesa per non farsi del male. Detto questo, comunque vada, il prossimo congresso sarà vinto da Renzi, questo è indubbio. Anche in tal senso, il crollo berlusconiano ha obbligato gli ex Ds, che si raggruppano attorno a Cuperlo, a puntare sull’elaborazione dei contenuti che definiscono la sinistra come tale.
In contrapposizione a Renzi?
Più che altro, questa fazione dà per scontato che sarà in minoranza, e teme che anche nel Pd si dia vita ad una partita neocentrista.
Letta potrebbe compiere un’operazione analoga a quella di Alfano o, addirittura, mirare ad una scissione per ricomporre il centro?
No, Letta non ha un Berlusconi con cui dover fare i conti. Non deve congiurare contro nessuno. La sua aspirazione è dichiarata, e consiste nel fare il presidente del Consiglio il più a lungo possibile. Senza esagerare. Dettando ad Alfano il programma del Pdl, per esempio, si è fatto rispondere che non si deve permettere di fare ingerenze. La sinistra del Pd, quindi, ha preso atto della tendenza, presente in entrambi gli schieramenti, a ritenere che il punto di vista del governo si esprima dal centro. Il luogo più negletto della politica italiana sta riacquistando spazio e peso politico. Questo, indubbiamente, per chi coltiva un’opzione socialdemocratica produce non pochi problemi. Se gli ex Ds, un tempo, controllavano il partito, oggi si devono organizzare per mettere assieme il 20-25 per cento dei voti.
Escluderebbe uno smottamento al centro anche nel caso di estremizzazione delle ali?
Ma no, ma che estremizzazione… Stiamo parlando di Cuperlo, mica di Mao Tze Tung. Cosa vuole che facciano di estremo lui, Fassina, o Orfini?
Costoro potrebbero allearsi con Renzi in chiave anti-Letta?
Non è escluso. D’altra parte, fino a poco tempo fa, Renzi, per Vendola, sembrava il male assoluto. Ora si guardano con simpatia.
(Paolo Nessi)