Lo scontro sui diritti d’autore tra Sky e Siae sembra destinato a proseguire e resta anche da vedere se la Società italiana degli autori e degli editori risentirà in qualche modo della rivoluzione che è arrivata con Soundreef in particolare. Già a gennaio Davide D’Atri, fondatore di Soundreef, aveva fatto emergere che con il decreto fiscale approvato poche settimane prime era possibile, a partire dal 2018, lavorare in concorrenza con la Siae. E Fedez, che è tra i giudici di X Factor, trasmissione finita nel mirino della Siae per il mancato pagamento dei diritti d’autore, è stato uno dei primi artisti a credere nel progetto di D’Atri, seguito poi da tanti altri colleghi, tra cui J-Ax, Enrico Ruggeri, Nesli e Fabio Rovazzi, per citarne alcuni. Da parte sua la Siae non è stata a guardare e ha fatto presente che Lea, la società no profit incaricata di riscuotere i diritti d’autore, difficilmente si può considerare indipendente da Soundreef, visto che è tra i suoi fondatori.
SKY CONTRO SIAE PER MONOPOLIO DIRITTI D’AUTORE
Che tra Sky e Siae ci fossero degli attriti lo si era capito lo scorso dicembre, quando X-Factor, popolare talent in onda sulla pay-tv satellitare, era stata accusata di non aver pagato i diritti d’autore relativi all’undicesima edizione appena conclusasi. Ora però Sky ha diffuso un comunicato, di cui ampi stralci sono riportati da primaonline, che inizia così: “Da mesi si registrano comportamenti di Siae nei confronti di Sky intesi a sminuire le istanze di trasparenza e di rispetto delle regole europee avanzate da quest’ultima. Sky non ha preso finora posizioni pubbliche, ma ritiene che sia il momento di esprimere con chiarezza il suo punto di vista”. Un punto di vista che, seguendo il resto del comunicato, non è proprio morbido nei confronti di Siae, accusata di rimanere ancorata a logiche monopolistiche in un mercato che sta cambiando, anche per via della direttiva europea Barnier.
SKY CONTRO SIAE, I PRECEDENTI
Conviene quindi fare un passo indietro per meglio capire i termini della querelle. Il Direttore generale della Siae, Gaetano Blandini, già a dicembre aveva spiegato a Business Insider Italia che “Sky dal 1° luglio ha smesso di pagare ogni forma di diritti. È da quel giorno che tentiamo di capire il perché”. Blandini ha anche spiegato che sono state mandate decine di lettere a Sky e una diffida ultimativa e ha parlato di azioni legali per far avare tutto quel che era dovuto agli autori associati. In questo senso aveva parlato di “svariati milioni di euro” che mancherebbero nelle casse della società. Blandini aveva evidenziato anche che gli altri editori tv (Rai, Mediaset e La7) pagano regolarmente quanto dovuto, mentre Sky dovrebbe persino dei soldi a Fiorello. Il dg aveva infine fornito un elemento importante: “Forse vogliono pagare meno, ma non ce lo hanno mai detto.
SKY CONTRO SIAE, LA BATTAGLIA ALL’ANTITRUST
Tornando al presente, nel comunicato della pay-tv satellitare si legge che “Sky, nell’interesse di una completa informazione degli autori rappresentati da Siae, tiene a evidenziare di aver più volte rinnovato la propria disponibilità a proseguire le trattative con Siae per giungere a soluzioni negoziali coerenti con il nuovo contesto di mercato. Tuttavia, Sky non riscontra un’adeguata disponibilità di Siae a condurre i negoziati secondo logiche coerenti con il nuovo assetto di mercato”. Il dubbio è che quindi Sky voglia raggiungere un accordo a delle condizioni economiche che non sono però ritenute accettabili da Siae. Tuttavia viene segnalato che “in una situazione tutt’altro che soddisfacente, Sky sta comunque versando a Siae svariati milioni di euro”. Lo scontro tra Siae e Sky andrà comunque avanti, anche perché l’emittente satellitare (insieme a Vodafone) ha chiesto di partecipare all’istruttoria avviata dall’Antitrust proprio nei confronti di Siae su richiesta di Soundreef (a cui ha aderito Fedez, giudice di X Factor) e Patamu.